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sabato 20 dicembre 2025  | aggiornato alle 11:33 | 116458 articoli pubblicati

Sive Natura, l'omaggio di Paolì ai vitigni che si affacciano sull'Etna

L’enologo siciliano ha aperto la sua cantina coltivando solo vitigni autoctoni. L’azienda si trova nelle campagne tra i comuni di Giarre e S. Alfio, tra i 400 e 500 metri sul mare .

di Antonio Stanzione
 
19 settembre 2020 | 18:11

Sive Natura, l'omaggio di Paolì ai vitigni che si affacciano sull'Etna

L’enologo siciliano ha aperto la sua cantina coltivando solo vitigni autoctoni. L’azienda si trova nelle campagne tra i comuni di Giarre e S. Alfio, tra i 400 e 500 metri sul mare .

di Antonio Stanzione
19 settembre 2020 | 18:11
 

Giuseppe Paolì, conclusi gli studi in agraria prima e in enologia poi, decide, dopo molti sacrifici e un continuo girovagare al servizio di aziende importanti, che è arrivato il momento di realizzare quel sogno, custodito gelosamente da sempre; ed è così che nasce il progetto “Sive Natura”, nome derivante dalla citazione del filosofo Spinoza “Deus Sive Natura” (“Dio Ossia Natura”), che sta a sottolineare l’animo divino della natura che, come racconta Giuseppe, rappresenta “il principale attore ed ingrediente dei nostri vini”. Con i tempi ormai maturi, Giuseppe intraprende questo viaggio enologico in prima persona e decide di investire nella sua terra d’origine, la Sicilia e più esattamente sull’Etna.

I vitigni di Sive Natura ai piedi dell'Etna - Sive Natura, l'omaggio di Paolì ai vitigni delle pendici dell'Etna

I vitigni di Sive Natura ai piedi dell'Etna

È qui che comincia una prima selezione massale delle vigne e, nel 2012, mette a dimora il primo impianto di Carricante, seguito poi dal Nerello Mascalese e infine dal Nerello Cappuccio; vitigni autoctoni dell’areale, che offrono i risultati migliori proprio coltivati sui versanti etnei. Sui terreni vulcanici, sabbiosi e ricchi di sostanze organiche, soggetti a fresche correnti d’aria provenienti dal vulcano e dalla vicinanza con il mar Ionio, i vigneti coltivati ad alberello non irriguo e ad alta densità d’impianto, tra ottomila e diecimila ceppi/ettaro, trovano il loro terroir ideale a sviluppare finezza e complessità.

La fitta densità d’impianto e l’ottima esposizione della vigna fanno sì che queste piante siano particolarmente fortunate, in quanto la vicinanza tra loro le spinge a cercare sostanze nutritive sempre più in profondità, esplorando i diversi strati del sottosuolo, così da donare complessità e concentrazione ai vini. In questo scenario, tanto affascinante da sembrare talvolta surreale, Giuseppe Paolì produce, con un lavoro attento, studiato e accurato in ogni fase, dalla coltivazione alla vinificazione, un vino bianco da uve Carricante in purezza e un rosso, il Nerello dei Cento Cavalli, che nasce da un bland di Nerello Mascalese 90% e per la restante parte Nerello Cappuccio, con l’obiettivo di rispettare e interpretare al meglio ogni singola annata.

Carricante, una delle etichette della cantina Sive Natura - Sive Natura, l'omaggio di Paolì ai vitigni delle pendici dell'Etna
Carricante, una delle etichette della cantina Sive Natura

Oggi parliamo del Carricante, proposto in tre annate, dalla 2018 ultima in commercio fino ad arrivare alla 2016 che ha di fatto dato i natali a questo affascinante e sontuoso nettare dal carattere vulcanico. Siamo sulle pendici orientali dell’Etna, tra i comuni di Giarre e S. Alfio, tra i 400 e 500 metri sul mare, su un terreno di origine vulcanica, sciolto, ricco di depositi piroclastici e di sostanze organiche; da un vigneto coltivato ad alberello etneo con una densità di impianto di circa 8000 ceppi/ha, nasce questo vino che fermenta in acciaio e tonneaux, dove rimane poi a contatto con i propri lieviti per circa un anno, prima di essere imbottigliato.

Il risultato per l’annata 2018 è di un nettare dal colore giallo paglierino, cenni fruttati di pesca croccante aprono un quadro olfattivo intenso, complesso e fine, che prosegue su sentori agrumati, di piccoli fiori di campo e macchia mediterranea; in lontananza si affacciano note di eucalipto, il tutto accompagnato da quella scia minerale di pietra focaia, identificativa e caratteristica di un territorio come l'Etna. Il sorso è teso, di buon corpo e di grande freschezza e sapidità, chiude su toni iodati e leggermente ammandorlato; l’annata 2017, regala sentori fruttati decisamente più dolci, seguiti poi da cenni di frutta secca e vaniglia, che anticipano note floreali di zagara e cenni iodati. Il sorso è pieno e verticale, di buona materia e dalla grandissima freschezza. Infine, la 2016 si presenta dal colore giallo paglierino, assumendo dei toni che tendono al dorato; il bouquet olfattivo passa ad una pesca matura seguita da cenni agrumati e floreali, note di vaniglia e frutta secca impreziosiscono un naso che diventa ampio nelle sue sfumature minerali e iodate. Il sorso è di buon corpo, succoso e armonico, la lunghissima scia fresco-sapida ci porta verso una interminabile persistenza e una invidiabile bevibilità.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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21/09/2020 13:01:31
1)
Bravo Giuseppe. Adesso tienici informati QUOTIDIANAMENTE sui tuoi vini, ma anche sugli altri vini siciliani e soprattutto dell’etna, con articoli dedicati ai vigneti, vitigni vecchi e nuovi, vinificazioni tradizionali e innovative. In altre parole dedica la tua passione e professione per restare al fianco di chi lavora la terra a questo scopo e di chi coltiva come me questo hobby. P.s. domenica prossima si vendemmia!
Rosario Grassi



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