Tra i birrifici più apprezzati e (ri)conosciuti del Paese compare il lombardo Bi-Du. Il nome arriva dagli antichi sumeri (popolazione da cui si hanno le prime tracce di birra prodotta) ed era il salario degli operai che corrispondeva a circa 2 litri di “birra” al giorno, da qui la filosofia del mastro birraio (e fondatore) Beppe Vento, quella di ricercare ingredienti semplici ma allo stesso tempo di brassare birre di carattere e facili da degustare, birre dove si riconosca la purezza dell’artigianalità e della passione per questa nobile arte.

L'offerta del birrificio
Il birrificio Bi-Du nasce a Rodero (Como) nel 2002 con un piccolo impianto da 200 litri, poi per motivi di produzione si sposta ad Olgiate Comasco nel 2009, con un nuovo impianto da 1200 litri che permette di produrre circa 10-14 cotte al mese.
«Le birre che più rappresentano il birrificio - racconta
Gabriele Bononi, tutto fare e braccio armato di Bi-Du - sono la chiara Rodersch, (5% vol) interpretazione dello stile Kolsch di Colonia (si aggiunge la desinenza Sch al nome del paese natale, Rodero, che va a significare “che arriva da”), la Artigian-ale, una strong bitter ale ambrata di 6,2% vol, la prima birra artigianale italiana dove viene utilizzato un luppolo americano (Cascade). Come terza la Confine, birra scura (6% vol) di scuola anglosassone ispirata alle porter».
Ad oggi le birre prodotte sono una quarantina divise tra “fisse” e “stagionali”, i malti arrivano dalla Germania, i luppoli per lo più dalla Slovenia, Repubblica Ceca, Italia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti.
«Il territorio è rappresentato da birre come Lampogna (anche versione “Forte”), Inverno Nucleare, Beertiglio, Agape, dove si trovano in aggiunta alla birra, produzioni di piccoli artigiani del Comasco come lamponi bio, miele di tarassaco (nell’Agape), miele di tiglio (nella Beertiglio) e pere abate fétel», continua Bononi. Nel 2018 è stata inoltre inaugurata la nuova taproom dove si può degustare, acquistare e avvicinarsi e approfondire la filosofia del birrificio Bi-Du.