La Sicilia enologica è vista sempre più come terra di Nero d’Avola, Grillo, Catarratto, Nerello Mascalese, Frappato, Carricante. Ma la Sicilia non è una semplice regione, è praticamente un continente per l’agricoltura.
Zone pedoclimatiche diversissime, si va dal mare agli oltre 1.000 m dell’Etna, dalle argille ai calcari, alle lave, dalle giornate caldissime alle notti particolarmente fresche. In un ambiente tanto biodiverso si trova sempre un territorio dove gli altri vitigni del mondo trovino habitat favorevolissimi.

Pertanto questa volta non parleremo di Nero d’Avola bensì di Cabernet Sauvignon, il vitigno internazionale per elezione, quello che tra l’altro riesce ad adattarsi a molteplici condizioni, quello che non si comprende perchè non sia più di moda, quello che riesce a dare tra i più importanti ed apprezzati vini del mondo. Ci rivolgiamo quindi all’azienda Pietracava di
Domenico Ortoleva a Butera, nel nisseno, nata nel 1977 ma attiva in chiave efficace dal 2006.
Antonino Ortoleva, famiglia di agricoltori in Partinico nel palermitano comprò una tenuta in contrada Chiarchiaro, che in italiano significa cava di pietra, nella parte meridionale della provincia di Caltanissetta.
Antonino, Mariella e Domenico Ortoleva
Erano 22 ettari di mandorleti, vigneti e pescheti e allora si vendevano le uve e si faceva il vino solo per uso famiglia. Il figlio Domenico lo affiancava affascinato dalla produzione del vino memore dell’esperienza partinicese di quand’era ancora bambino ed il vino si faceva pestando le uve con i piedi nei palmenti in muratura. Erano 6 ha di vigneti e negli anni successivi se ne impiantarono altri fino ad arrivare oggi a 28 ha in produzione. I fabbricati avevano già un interessante baglio, sono stati ristrutturati e si ci è realizzata la cantina.

I primi anni si vendeva il vino sfuso, poi visti i complimenti ricevuti nel 2010 si inizia l’imbottigliamento. Un’attività cominciata quasi in sordina, che cresce passo passo, anno dopo anno. Oggi sono 35mila le bottiglie ma l’aumento è costante. Domenico si occupa della produzione e della campagna, il figlio Antonino della commercializzazione, la sorella
Mariella di coordinamento e comunicazione.

Il vigneto del Cabernet è un ettaro e mezzo, a quota di quasi 400 m in terreno misto calcareo e argilloso, la conduzione agricola, come in tutta la proprietà, è quanto più sostenibile, da circa 15 anni non si usano insetticidi ma antiparassitari naturali, concimazione con stallatico e misto organico. In campagna grande attenzione e una prima selezione avviene con la potatura verde, vendemmia a mano e immediato e breve trasporto in cantina dove, sotto la guida dell’enologo Donato Lo Vecchio, il pigiodiraspato fermenta con le bucce per circa 10 giorni, per il cappello si fanno rimontaggi e delestage. Finita la malolattica oltre la metà del vino affina per un anno in barrique nuove, il resto in acciaio. Fatto l’assemblaggio chiarifica con bentonite e senza filtrazione si imbottiglia. Ai minimi termini i solfiti aggiunti, alla fine se ne trovano non oltre 50 mg/l. Il nome Kalpis viene dal greco e significa anfora.

Questo Igp Terre Siciliane nel calice ha colore rosso rubino non impenetrabile. Un naso austero e complesso dove inizia la frutta rossa sotto spirito per poi arrivare quella fresca. È intenso, così rotondo che non è facile individuare i singoli sentori, poi ossigenandolo sprigiona cioccolato, spezie e un sottofondo di menta, il peperone è appena avvertibile. Fine, franco, elegante. Un palato dai tannini vivaci ma già morbidi accompagnati da un’equilibrata acidità, armonico, ben strutturato con un finale che lascia un accenno amarognolo e mentolato. Un bel Cabernet Sauvignon che ha tutto ma non l’erbaceo. Sono 12mila bottiglie dal prezzo di 15 euro allo scaffale.
Per informazioni:
www.pietracavawines.it