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Val di Cecina

Un vignaiolo francese in Toscana: la storia della tenuta Colline Albelle

Una storia di avventura, coraggio e forse anche di un po' di fortuna quella di Julian Reneaud che ha ridato vita a un vigneto abbandonato a Riparbella. I vini presentati a Roma con i piatti dello chef stellato Daniele Lippi

di Mariella Morosi
 
29 febbraio 2024 | 14:30

Un vignaiolo francese in Toscana: la storia della tenuta Colline Albelle

Una storia di avventura, coraggio e forse anche di un po' di fortuna quella di Julian Reneaud che ha ridato vita a un vigneto abbandonato a Riparbella. I vini presentati a Roma con i piatti dello chef stellato Daniele Lippi

di Mariella Morosi
29 febbraio 2024 | 14:30
 

Julian Reneaud, titolare delle Colline Albelle di Riparbella, in Val di Cecina (Pi), è un giovane enologo e winemaker francese che prima di realizzare il sogno di una cantina tutta sua ha lavorato in quelle degli altri in ruoli di responsabilità, non solo imparando, ma facendo sempre più emergere e consolidare la sua personale idea di far vino. Giramondo, dalla California alla Toscana, un giorno ha incontrato un vigneto abbandonato e ha pensato che quello fosse il segnale che aspettava per diventare finalmente vignaiolo.

Un vignaiolo francese in Toscana: la storia della tenuta Colline Albelle

Julian Reneaud, titolare delle Colline Albelle di Riparbella

Mancava però il danaro per l'acquisto. Problema insormontabile? «No - come ha raccontato in un incontro conviviale romano al ristorante stellato Acquolina per presentare i suoi vini - mi sono comportato come se li avessi: ho fatto un progetto e l'ho sottoposto a persone che potevano essere interessate. Due imprenditrici vinicole, Dilyana Vasileva e Irena Gergova, hanno aderito e sono nate le Colline Albelle».

I vini di Julian Reneaud con i piatti di Acquolina

Una storia di avventura, coraggio e forse anche di un po' di fortuna che Julian Reneaud ha raccontato presentando i suoi vini: Inbianco 2022 e 2020, InRosso 2021 e Serto 2020. Felice l'abbinamento con altrettanti piatti dello chef Daniele Lippi di Acquolina a Roma (2 stelle Michelin): Merluzzo cavolfiore e caviale, Tortelli di cacio e pepe con anguilla croccante, filetto di agnello con sedano rapa e prugne e infine un Cheese cake al frutto della passione.

Come sono nati i vini di Julian Reneaud

Le idee erano chiare e da subito - ha raccontato - con tutta la consapevolezza della sfida di costruire una realtà da zero, e in più, in una situazione agronomica degradata da tempo. Voleva vini in purezza nei 20 ettari vitati e la scelta è caduta su Sangiovese, Merlot e Vermentino. Oggi, con l'orgoglio di aver visto giusto, continua sulla via delle sue personali scelte enologiche, allora poco comprensibili nel settore di chi fa vino e che forse, fuori dal coro, lo sono ancora oggi.

Un vignaiolo francese in Toscana: la storia della tenuta Colline Albelle

I vini: Inbianco, InRosso e Serto

Tra le altre, oltre al biologico e biodinamico, una potatura che punta ad ottenere due grappoli per pianta, la raccolta manuale anticipata per ottenere una gradazione alcolica leggera e una beva fragrante, una bassa gradazione (10% vol.nel Vermentino Colline Albelle InBianco), fermentazione in acciaio inox a bassa temperatura e con lieviti indigeni e successivamente in barrique non tostate. «Confermiamo la nostra identità - dice- siamo noi a dover creare il mercato per vini atipici che sono il nostro biglietti da visita».

L'assaggio dei vini di Julian Reneaud

InBianco, prodotto in 4mila bottiglie, è espressione delicata del terroir, minerale e floreale, elegante con sensazioni di lunghezza e verticalità e una struttura tannica setosa. La fermentazione alcolica e malo-lattica è in acciaio 90% e il 10% in barrique non tostate. il Merlot Colline Albelle Inrosso è un Merlot dinamico, croccante, verticale. Si presenta con un bouquet delicato, una ricercata freschezza e una bella spalla acida sul palato con struttura e toni di frutti rossi, ciliegia e fragole. Fermentazione alcolica e malolattica in acciaio a 15°C Barrique per 18 mesi (14mila bottiglie). Il terzo vino della gamma è il Serto, classica espressione del Sangiovese, con fermentazione alcolica e malo-lattica in acciaio a 15°C e 30 mesi in barrique (2.300 bottiglie). 13 gradi, è intenso, aromatico, con sentori floreali e fruttati, note balsamiche e tannini morbidi.

I trattamenti di rame e zolfo sono ridotti e per le loro proprietà fungicide si sono usati l'olio essenziale di semi di pompelmo e il sapone nero. Ma, al di là delle certificazioni, la sostenibilità è dovunque: dai boschi, custoditi secondo la filosofia di Miyawaki, volta a ripristinare una fitta biodiversità coniugandola alla bellezza, fino all'orto di casa condotto in permacultura. Sono arrivate le api e ora le arnie sono 50. Ma il miele non viene ancora raccolto, per non turbare l'equilibrio e i nuovi arrivi degli sciami. Tutto è stato studiato per non impattare l'ambiente, anche le capsule sono a base vegetale.

La tenuta Colline Albelle

La tenuta prende il nome dai profili collinari e dai suoli tufacei e i vigneti scendono dalla cresta ai crinali di due colline dai suoli drenati e sabbiosi punteggiati di sassi chiari. Per questo Ripa Albella, cioè ripa bianca, era l'antico nome dell'area, dall'alto potenziale enologico per le condizioni climatiche, a 300 mt di altitudine e con il mare ad appena 10 km. «Condizioni - dice - che favoriscono lo spessore delle bucce con concentrazione in polifenoli. Ciò facilita l'estrazione di colore, offre tannini morbidi e gli aromi varietali necessari per produrre vini distintivi e una acidità necessaria per arrivare all'eleganza».

La proprietà si completa con un casolare per l'ospitalità, Villa Albella, gestito dallo chef Roberto de Franco, già attivo in percorsi stellati internazionali che celebrano la cucina italiana.

Colline Albelle
Località il Palazzo, Strada Terenzana 5 - 56046 Riparbella (Pi)
Tel 380 3454664

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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