Sei delle migliori etichette dell’azienda Fornacelle di Bolgheri, due bianchi, tre rossi e un passito, sono state degustate a Roma nel corso di un evento al Ristorante Al Ceppo. Per presentarle è venuta Silvia Menicagli.
Silvia è la moglie del titolare
Stefano Billi, vignaiolo alla
quarta generazione. Le ha proposte in abbinamento alla cucina di tradizione toscana di cui questo
ristorante di via Panama, ai Parioli, è uno degli migliori interpreti.

I piatti sono stati studiati dalla titolare del locale Caterina Marchetti che è anche sommelier insieme all’organizzatore dell’evento romano Riccardo Gabriele. Due bianchi, il Bolgheri Doc Vermentino Zizzolo 2016, un fresco blend di Fiano e Semillon che fermenta in legno e poi fa solo acciaio, e il Fornacelle Bianco Igt 2016, Semillon in purezza, hanno aperto la degustazione mentre con i rossi sono stati declinati i sapori dell’autunno come funghi, tartufi, zucca e castagne insieme a carni di anatra, animelle e vitello.
La cucina ha fatto risaltare la morbidezza e l’eleganza del Bolgheri Rosso Doc Zizzolo 2015 (Merlot e Sauvignon), del Bolgheri Superiore Guarda Boschi 2014 (Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc ), e del Bolgheri Superiore Foglio 38 del 2013 (Cabernet Franc in purezza).

Il nome Zizzolo (in dialetto giuggiolo) è quello del vigneto di produzione così come Il nome Foglio 38 è la registrazione catastale del vigneto. Quest'ultima etichetta, particolarmente apprezzata per eleganza, complessità e balsamicità, è prodotta in piccole quantità e solo in alcune annate. La fermentazione avviene in barriques aperte dove il vino sosta per 18 mesi. Seguono altrettanti mesi in bottiglia prima della messa in commercio.
Con il dessert, in chiusura, è stato servito il Dedicato a Vincenzino Igt, un passito bianco da Fiano, di grande freschezza con sentori di albicocca e uva passa.
Fare vino è un sogno per molti ma difficile da realizzare senza quella cultura che viene dalla terra e che fa che un seme diventi passione. Quello dei Billi comincia alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1945 quando la riforma agraria assegna la terra, in questo caso dei Conti della Gherardesca, ai mezzadri che l’avevano coltivata. Non era una grande estensione, poco più di un ettaro e mezzo, ma era ottimale per la coltura della vite. Grazie alle colline che corrono parallele al mare dalla Val di Cornia alla Val di Cecina si crea infatti un’escursione termica ottimale per la maturazione e gli aromi delle uve.
Silvia e Stefano Billi
I terreni diversi nelle varie microzone, dallo scheletro alla ghiaia alla sabbia, danno complessità ai vini. Nel 1998 alla sapienza antica si innestò la moderna imprenditorialità di Stefano Billi che ereditò l’
azienda del bisnonno. Dopo un lavoro di zonazione impiantò il nuovo vigneto, selezionando vitigni e cloni a seconda del tipo di terreno. Oggi gli errati vitati sono 9, tutti compresi nella Doc Bolgheri. Il nome Fornacelle testimonia la presenza di antiche fornaci, i cui resti si trovano ancora sotto la cantina.
Oltre alla vigna un oliveto di circa mille piante e altre coltivazioni ortofrutticole completano il quadro produttivo. Stretto il rapporto dei titolari con ogni parte del vigneto, con forma di allevamento mirato, potature, diradamento fogliare, selezione dei grappoli. Forte l’impegno anche in cantina col contributo del consulente agronomico ed enologico Fabrizio Moltard. Per ogni tipologia di uva si cerca il metodo di vinificazione più appropriato per salvaguardare l’identità di un prodotto e del suo territorio.

La Doc Bolgheri entra in vigore nel 1984 per i bianchi ed i rosati e nel 1994 per i rossi. Per questi ultimi la denominazione prevede soprattutto i bordolesi, senza escludere la presenza seppur modesta del vitigno principe toscano, il Sangiovese. A Fornacelle, in un vigneto di 8 ettari a quota 50 m vengono colivati Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, per la produzione dei vini rossi; Vermentino, Sauvignon Blanc, Sémillon, e Fiano per i bianchi.Il primo imbottigliamento è datato 2001.
Oggi la produzione è di circa 50mila bottiglie l’anno e il 43% va all’estero (Stati Uniti, Canada, Giappone, Cina, Germania, Svizzera, Belgio, Norvegia). Due le linee: la Bolgheri Classica che comprende i vini che rispettano il disciplinare della denominazione, e Collezione Artistica per quelli da monovitigno classificati come Igt Toscana, caratterizzati da etichette rappresentanti dipinti dell’artista Franco Menicagli, a significare come il far vino sia un'arte. Negli anni l’azienda si è ampliata ed attualmente ha 15 ettari in proprietà, nove dei quali a vigneto, due ad oliveto, altrettanti a frutteto ed il restante ad ortaggi e seminativo. La famiglia possiede anche, a 2 km di distanza, l’Agriturismo I Cavalleggeri.
Per informazioni:
www.fornacelle.it