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VECCHIE ANNATE

Dal Sauvignon al Picolit: le vecchie annate di Butussi sono una garanzia

Viaggio in ''verticale'' con quattro vini di una delle aziende simbolo della Doc Friuli Colli Orientali. A Corno di Rosazzo, sul confine tra Italia e Slovenia, vini bianchi, rossi e passiti non temono il tempo

di Giacomo Merlotti
 
25 marzo 2024 | 12:25

Dal Sauvignon al Picolit: le vecchie annate di Butussi sono una garanzia

Viaggio in ''verticale'' con quattro vini di una delle aziende simbolo della Doc Friuli Colli Orientali. A Corno di Rosazzo, sul confine tra Italia e Slovenia, vini bianchi, rossi e passiti non temono il tempo

di Giacomo Merlotti
25 marzo 2024 | 12:25
 

Genius Loci, dicevano i latini, quasi come se un territorio potesse esprimere la propria essenza in modo metafisico. All’uomo il compito di tradurlo in realtà. Circa 18 ettari di proprietà più 6 in conduzione ed altri 9 di recente acquisizione ma ancora a nuda terra. Poco più di 140 mila bottiglie all’anno (di cui il 60% commercializzate in Italia) figlie dei vitigni, autoctoni e non, tipici della zona. Parcelle tutte a breve distanza dal corpo aziendale. Questi gli strumenti a disposizione dell’Azienda vinicola Valentino Butussi per raccontare il proprio territorio. La zona in questione è quella della Doc Friuli Colli Orientali, areale che a volte passa in secondo piano rispetto al vicino Collio. Colli orientali che più orientali non si può: siamo a Corno di Rosazzo (Udine), comune italiano a diretto confine con la Slovenia.

Dal Sauvignon al Picolit: le vecchie annate di Butussi sono una garanzia

L'Azienda vitivinicola Valentino Butussi

A Filippo, Matia e Tobia, terza generazione della famiglia Butussi, il compito di portare avanti il percorso già segnato dal padre Angelo. Se l’approccio biologico alla coltivazione è ormai una prassi comune a molte realtà, la ricerca dell’equilibrio in vigneto ed in cantina è invece la cifra stilistica di Butussi. I filari sono pressoché tutti in prossimità di boschi o corsi d’acqua, per favorire la biodiversità. La selezione delle barbatelle per i nuovi impianti o per colmare la fallanze avviene sempre a partire da viti vecchie per conservare il patrimonio genetico.

Il nutrimento per i vigneti viene autoprodotto. Il materiale organico che viene scartato dalla filiera produttiva (rami di potatura, raspi, bucce, etc.) viene compostato attraverso l’azione di enzimi, funghi e batteri e restituito al terreno sotto forma di humus. In cantina l’approccio è sempre rivolto al massimo rispetto della tradizione, del vitigno e del varietale. Pressatura verticale lenta, botti grandi (come da tradizione) in legno raramente nuovo, uso di vasche in cemento non vetrificato di grande spessore (oltre 11 cm) per non snaturare le note tipiche dei diversi vitigni.

Butussi, quattro vini in verticale

Friuli Colli Orientali Doc Sauvigno Blanc “Genesis”

Vasta la tipologia dei vini di casa Butussi. Sorprende soprattutto la degustazione del Friuli Colli Orientali Sauvignon Blanc “Genesis”, vino ottenuto da una sola parcella il cui impianto risale al 1990 proposto in una verticale delle annate 2021, 2019, 2015, 2014, 2011, 2007, 2000 (annate 2011, 2007 e 2000 non ancora etichettate “Genesis” ma provenienti dal medesimo vigneto). Due gli aspetti di “Genesis” che catturano l’attenzione. In primis il varietale; le note tipiche del vitigno sono indubbiamente presenti ma non risultano aggressive neppure nelle annate più giovani. I tipici sentori erbacei di foglia di pomodoro, felce ed erba tagliata, così come il bosso, il mughetto sono presenti ma non invasive lasciando spazio a note di frutta fresca ed agrume.

Marchio di fabbrica del territorio ben riportata dalla cantina nei vini. In secondo luogo l’attenzione va alla longevità del vino. Se le varie annate la naso risultano fra loro differenti, vuoi per l’andamento climatico della stagione vuoi per via dell’invecchiamento, spaziando dalla frutta fresca delle annate più giovani alle note più cremose e legnose del 2014 per arrivare al leggero tocco di idrocarburo della 2011 e fin anche ad una nota quasi botritizzata nel 2007, al palato risultano fra loro molto più “vicine”. L’acidità resta sempre viva, donando sempre grande agilità di beva ad ogni annata, ma soprattutto non facendo minimamente sospettare i 21 anni trascorsi fra prima e l’ultima annata.

Friuli Colli Orientali Doc Pinot Grigio Ramato “Madonna d’Aiuto”

Mini verticale (2020, 2019, 2018) per il “Ramato” di casa Butussi. Per la produzione del Friuli Colli Orientali Doc Pinot Grigio Ramato “Madonna d’Aiuto” l’uva, anche qui da singola particella, viene diraspata e lasciata a macerare sulle bucce fino alla partenza della fermentazione indigena. Ne consegue il colore del vino, ramato carico e luminoso. La scelta di Butussi nel produrre un macerato da Pinot Grigio è chiara: nobilitare un vitigno tipico del territorio che troppo spesso viene vinificato “in bianco” togliendo complessità ai vini per puntare ad una bevuta “di massa”. Mela, pera, frutti rossi, scorza d’arancia, che non coprono le note floreali. Sorso agile ma al contempo succoso. Pieno. Minerale (quasi salino) con un finale asciutto in cui emerge un leggerissimo e delicato tannino.

Friuli Colli Orientali Doc Rosso Riserva “Godje”

Anche qui singola particella per un rosso ottenuto con 100% Refosco dal Peducolo Rosso. Macerazione sulla bucce, pressatura verticale lenta e affinamento per 24 mesi in botti di rovere da 300 litri. Un rosso di struttura. Colore porpora pieno e luminoso che non perde di intensità lungo le tre annate proposte (2019, 2016, 2009). Frutti rossi, ciliegia, mora, lampone, prugna cui si affiancano spezie morbide come cacao e liquirizia ed un leggera nota di pepe. Sorso pieno, avvolgente per il Friuli Colli Orientali Doc Rosso Riserva "Godje". Tannini vellutati che spingono a pensare all’abbinamento gastronomico. Marcata freschezza che ne invita alla beva. Lunga persistenza. Caratteristiche che migliorano con l’invecchiamento.

Friuli Colli Orientali Picolit Docg

Due annate, 2015 e 2009, per il passito simbolo della regione, il Picolit. Il mosto concentrato ottenuto dall’appassimento viene fatto fermentare in botti di rovere di Slavonia da 700 litri tradizionali friulane. Giallo dorato carico per il 2015, tendente all’ambrato per il 2009. Sentori incredibilmente stratificati che spaziano dal floreale alla frutta surmatura alle spezie dolci e che con l’invecchiamento si arricchiscono di note di fico secco, dattero e fiori passiti. In bocca nasconde sapientemente la propria dolcezza; nonostante l’elevato livello zuccherino la fresca acidità regala una bevuta per nulla stucchevole.

Valentino Butussi Azienda Vitivinicola
Via Pra di Corte, 1 - 33040 Corno di Rosazzo (Ud)
Tel 0432759194

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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