Il Pisco è un distillato che rappresenta il territorio in modo completo e tradizionale. Ricavato dall’uva che cresce nei deserti del Perù, pressata dal suo stesso peso in modo del tutto tradizionale, senza aggiunta di lieviti, se non quelli naturali del vino e senza aggiunta di zuccheri, la nota dolce, infatti, è generata dal clima nel quale crescono le uve.

Il Pisco è il distillato simbolo del Perù, viene consumato in diversi modi e in diversi momenti della giornata, ma da poco più di dieci anni ha iniziato ad essere esportato e a costituire un ingrediente principe della mixology internazionale. Il merito di aver fatto conoscere il Pisco al mondo è di Melanie Asher che ha fondato la proposta distilleria con l’intenzione di produrre il miglior Pisco possibile.
Una laurea in economia aziendale ad Harvard nel cassetto, Melanie ha fatto i bagagli e si è trasferita nelle aree di produzione per imparare tutti i segreti di questo distillato. Il suo Macchu Pisco è stato presentato a Milano in uno dei templi del bartending, il “The Spirit”.
«È un onore avere i miei Pisco nel miglior bar di Milano - ha esordito Asher presentando la degustazione - il mio obiettivo è di offrire con il Pisco una vera esperienza di gusto. Prima che iniziassi a produrre, nessuno esportava il Pisco è cercavo di far viaggiare tutti coloro che lasciavano il Perù con due bottiglie. La cultura degli spirits non era dove è oggi, non c’erano prodotti del genere disponibili c’erano Martini alla frutta. Oggi c’è una cultura del cocktail. I migliori bar del mondo hanno introdotto il Pisco facendo capire il ruolo da protagonista che può avere nei cocktail».

Melanie è una delle pochissime donne produttrici di Pisco in Perù. «La nostra è una tradizione tutta al femminile nel mondo dei distillati, partita con mia nonna che ha raggiunto il secolo di vita e beve un bicchierino di Pisco ogni giorno. Oggi la percentuale di donne che lavorano con me è molto alta, in un contesto dove è solitamente l’uomo a lavorare e mantenere la famiglia. Ricordo che quando arrivai nella zona di coltivazione delle uve e iniziai il mio lavoro mi chiamavano la “Gringa” o la “Ninha Terrible”».
In degustazione abbiamo avuto il Macchu Pisco, ideale base per il “Pisco Sour” ma ottimamente interpretato dal bartender Carlo in un cocktail chiamato Pachacutec, dal nome del fondatore dell’impero Inca. Il Macchu Pisco è mixato con lime, sciroppo di Maracuja e qualche goccia di Fernet Branca.
Davvero di alto livello il secondo “signature cocktail” con base Macchu Pisco e aggiunta di Mezcal Del Maguey Vida, lemon verbena e habanero e Cocchi Rosa. Una contaminazione di spezie, affumicatura e tocco italiano da non perdere. Degustato in purezza anche il “Pisco Diablada” da uve moscatello, dette in Perù la “Sophia Loren” delle uve e dal gusto pieno e floreale, una sorta di “Lotta tra demoni e angeli” come lo descrive Melanie Asher.
Per informazioni: macchupisco.com