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Spumanti, +25% l'export nel 2016 Cala il divario economico con la Francia

L’export degli sparkling italiani chiuderà l’anno con la cifra record di 1,2 miliardi di euro, trainato dal brand Prosecco. L'import dall'Italia nel Regno Unito è del 38%, bene anche Canada e Stati Uniti. Mentre le bollicine made in Italy crescono, si registrano flessioni per Champagne (-1%) e Cava spagnolo (-3%)

23 dicembre 2016 | 10:15
Spumanti, +25% l'export nel 2016 
Cala il divario economico con la Francia
Spumanti, +25% l'export nel 2016 
Cala il divario economico con la Francia

Spumanti, +25% l'export nel 2016 Cala il divario economico con la Francia

L’export degli sparkling italiani chiuderà l’anno con la cifra record di 1,2 miliardi di euro, trainato dal brand Prosecco. L'import dall'Italia nel Regno Unito è del 38%, bene anche Canada e Stati Uniti. Mentre le bollicine made in Italy crescono, si registrano flessioni per Champagne (-1%) e Cava spagnolo (-3%)

23 dicembre 2016 | 10:15
 

Pur restando ampio il divario in valore (circa 1,5 miliardi di euro), nel 2016 le esportazioni di spumanti italiani continuano a ridurre le distanze con quelle francesi, mettendo a segno una crescita a valore superiore al 25% - sulla scia della crescita per i primi sette mesi di quest’anno, come anche segnalato dall’Osservatorio del Vino di cui Wine Monitor è partner– a fronte di una leggera flessione degli spumanti d’oltralpe (-1%).

Spumanti, +25% l'export nel 2016 Si riduce il divario con la Francia

Manco a dirlo, tutto merito del Prosecco che dovrebbe chiudere l’anno con il vento in poppa, trascinando così al rialzo tutta la categoria, al contrario del più blasonato Champagne che invece terminerà con gli stessi valori di export dell’anno precedente (o giù di lì, con una riduzione a cavallo dell’1%), così come il Cava spagnolo che arretrerà di qualche punto percentuale (-3%).

È altresì importante ricordare, però, che Champagne e “Prosecco & Co”, come avviene peraltro nelle competizioni internazionali, appartengono a due “categorie” diverse, poiché hanno metodi (e, conseguenzialmente, costi) di produzione nettamente diversi. Mettere sullo stesso piano, al fine di equiparare economicamente due prodotti, un metodo Classico (Champagne) e un metodo Charmat (Prosecco ed altri, come l'Asti Docg), com'è uso di Nomisma, rischia di essere fuorviante e concettualmente sbagliato.

«In alcuni tra i principali mercati mondiali - sostiene Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma - gli spumanti italiani mettono a segno crescite nell’export a fronte di cali dei principali concorrenti. Basti pensare al Regno Unito, dove le importazioni dall’Italia aumentano, nel periodo gennaio-ottobre di quest’anno, di oltre il 38% in volume rispetto allo stesso periodo del 2015; al contrario, quelle dalla Francia si riducono del 4% mentre dalla Spagna calano di oltre il 13%».

Import di vini spumanti nei top mercati mondiali: una comparazione Italia - Francia
(gennaio-ottobre 2016 - gennaio-ottobre 2015, variazioni sui valori)

Spumanti, +25% l'export nel 2016 Si riduce il divario con la Francia

Ma non è solo la Gran Bretagna a dare soddisfazione ai nostri produttori di spumanti. Anche negli Stati Uniti, che rappresentano il principale Paese al mondo per import di sparkling, i vini italiani “fanno meglio” del mercato. A fronte di una crescita nelle importazioni (sempre riferite ai valori dei primi dieci mesi dell’anno) pari all’11%, quelle provenienti dall’Italia superano il 30%. La stessa tendenza si ripete in Canada (+9% l’import totale, +20% quello italiano), in Svizzera e in Germania. All’opposto, gli spumanti spagnoli vedono ridursi la loro quota (calcolata sulle importazioni della categoria) dal 6,2% al 5,3% in Uk e dal 19,2% al 15,5% in Germania.

Non solo cresciamo più dei francesi nell’export, ma sono gli stessi cugini d’oltralpe ad aumentare gli acquisti dei nostri spumanti. «Tra il 2010 e il 2015 - continua Pantini - l’export degli spumanti Dop italiani verso la Francia (al netto dell’Asti) è praticamente decuplicato, passando da meno di 4mila a quasi 46mila ettolitri, per un controvalore superiore ai 15 milioni di euro».

Import di vini spumanti nei top mercati mondiali: un confronto Italia - Francia nelle quote all’import
(gennaio-ottobre 2016 - gennaio-ottobre 2015, variazioni sui valori)

Spumanti, +25% l'export nel 2016 Si riduce il divario con la Francia

La stessa tendenza sembra ulteriormente rafforzarsi nell’anno in corso: le esportazioni in Francia di spumanti Dop nei primi 9 mesi del 2016 evidenziano un’ulteriore crescita in volume dell’80%, superando già per questo periodo (e ancora prima delle festività di fine anno) i 55mila ettolitri. Insomma, la moda dello Spritz ha contagiato i francesi e il Prosecco ne cavalca l’onda.

Nel complesso, sarà proprio grazie agli spumanti se l’export di vino italiano riuscirà anche quest’anno a ritoccare verso l’alto il proprio record, alla luce del fatto che i vini fermi imbottigliati – che rappresentano i ¾ del valore complessivo delle nostre vendite oltre frontiera – segnalano per i primi 9 mesi del 2016 un calo dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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