Festa grande a Roma, nel locale Le Formiche, per un compleanno speciale: i 173 anni di storia della Pilsner Urquell, la birra dorata ed elegante dal gusto vincente. Era l'11 novembre 1842 quando nella cittadina boema di Pilsen, a 100 km da Praga, il mastro birraio Josef Groll spillò la prima chiara del mondo, a bassa fermentazione, frutto della cotta messa a punto poco più di un mese prima, il 5 ottobre. I termini “pilsner” o “pils” sono ormai di uso comune in tutto il mondo per indicare questa tipologia di prodotto. Il segreto di quella che fu una vera e propria rivoluzione fu soprattutto nell'uso di speciali materie prime: il luppolo Saaz, l’orzo della Moravia e l’acqua purissima della fonte di Plzen. Da allora la ricetta è rimasta invariata, anche se il processo produttivo si avvale della più moderna tecnologia.

La birra infatti continua a maturare in legno nel reticolo delle lunghe gallerie sotterranee della città. Qualche novità tuttavia c'è stata, anche se solo di facciata: il colore verde della famosa bottiglietta è diventato recentemente marrone. Ma la brown bottle, presentata pochi mesi fa a Milano e già apprezzata dai consumatori, è anche un ritorno alle origini, al suo primo contenitore usato. Allora la birra, in genere scura, veniva bevuta in recipienti di coccio o di legno. La festa romana si è svolta a “Le Formiche”, un locale d'autore dall'arredo in legno e materiali naturali che, con un po' di fantasia, dava l'impressione di essere in una vera birreria ceca. A fare gli onori di casa c'era Luca Beretta, business unit director Pilsner Urquell Italia. I sapori del menu - dall'antipasto al dolce - erano tutti garantiti da artigiani del gusto.
Dalla Toscana erano arrivati lo chef fiorentino Samuele Gallori che ha servito il classico tagliere con i formaggi e i salumi del Mugello e approntato il menu, e Vitulio Bondi, presidente dell'associazione Gelatieri Artigiani Fiorentini che ha creato per l'occasione un gelato alla birra. La stessa “bionda” è entrata come ingrediente in tutti i piatti gustati: Ravioli mugellani alle patate ed erbe al ragù di cinta senese, Orzo tiepido alle olive, melanzane e pomodori, condito generosamente con l'olio di frantoio, Prosciutto marinato alle spezie e, per finire, Panna cotta all'arancia con zucchero di canna e riduzione di birra. Infine cantuccini pratesi, conclusione d'obbligo di ogni celebrazione del made in Tuscany. Del resto questa Pilsen è un buon abbinamento con piatti d'autore, come quelli creati da Marco Stabile di Firenze da molti chef aderenti all'associazione dei Jeunes Restaurateurs d’Europe.

«Il mastro birraio Josef Groll - ha detto il direttore della Pilsner Italia Luca Beretta - quando spillò la sua prima birra non immaginava che sarebbe entrato nella storia creando la prima chiara al mondo. Ci soddisfa molto il successo italiano della nostra Pilsner, soprattutto per il lavoro fatto negli ultimi 5 anni e anche per il sostegno dei nostri consumatori. All'Expo il gradimento è andato oltre le aspettative: più di 200mila persone hanno apprezzato il prodotto, e i 600 ettolitri previsti per la degustazione alla fine sono diventati 1.000. Un altro traguardo importante è stata l'apertura di un locale Pilsner Urquell a Milano. Il mondo della birra ha bisogno di qualità, nello scenario del mercato e l'artigianalità è sempre vincente e non solo nel mondo del food». Infatti, nella location romana scelta per la celebrazione, oltre agli stand del cibo era stata allestita una postazione di maestri di cuoio che in diretta eseguivano oggetti con le iniziali dell'ospite insieme al marchio Pilsner Urquell. Artigianalità anche nella casa madre nella Repubblica ceca dove ha sede una scuola per mastri bottai. Si tratta di un mestiere di grande abilità artigiana e di manualità che stava per scomparire e che Pilsner Urquell anni fa scelse di sostenere.
Distribuita da:
Birra Peroni
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