Chi ha detto che per gustare splendidi Sauvignon blanc si deve guardare a Friuli o Alto Adige, tanto per fermarci all’Italia? È ciò che la famiglia Alessandro con la tenuta in quel di Camporeale (Pa) ha pensato nel 2004.
Ha scelto l’appezzamento pedoclimaticamente più adatto a quote di circa 450 metri, vi ha impiantato 3 ettari di spalliera a Guyot con 4mila piante per ettaro e le ha cullate come bambine. Gli Alessandro compongono una famiglia di agricoltori dediti tutti al lavoro. I fratelli Nino (agronomo), Rosolino e Natale, affiancati con sempre più impegnativi compiti dai rispettivi figli: Benedetto (enologo), Anna e un altro Benedetto. E come se non bastasse la loro esperienza e preparazione, hanno come consulente Carlo Ferrini. Ma sono specialmente la passione, il rispetto di ciò che il territorio può dare, l’amore per il lavoro e la spinta a fare sempre meglio che ne hanno fatto una delle cantine siciliane di maggior successo.
La famiglia Alessandro: da sinistra Benedetto, Nino, Natale, Rosolino, Anna e Benedetto
Tutto biologico certificato, attualmente 260mila bottiglie totali ma con un avanzato programma di espansione per cui ai 45 ettari storici se ne sono affiancati altri 50 a Mazara del Vallo (Tp), appena piantati, e 6 sull’Etna dove si sta per realizzare la cantina per rispettare il disciplinare della Doc.

Se c’è un vino con cui l’azienda si identifica è senza dubbio il Kaid Syrah che è declinato anche nella versione vendemmia tardiva; un Syrah che ha riscosso i maggiori riconoscimenti e i più ambiti premi, capace di competere a testa alta con i più blasonati mondiali.

Torniamo al nostro Kaid Sauvignon 2016 Doc Sicilia - un Sauvignon allevato con attenzione: potatura verde, cimatura, defogliazione e diradamento dei grappoli - capace anch’esso di riscuotere tanti successi arrivando anche alla Gran medaglia d’oro per l’annata 2015 nel penultimo Concours Mondial de Bruxelles. I grappoli sono vendemmiati manualmente con selezione, raffreddati, pigiati delicatamente in assenza di ossigeno, fermentazione a bassa temperatura, 6 mesi in acciaio sui lieviti, filtrazione e altri 2 mesi almeno in bottiglia, solfiti molto pochi.

Nel calice il colore è paglierino con riflessi verdolini. Al naso si rivela molto complesso con una perfetta fusione di fruttato e mineralità. Si avverte frutto della passione, pompelmo, mela, scorza d’arancia, ginestra, pietra focaia, è particolarmente fine e franco; di erbaceo ne ha poco, di pipì di gatto niente, quindi spicca per tanta eleganza. Al palato arriva molto minerale, sapido, con un’equilibrata e vispa acidità, un ottimo tessuto strutturale, un’esemplare armonia e un retrogusto lungo e appena amarognolo. Da applauso. Solo 13 gradi alcolici. Provatelo come aperitivo o accompagnando una frittura di pesce. Sono 25mila bottiglie a 13 euro allo scaffale.
Per informazioni:
www.alessandrodicamporeale.it