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Santa Margherita nel ruolo di mecenate The Surreal Table, l'arte incontra il vino

 
26 aprile 2018 | 18:27

Santa Margherita nel ruolo di mecenate The Surreal Table, l'arte incontra il vino

26 aprile 2018 | 18:27
 

Santa Margherita continua il suo impegno nei confronti dell'arte e del genio creativo contemporaneo. In occasione della Milano Design Week 2018 ha presentato un progetto multidisciplinare curato da Davide Fabio Colaci.

Un progetto che fonde design, arte e vino e che esplora la ritualità della tavola attraverso la lente contemporanea del design, appunto.

(Santa Margherita nel ruolo di mecenate The Surreal Table, l'arte incontra il vino)

Nel mondo dell'arte il surrealismo ha sempre voluto raccontare la realtà attraverso mondi che apparentemente sembrerebbero inconciliabili, generando però visioni capaci di sorprendere proprio per la loro assurdità. Gli oggetti a funzionamento simbolico e la fabbricazione di oggetti apparsi in sogno sono stati, dalla nascita del surrealismo, strumenti validi per esprimere quel concetto di diversità da intendersi come bellezza e ambiguità insieme.

Quest'arte sembra oggi essere stata inglobata dal mondo del design contemporaneo, un moderno tentativo di ricercare la realtà attraverso la trasformazione delle cose. Si tratta di un'arte che procede per libera associazione di idee, unisce terreni estranei e regala sensazioni nuove.

The Surreal Table è un progetto che immagina la tavola contemporanea come territorio di esplorazione, una dimensione sperimentale e quotidiana legata ai sensi, un luogo tra reale e simbolico capace di costruire e veicolare messaggi di grande importanza.

(Santa Margherita nel ruolo di mecenate The Surreal Table, l'arte incontra il vino)

Cinque designers sono stati invitati da Santa Margherita a compiere una ricerca sugli oggetti per la tavola. Sono nati cinque progetti inediti legati ad altrettanti vini. Con “Rhyton Collection” Analogia Project immagina dei calici da libagione zoomorfi come protagonisti di un nuovo rituale contemporaneo, mentre Flatwig Sudio con “Anphora e tappi” rielabora in trasparenza l’archetipo millenario del contenitore da vino. Gli Eligo ridisegnano in chiave italiana “La Tulipaniera” per cerimonie e feste, mentre “Summer on a Solitary Beach” di Studio Lido racconta di una piscina e un trampolino per il momento dell’aperitivo; Zaven con “Pipe Dream”, scompone e ricompone poeticamente segmenti funzionali per la tavola.

Il progetto “The Surreal Table” trova una sua finale concretizzazione in un’esposizione dedicata all'interno della sede milanese di Santa Margherita Gruppo Vinicolo in via Durini 24, aperta al pubblico fino al 18 maggio 2018. L’allestimento scenografico è curato dallo stesso Davide Fabio Colaci e diviso in due scene: la prima è composta da un tavolo specchiante sul quale vengono descritti i progetti dei designers e presentati i cinque preziosi vini che li hanno ispirati nella ricerca; per ognuno di essi ha preso forma una creazione gastronomica del cuoco pluristellato Enrico Bartolini. La seconda scena è allestita nelle Sale delle Udienze, dove sono esposti i cinque progetti, in un’atmosfera immersiva generata da tende riflettenti color rame, linee di neon e soffitti decorati, riproponendo una dimensione esperienziale in chiave surrealista.

(Santa Margherita nel ruolo di mecenate The Surreal Table, l'arte incontra il vino)

Abbinamento arte-vino
Studio Lido e "52" Prosecco Superiore
Studio Lido immagina un set per l’aperitivo formato da un grande vassoio circolare e una coppa per olive. È un paesaggio da tavola formato da un trampolino con scala che si proietta idealmente verso una grande piscina circolare, un teatro abitato dal sapore surreale in cui cibo e vino diventano i protagonisti del rito dell’happy hour. Attraverso l’estremizzazione di forme e proporzioni che specchiano, duplicano e deformano tutto ciò che li circonda, creano relazioni inattese capaci di evocare mondi del nostro immaginario collettivo. Luoghi possibili animati dai riflessi delle superfici martellate del peltro che vibrano come fossero onde, e da spessori sottili e delicati che esaltano l’espressività dell’antico materiale metallico. All’ironia e freschezza di questa combinazione si legano la raffinata eleganza e la danzante leggerezza che modellano il “52”, Prosecco Superiore che prende il nome dall’anno in cui Santa Margherita iniziò a spumantizzare le uve provenienti dall’area storica di Valdobbiadene. Da oltre sessant’anni questo nettare dai profumi di fiori di campo e di frutta a polpa bianca è l'ideale per i migliori happy hour.

Analogia Project e Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Refrontolo
Analogia Project esplora il mondo rituale degli antichi boccali da libagione attraverso cinque nuove figure mitologiche per la tavola. Nella tradizione degli antichi gesti propiziatori il mondo animale ha sempre rappresentato un’importante fonte d’ispirazione, proprio come il vino per i momenti sacri e simbolici dell’esistenza dell’uomo. Questi calici da cerimonia sono cinque presenze ambigue, cinque coppe ibridate con parti di animali, elementi vivi che attraverso la loro dinamica e la loro effimera trasparenza rappresentano oggetti tra passato e presente. Forme plastiche e surreali, plasmate con la sapienza dei maestri soffiatori di Murano, che dall’antica tradizione degli animali in vetro, derivano la tecnica per una nuova simbologia cerimoniale. Una lumaca, una zampa di gallina, la coda di un delfino, un riccio e un ariete dalle grandi corna popolano come personaggi i rituali della nostra tavola. Antichi rituali in vigna si tramandano da tempi immemori nelle zone delle Rive, a Valdobbiadene. Così vengono chiamati i pendii più ripidi e scoscesi, che obbligano l’agricoltura ad osservare con rigore e sapienza solo pratiche manuali, in perfetta simbiosi con una natura selvaggia e rigogliosa. Qui nasce il “Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Refrontolo”. Dalla vitalità delle sue finissime bollicine sprigiona note floreali e di frutta a polpa bianca, vibrante freschezza e viscerale mineralità.

(Santa Margherita nel ruolo di mecenate The Surreal Table, l'arte incontra il vino)

Eligo e Pinot Grigio Impronta del Fondatore
Eligo rielabora l’archetipo della tulipaniera costruendo una grande architettura da tavola in Ceramica Atestina. È un oggetto originario del nord Europa, ma che affonda le sue radici nella tradizione orientale per arrivare in Italia solo dopo il diciassettesimo secolo; utilizzato per decorare le case e le tavole delle grandi feste, venne inventato per esaltare la natura effimera dei tulipani. La nuova tulipaniera è pensata come un sistema di parti autonome e sovrapponibili, capace di ospitare fiori ma al contempo immaginata per tutte le specie vegetali della tradizione italiana. È composta da tre elementi sferici decorati da losanghe e geometrie liberamente ispirate alle architetture di tre grandi maestri: Filippo Brunelleschi, Piero Portaluppi e Gio Ponti. Intrecci che disegnano un rapporto di pieni e di vuoti sulle superfici dei tre elementi, ciascuno sostenuto da tre putti classicheggianti, figure derivanti da un antico stampo sapientemente conservato degli artigiani decoratori della ceramica di Este, la cui purezza cromatica deriva dalla preziosa argilla bianca. La purezza cromatica riconduce ad un vino-icona di Santa Margherita, capace di avvitare tradizione di stile e innovazione di metodo: il “Pinot Grigio Impronta del Fondatore”. Di questa varietà dalla buccia ramata da cui si ottenevano in passato dei delicati vini rosati, gli enologi di Santa Margherita per primi compresero il potenziale di profumi e di eleganza, vinificandone il mosto senza contatto con le bucce. Ecco che nacque un vino di grande finezza, sapidità, croccantezza, bevibilità e versatilità di abbinamento con il cibo.

Zaven - Luna dei Feldi
Zaven immagina la tavola come un paesaggio percorso da un sistema di elementi componibili ad uso ludico-decorativo. Moduli di ceramica blu ottenuti per trafilatura, frammenti materici di un discorso fatto per segni dentro cui riconoscere le funzioni e i simboli di una convivialità aperta. Piccole alzate, portauova, contenitori e secchielli per bottiglia sono gli elementi di un discorso potenzialmente infinito, costruito sulle relazioni e sulle dinamiche delle forme sinuose di ogni pezzo e sulla loro interazione con la materia viva del cibo e del vino. Strumenti che non sono riconducibili alla sola valenza funzionale ma rendono l’intero sistema una composizione grafica ed enigmatica, una costruzione orizzontale che rielabora l’idea del classico centrotavola per caratterizzarsi attraverso una continua trasformazione di forme, usi e sequenze. È risalendo le forme altrettanto sinuose del fiume Adige che scopriamo la terra d’origine del “Luna dei Feldi”, vino complesso ed armonico nato dalla sintesi alchemica dell'Alto Adige e di Santa Margherita, un duo capace di fondere profumi e sapori di quattro differenti varietà: le note di frutta matura e le rotondità dello Chardonnay, le nuance di croccante frutta bianca e la mineralità del Pinot Bianco, le note di erbe officinali e la freschezza del Müller Thurgau, l’aromaticità speziata e la golosità del Gewürztraminer, in una continua evoluzione di profumi e sapori.

(Santa Margherita nel ruolo di mecenate The Surreal Table, l'arte incontra il vino)

Flatwig Studio e Malbech Impronta del Fondatore
Flatwig Studio recupera in chiave onirica l’antico modello dell’anfora a tre anse storicamente usata per conservare e trasportare il vino. Attraverso l’inusuale trasparenza e i suoi tre manici satinati, ci si dimentica delle tradizionali forme di ceramica dipinta, per riappropriarsi della preziosità del vino e celebrarne il valore cromatico e simbolico. Un oggetto delicato e ambiguo che tra passato e presente supera la sua funzione anacronistica per trasformarsi in un decanter che, con la combinazione di quattro tappi realizzati con tecniche e materiali diversi, accompagna il rito della degustazione del vino. L’apertura della bottiglia, l’atto del versare, la decantazione e l’inizio del convivio, sono le quattro fasi raccontate con quattro tappi rispettivamente in terracotta, lamina di rame, vetro e acciaio inox. Dispositivi simbolici e figurativi in grado di riconsolidare il legame tra ritualità e funzione. E proprio da terre lontane arrivò, nel Veneto Orientale, il Malbech. Santa Margherita interpreta questa varietà, insolita e quasi esotica per il nostro Paese, con eleganza, tensione alla piacevolezza e curiosità per le nuove sfide. È così che nasce il “Malbech Impronta del Fondatore”, un rosso generoso per ventaglio aromatico, che spazia dalla frutta alle erbe aromatiche a espressioni piccanti, plastico per croccantezza tattile, setoso per avvolgenza tannica, incalzante per ritmo gustativo, spiazzante per complessità e immediatezza.

Per informazioni: www.santamargherita.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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