Siamo ormai alla fine della vendemmia in Collio e Colli Orientali. I numeri dicono di una diminuzione media del 15% come quantità, decisamente buona la qualità. Le piogge di maggio hanno creato problemi pertanto i grappoli, generalmente, sono di una misura inferiore alla media con conseguente diminuzione della quantità di chicchi. Il che porta a una perfetta salubrità aiutata da quasi 15 giorni di ventilazione continua superiore al solito.

Il Vermouth di Cormons
Tempo di bilanci anche in Cantina Produttori di Cormons. Siamo andati a trovare il direttore generale,
Alessandro Dal Zovo. È passato poco più di un anno da quando ha intrapreso questa nuova sfida. Ha da poco superato i cinquanta anni, diplomato all’Istituto tecnico agrario di Gradisca e specializzato in Viticoltura ed enologia presso l’Istituto tecnico agrario di Cividale, Dal Zovo ha ricoperto in passato importanti incarichi per quanto riguarda sia l’Assoenologi regionale, sia il Consorzio tutela vini Isonzo, essendo stato vicepresidente di entrambe le realtà. È stato inoltre presidente della Consulta agricola del Comune di Cormons.
Com’è il bilancio di questo primo anno come direttore Generale della Cantina Produttori di Cormons?Sicuramente positivo, abbiamo fatto uscire nuovi vini. Abbiamo gestito bene il lockdown lavorando tantissimo con i privati e introducendo le vendite a domicilio. 1.200 consegne fidelizzando i vecchi clienti e acquisendone di nuovi. I nuovi vini hanno già avuto riscontri positivi e riconoscimenti. Ben 93 punti al concorso Vinitaly per il Pinot Bianco, ora attendiamo l’uscita delle guide. Abbiamo cercato di differenziare la produzione con una selezione puntuale in vendemmia sui vigneti del Collio che son quasi tutti terrazzati, questo per aumentare la qualità dei nostri vini. Cerchiamo di centrare il mercato che in questo momento vuole vini con alcool contenuto, buna freschezza e longevità. Avendo un grande parco viticolo a cui attingere, con epoche di maturazioni diverse, ci possiamo permettere di fare dei tagli creando dei vini che rispondo alle richieste dei clienti. Infatti i risultati sia a livello qualitativo che di bilancio, per la cooperativa, sono ottimi anche considerando l’effetto Covid. Abbiamo differenziato i mercati sia in Horeca che in Gdo che all’estero attutendo i problemi. Abbiamo in cantiere una serie di investimenti pari a 1 milione di euro per il prossimo triennio che ci permetterà di crescere ancora di più specialmente nel ramo export, che è sempre stato il nostro tallone d’Achille, sarà dura ma ce la faremo sicuramente. Posso garanti nere una remunerazione media delle uve in aumento, questo è per me l’obiettivo primario verso i soci.
Tra le tante novità della Cantina Produttori di Cormons c’è anche il Vermouth Kremaun. Perché si chiama così?“Vermouth” è il termine tedesco “Wermut” leggermente italianizzato: significa “assenzio”, perché l’Artemisia maggiore è l’ingrediente principale di questo prodotto. Mentre “Kremaun” è la traduzione germanica di Cormòns.
Lo producete voi?È prodotto con il nostro vino bianco ma viene lavorato dal Liquorificio Italia di Trieste, abbiamo lavorato e provato molto e finalmente ci siamo.
Con che erbe viene macerato?Non posso dire tutto, ci sono 10 botaniche da scoprire comunque la base è l’assenzio, e poi la scorza d’arancio.
Aperitivo o digestivo?Entrambi, va bevuto freddo, con un’oliva è ottimo come aperitivo. Con la scorzetta d’arancio è un perfetto digestivo.
Noi lo preferiamo neutro on the rocks. Il colore è ambrato, il ghiaccio non aiuta a farci percepire i sentori ma l’artemisia e l’arancio e il rosmarino e il pino mugo e un qualche cosa di affumicato riescono comunque ad avvolgere il nostro naso. Al sorso è delicato con nerbo e questa piacevole sensazione amaricante che si ferma alla base della lingua veicolando i sentori percepiti prima prolungandoli per moltissimo tempo. È un vermouth solare con i suoi 18 gradi, la bottiglia è la cara classica vecchia bottiglia della Cantina Produttori di Cormons che ci ricorda la tradizione. Sarebbe interessante fare degli abbinamenti e siamo convinti che con un risotto al pino mugo starebbe che è una meraviglia, ma anche con del fegato alla veneziana, un’insalata di finocchio e arancio, la trippa in bianco al rosmarino. Da provare. Dimenticavamo che il costo, per 700 cl è di 15 euro. Più che onesto.