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La Slovenia enogastronomica punta forte sulla Rebula

di Liliana Savioli
 
12 settembre 2019 | 14:32

La Slovenia enogastronomica punta forte sulla Rebula

di Liliana Savioli
12 settembre 2019 | 14:32
 

Alla prevendemmiale dell’Assoenologi Fvg è stata evidenziata la difficoltà in cui si trova oggi la Ribolla di pianura. Centinaia di ettari sono, e saranno, reinnestati.

Per anni i viticoltori del Collio e dei Colli Orientali hanno predicato dicendo che la Ribolla in pianura non riuscirà a maturare perché è un vitigno generoso, che tranquillamente può produrre più di 200 quintali a ettaro ma i grappoli saranno troppi grossi e compatti impedendo la maturazione e favorendo la marcescenza. Sembrava fossero gelosi della loro Ribolla di collina che, in un terreno magro e senza irrigazione, produce grappoli piccolini, spargoli, che maturano alla perfezione, ma tardivamente, a fine settembre e anche più in là. Non era e non è così.

Assaggi interessanti alla master class sulla Rebula (La Slovenia enogastronomica punta forte sulla Rebula)
Assaggi interessanti alla master class sulla Rebula

Loro sanno come si comporta questa varietà e come deve essere trattata. La coltivano da centinaia di anni. E mentre in Friuli, non in Venezia Giulia, si piange per la Ribolla, in Brda (Collio Sloveno) a 100 metri dal confine con l’Italia, si festeggia la Rebula e si crea un importantissimo evento enologico internazionale, Brda - Home of Rebula Wine Experience. Nella magnifica Villa Vipolže, da poco restaurata, si sono dati appuntamento esperti di vino nazionali e internazionali e più di 40 giornalisti da tutto il mondo, dalla Francia alla Russia al Regno Unito alla Cina al Giappone per arrivare alla Svizzera e all’America, e ovviamente Italia a Slovenia.

L'evento è organizzato da quattordici rinomate cantine di Brda in collaborazione con l'Istituto per il turismo, la cultura, la gioventù e lo sport di Brda. È inoltre supportato dall'Ente per il turismo sloveno in quanto lo scopo dell'evento è promuovere la riconoscibilità internazionale del vino Rebula. Quest’anno il focus si è incentrato sulla gastronomia, fattore trainante del turismo Sloveno. Maja Pak ha presentato la Slovenia ai partecipanti all'evento enologico internazionale, Brda - Home of Rebula Wine Experience, come un'eccellente destinazione gastronomica e la sua strategia per migliorare la sua visibilità internazionale in questo campo.

I cibi che posso essere abbinati alla Ribolla sono molteplici anche perché è un vitigno che si presta a diverse interpretazioni stilistiche. Infatti sono stati presentati i 3 stili principali. La Ribolla classica cioè una Ribolla fresca, d’annata che non ha visto legno né malolattica, proveniente da vigneti che hanno prodotto dai 60 ai 75 quintali per ettaro, che è rimasta qualche mese sulle fecce nobili con bâtonnage. La Ribolla matura raccolta alla fine di settembre, primi di ottobre, con 40/55 quintali ettaro, che ha fatto la malolattica, che può essere passata in legno. Quella macerata raccolta tardivamente, anche colpita da Botrytis Cinerea, 30/40 quintali ettaro, che ha subito una macerazione variabile sulle bucce e riposato anni prima di essere messa in commercio.

Nel Collio Sloveno, ci racconta Gašper Carman, miglior sommelier della Slovenia nel 2013 e 2015, su 1810 ettari vitati ben 371, pari al 20,5% sono di Rebula. I terreni sono vecchi di 60 milioni di anni trattandosi di rocce sedimentarie composte da calcite. La posizione è tra il mare, a pochi chilometri, e le montagne, anche queste a due passi. Ma veniamo ai vignaioli. 14 sono i soggetti che hanno realizzato questo importante progetto. 10 sloveni e 4 italiani che possiedono, o lavorano, terreni piantati a Ribolla in Slovenia. Eccoli: Marjan Simcic, Edi Simcic, Dolfo, Vina Ferdinand, Šcurek, Klet Brda, Zanut, Moro, Medot ed Erzetic dalla Slovenia, e Gravner, Edi Keber, Jermann e Radikon dall'Italia.

Venendo ai vini c’è da fare subito una precisazione. La Ribolla/Rebula non è un vitigno aromatico, non ha profumi particolari, ha invece una grande freschezza e sapidità e, di solito, un corpo scattante. È stata definita più volte “un vino anarchico”. Il chicco non è da polpa, ne ha poca e di poca sostanza, mentre invece di buccia ne ha molta, è grossa e croccante e tutti gli aromi sono concentrati proprio li. Ecco perché si adatta bene a essere anche macerata per molto tempo.

Tre sono stati i “voli” che abbiamo fatto:

Il primo con le Rebula classiche di Šcurek, Moro, Klet Brda, Dolfo, Medot e Zanut. Tutte del 2018, a parte Zanut del 2017. Sono risultate dei vini freschi, croccanti, dalla grandissima bevibilità. La mineralità in tutti la fa da padrone. Ognuno con la propria personalità ma con una storia comune. Ideali come aperitivo o con antipasti di crostacei o risotti di erbe o pesci leggeri.

Il secondo volo ci ha portato le Rebula mature di Jerman, Ferdinand, Edi Simcic, Marjan Simcic e Klet Brda. Tutte del 2017 al di fuori delle ultime 2 del 2016. Qui la personalità individuale si fa più spiccata, i passaggi in legno si fanno sentire in alcuni, la muscolarità emerge. Ecco che iniziano a presentarsi sentori balsamici e di frutta esotica, arrivano le spezie. Sono vini verticali e lunghi che si fanno ricordare per moltissimo tempo. Qui come abbinamenti possiamo spaziare dai primi ai secondi di animali da cortile. Delle tagliatelle al rogout bianco per esempio, una faraona al forno ripiena o un coniglio con la salsa agrodolce sarebbe ideale.

Terzo e ultimo volo con le Rebula macerate di Kristian Keber con il 2016, Erzetic con il 2015, Radikon con il 2014 e Gravner con il 2011. Qui ogni vino è un mondo a se. Annate diverse, tempi di macerazione diversi, utilizzo di contenitori diversi, dal legno all’anfora al kvevri. Anche qui il balsamico e l’incenso fanno da padroni. Poi note di tabacco e resina e chinotto e vaniglia e cannella e tuberosa e albicocca e mandarini. Insomma vini complessi, dai colori affascinanti che ci ricordano dei tramonti orientali. Vini macerati con tannini presenti che asciugano il palato e che chiedono il riassaggio. Rebula con corpi scattanti, pronte ad abbinarsi a quasi tutto. Dal pesce crudo allo stinco di maiale al forno, dalla sopressa alla scarpena al forno con patate. Oppure goderseli in santa pace, seduti in giardino a far nulla.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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