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Poggio al Tesoro porta Bolgheri all’Ermitage di San Pietroburgo

Uno dei prodotti più apprezzati di Poggio al Tesoro, tenuta toscana della famiglia Allegrini, è ora “vin d’honneur” del museo statale russo, che lo servirà con un’etichetta speciale creata per la prestigiosa sede

 
12 marzo 2017 | 12:20

Poggio al Tesoro porta Bolgheri all’Ermitage di San Pietroburgo

Uno dei prodotti più apprezzati di Poggio al Tesoro, tenuta toscana della famiglia Allegrini, è ora “vin d’honneur” del museo statale russo, che lo servirà con un’etichetta speciale creata per la prestigiosa sede

12 marzo 2017 | 12:20
 

Il sole italiano ora splende più luminoso all’Ermitage di San Pietroburgo. Grazie alle collezioni d’arte uniche del museo russo, molte delle quali frutto del genio italico, certo. Ma anche per un vino proveniente dalla nostra Penisola, che si chiama proprio Solosole. Un Vermentino definito da Monica Larner, giornalista della rivista Wine Advocate, «il migliore degustato a Bolgheri, un vino che canta meravigliosamente nel bicchiere». Solosole è uno dei prodotti più apprezzati di Poggio al Tesoro, tenuta toscana della famiglia Allegrini, ora “vin d’honneur” del museo statale russo, che lo servirà ai propri ospiti durante le serate di gala, con un’etichetta speciale creata per la prestigiosa sede.

Marilisa Allegrini e Michail Piotrovsky - Poggio al Tesoro porta Bolgheri  all’Ermitage di San Pietroburgo

Marilisa Allegrini con il direttore del museo Ermitage, Michail Piotrovsky

Dalla provincia di Bolgheri a San Pietroburgo, il cammino è stato più breve di quanto si possa pensare. La collaborazione tra la famiglia Allegrini e l’Ermitage era infatti iniziata nel 2014, quando l’Amarone prodotto a Fumane (Vr), in Valpolicella, era stato scelto come vino rosso del museo. Quando è arrivata l’ora di affiancargli un vino bianco, la scelta è ricaduta su Solosole, che nel frattempo ha conquistato il pubblico italiano e non solo, tanto da essere quasi introvabile sugli scaffali delle enoteche.

Solosole nasce nel vigneto Le Sondraie, a pochi chilometri dal mar Tirreno. Nel suo nome il legame tra il Vermentino, vitigno mediterraneo, e il terroir bolgherese. Per ottenere un vino fine, intenso e adatto all’invecchiamento, è stato scelto un clone proveniente dalla Corsica, coltivato in un’area vicino alla Fossa Camilla, dove il terreno molto sabbioso contribuisce a dare vita a un’interpretazione unica di questa varietà.

Poggio al Tesoro porta Bolgheri  all’Ermitage di San Pietroburgo
La Guest House di Poggio al Tesoro

L’avventura di Allegrini a Bolgheri inizia nel 2001, quando Marilisa e il fratello Walter si mettono alla ricerca di un investimento fruttuoso, ma in linea con lo spirito e la tradizione dei vignaioli con “i piedi per terra”. «Walter - racconta Marilisa Allegrini - lo definì lo “shopping toscano”. Guardammo, cercammo di capire e di immaginare il futuro. Alla fine vinse l’emozione. E l’emozione aveva un nome: Bolgheri. Walter (scomparso prematuramente nel 2003, ndr) fu colpito dai grandi nomi del vino che qui si erano fermati, dal Viale dei Cipressi, che adorava, dalla vicinanza del mare, dalla diversità profonda dei terreni, dal clima buono per vini rossi di grande carattere ed eleganza. Avevamo finito di cercare. Avevamo trovato il tesoro, anzi Poggio al Tesoro».

La tenuta oggi si estende su 70 ettari, tutti vitati. Quattro i vigneti: oltre a Le Sondraie, Via Bolgherese, Le Grottine e Valle di Cerbaia, dove si producono: Sondraia, taglio bordolese (65% Cabernet Sauvignon, 25% Merlot, 10% Cabernet Franc), oggi fiore all’occhiello dell’intera produzione, espressione di armonia e finezza, valutato dieci volte 90+ da Wine Spectator; Dedicato a Walter, Cabernet Franc vinificato in purezza, otto volte 90+ di Wine Spectator, una rarità nel panorama del vino italiano; il rosato Cassiopea; il rosso Mediterra.

Poggio al Tesoro porta Bolgheri  all’Ermitage di San Pietroburgo
Il vigneto Le Sondraie, dove nasce Solosole

Solosole, ottimo con pesce e piatti vegetariani
Vinificato in riduzione, Solosole affina sui lieviti con batonnage in tini d’acciaio refrigerati per cinque mesi, un mese in bottiglia. Di colore giallo dorato con riflessi verdolini, si apre su note di frutta gialla come pesca e albicocca, seguite da sentori sulfurei e di pietra focaia. Al palato rivela un corpo medio ed una beva succosa di grande piacevolezza. Il finale è asciutto, lungo e decisamente sapido, specie nella sua fase giovanile. Interessante l’evoluzione nel bicchiere, che annuncia un’ottima capacità di invecchiare. Ottimo per aperitivi, crudi di pesce, fritti di mare, pesci in brodetto, piatti vegetariani. Si consiglia di servire a 8-10°C, stappando al momento del consumo.

Posizione a Vinitaly 2017: Padiglione 6 - Stand E5

Per informazioni: www.allegrini.it - www.poggioaltesoro.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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