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Vino In-dipendente 2024: «Un invito a bere meglio»

Ultimi preparativi per uno degli eventi enoici cresciuti maggiormente negli ultimi anni. Parola all'organizzatore Stefano Belli, capace di raccogliere in provincia di Brescia oltre 60 vignaioli e produttori di formaggi

di Carlos Mac Adden
 
13 gennaio 2024 | 15:00

Vino In-dipendente 2024: «Un invito a bere meglio»

Ultimi preparativi per uno degli eventi enoici cresciuti maggiormente negli ultimi anni. Parola all'organizzatore Stefano Belli, capace di raccogliere in provincia di Brescia oltre 60 vignaioli e produttori di formaggi

di Carlos Mac Adden
13 gennaio 2024 | 15:00
 

Giunge alla sua nona edizione nel 2024 Vino In-dipendente, mostra-mercato in programma domenica 21 gennaio, dalle 10:30 alle 20:00, nella Sala Polivalente del Comune di Calvisano, in provincia di Brescia. L'evento vede protagonisti oltre 60 vignaioli italiani che condividono una visione del vino fatta di salvaguardia dell’ambiente, metodi di produzione il meno possibile invasivi, rispetto della materia prima e senso di appartenenza al territorio in cui operano. L'ideatore di Vino In-dipendente è Stefano Belli, il "sommelier vinnaturista" dell'intervista pubblicata da Winemag subito dopo il controverso servizio di Report "Piccoli Chimici". È lui che oggi illustra i tratti principali dell'edizione 2024.

Vino In-dipendente 2024: «Un invito a bere meglio»

Tutto pronto per l'edizione 2024 di Vino In-dipendente a Calvisano (Brescia)

Da cosa prende origine l'ormai consolidato evento Vino In-dipendente?

Dalla mia personale passione per il vino e, in particolare, dall’incontro con vini realizzati rispettando al massimo territorio, inteso anche come suolo, corso naturale dell’annata, potenzialità e caratteristiche dell’uva di partenza. Piccole realtà a dimensione artigianale, non obbligatoriamente legate a logiche di mercato, che producono vini capaci di esprimere appieno le modalità produttive scelte, che difficilmente vedono due annate sovrapponibili ma capaci di regalare intense emozioni che catturano chi li prova ed esprimono i tratti di chi ne è l’artefice.

Questa visione è del tutto libera, interpretabile, o esiste una sorta di regolamento, se non un disciplinare vero e proprio?

Dopo le prime edizioni si è reso necessario adottare un regolamento, che desse ordine ed esprimesse le mie intenzioni, delineasse con sufficiente chiarezza quali vignaioli fossero in linea con lo spirito della rassegna. Tra le parti che lo compongono, la messa al bando di particolari sostanze di sintesi in vigna e in cantina, ma anche la moderazione nell’impiego di elementi come il rame - ammesso nella conduzione biologica della vigna, ma di fatto metallo che si accumula nel terreno - oltre al ricorso a fermentazioni spontanee e il contenimento delle chiarifiche.

Fatto inconfutabile: negli anni, Vino In-dipendente ha visto un crescente successo

Sì, il tempo ci ha portato una sempre maggiore affluenza di pubblico, costituito sia da addetti ai lavori e operatori, sia da semplici appassionati, con una particolare quota di figure «giovani», comprese in una fascia di età che vai dai 25 ai 45 anni. Penso sia un dato significativo, da diversi punti di vista.

A proposito di giovani, ora si parla sempre più della nocività dell'alcol per l’uomo ed è nata la "generazione zero alcol": come vi ponete di fronte a queste prese di posizione?

Ne siamo, consci. La rassegna è composta da piccole realtà, che propongono a prezzi corretti e sostenibili per la loro struttura (15/20 mila bottiglie in media) vini "salubri", non "appesantiti" da trattamenti, senza mai dimenticare la componente alcolica. Il tutto può essere visto come un invito a bere meglio, convivialmente. Con attenzione, rispetto e moderazione.

Qualche novità per questa edizione 2024?

Fondamentalmente due. Una sempre maggiore attenzione e, con lo stesso approccio, la compresenza del cibo: emblematica la partecipazione di aziende produttrici di formaggi e dei vini, come Elisabetta Foradori, ma anche di una figura come Andrea Bezzi, grande produttore di Silter Bio e di altri formaggi camuni, o dell’Agriturismo Il Colmetto, stella verde Michelin 2024. La seconda una degustazione ad opera di quattro vignaioli dei Colli Bolognesi che esprime e condensa appieno, con tempi e modi adeguati, lo spirito e il senso dell’intera rassegna.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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