Si continua a parlare del caso Sauvignon, dopo che la scorsa settimana il Friuli e la provincia di Udine sono state coinvolte in una serie di perquisizioni da parte dei Nas, su ordine della Procura di Udine; 17 le aziende friulane produttrici di Sauvignon sospettate di avere impiegato un esaltatore di aromi durante in fase di produzione. Un pratica che contrasta con il disciplinare di produzione di vini Doc.

Una notizia shock proprio nell'anno in cui proprio il Friuli ha ospitato, a maggio scorso, il Concorso mondiale del Sauvignon, uscito per la prima volta nella sua storia dai confini francesi. Per questo motivo i vignaioli coinvolti nell’inchiesta e medagliati, se giudicati colpevoli, si vedranno revocare le medaglie vinte, oltre a dover scontare una squalifica di cinque anni.
Al momento i sospetti non sono stati ufficialmente confermati, e si stanno ancora analizzando i campioni di vino prelevati. La procura tiene a sottolineare che i controlli sono effettuati proprio a tutela del consumatore, e nel rispetto di tutti i produttori che hanno lavorato onestamente rispettando il disciplinare. Allo stato dei fatti però l'intera viticultura friulana si vede coinvolta in uno scandalo che rischia di trasformarsi in un pesante danno di immagine.