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La Calabria del vino, parola d'ordine: valorizzazione degli autoctoni

La Calabria si conferma territorio di eccellenze enologiche, come emerso nella scorsa edizione di Vinitaly grazie alla riscoperta e alla valorizzazione di vitigni autoctoni calabresi come Zibibbo, Gaglioppo , Maglioppo, Pecorello e Greco Bianco. Ippolito1845, Cantine Benvenuto, Terre di Balbia e Cantine Viola, sono solo alcune delle numerose aziende che hanno presentato le loro creazioni vinicole durante il salone internazionale del vino a Verona

27 aprile 2024 | 16:30
La Calabria del vino, parola d'ordine: valorizzazione degli autoctoni
La Calabria del vino, parola d'ordine: valorizzazione degli autoctoni

La Calabria del vino, parola d'ordine: valorizzazione degli autoctoni

La Calabria si conferma territorio di eccellenze enologiche, come emerso nella scorsa edizione di Vinitaly grazie alla riscoperta e alla valorizzazione di vitigni autoctoni calabresi come Zibibbo, Gaglioppo , Maglioppo, Pecorello e Greco Bianco. Ippolito1845, Cantine Benvenuto, Terre di Balbia e Cantine Viola, sono solo alcune delle numerose aziende che hanno presentato le loro creazioni vinicole durante il salone internazionale del vino a Verona

27 aprile 2024 | 16:30
 

La Calabria, terra di eccellenze enologiche, si distingue per la sua ricchezza di vini pregiati. A Vinitaly sono numerose le cantine della regione che hanno mostrato l'unicità e la tradizione dei propri vitigni autoctoni e metodi di vinificazione.

Ippolito1845 ha presentato il Rivadiva, un Banc De Blancs ottenuto da uve Greco Bianco e Pecorello. Inoltre, la collaborazione con l'illustratore Frelly per una limited edition non solo aggiunge un tocco artistico alle etichette, ma contribuisce anche al restauro della Fontana del Principe a Cirò, mostrando un impegno verso il territorio e la sua valorizzazione. Cantine Benvenuto presenta il Bianco di Falco, un Zibibbo vinificato secco che rappresenta un omaggio alla tradizione secolare dello Zibibbo in Calabria. 

Terre di Balbia sorprende con il suo rosato Ligrezza, ottenuto da uve Gaglioppo, e il Fervore, realizzato con il rinomato vitigno Magliocco. Entrambi i vini incarnano l'anima del territorio di Cosenza, esprimendo una bassa gradazione alcolica e una straordinaria capacità di invecchiamento. Infine, Cantine Viola ci introduce al Moscato di Saracena, un vitigno unico al mondo con una lavorazione altrettanto unica e affascinante. 

Rivadiva di Ippolito1845: omaggio alla costa ionica e alla dolce vita

Ippolito1845, dalla Calabria ha portato a Vinitaly una nuova ed entusiasmante aggiunta alla propria gamma: Rivadiva. Questo nome evocativo richiama le suggestioni della splendida costa calabrese, con un tocco di glamour che rimanda alla dolce vita degli anni '60. La novità è un blend di due vitigni autoctoni calabresi, il Pecorello e il Greco Bianco, che incarnano l'autenticità e l'essenza del territorio.

«Rivadiva è un nome composto che ci piaceva in quanto richiama un pochino la nostra bella costa. - spiega Paolo Ippolito di Ippolito1845 - Con “diva”, ritorna quel concetto degli anni '60, in cui la bollicina rappresenta la dolce vita italiana di quel tempo. Quindi abbiamo unito questi due nomi. Il termine richiama anche le origini magnogreche della nostra zona. Punta Alice è, inoltre,  una zona sacra consacrata al culto del dio Apollo. Quindi questo nome racchiude in sé l'essenza del nostro territorio».

La Calabria del vino, parola d'ordine: valorizzazione degli autoctoni

I vini di Ippolito1845 in esposizione a Vinitaly 2024

«Anche perché i due vitigni che compongono questo vino sono il Pecorello e il Greco Bianco, due autoctoni calabresi. - continua Ippolito - Il Pecorello, per noi rappresenta un vino importante introdotto in quest'ultima generazione, ci ha dato tanto lustro, tanta visibilità, è un vitigno tipico del nord della Calabria che abbiamo avuto l'ardire di impiantare vicino al mare. Cresce, di solito, tra i 400 e gli 800 metri di altezze mentre noi l'abbiamo posizionato a 300 metri dal mare, conferendo quindi questo carattere mediterraneo/salino che da subito è stato un tratto distintivo di questo nobile vitigno che oggi in Calabria è molto, molto richiesto. È il varietale più di moda in questo momento e noi abbiamo avuto la fortuna avere la paternità commerciale di questo vino, essendo stati i primi ad averlo imbottigliato».

L'azienda Ippolito1845 è una cantina storica e come spiega Paolo Ippolito: «La storia dell'azienda si lega alle origini della nostra famiglia, alla figura di nostro nonno Vincenzo che nell'immediato dopoguerra commerciava molto con il Piemonte. Ancora non c'erano i disciplinari, non c'erano le doc, parliamo di fine anni '40, primi anni '50 e con i suoi colleghi piemontesi fece una scommessa. Lui sosteneva che il Gaglioppo fosse più longevo del Nebbiolo e quindi cominciò a vinificare il nostro Cirò, e a metterlo in commercio dopo dieci anni. Nacque così la riserva che noi, oramai da oltre settant'anni ininterrottamente, produciamo. Una piccola produzione di 4000 bottiglie, un esercizio di stile che dimostra la grande capacità del Gaglioppo di invecchiare. Mi piace molto ricordare una frase di Walter Speller che durante una degustazione verticale, aprendo una nostra bottiglia del '69,  in occasione dei cinquant'anni della Doc Cirò ha definito il Gaglioppo un “monumento il diavolo con il quale ci siamo garantiti l'eterna giovinezza, senza però venderci l'anima che è rimasta la stessa”».

La Calabria del vino, parola d'ordine: valorizzazione degli autoctoni

Paolo Ippolito

Per la parte dedicata al design dell'etichetta Ippolito1845 si affida all'illustratore Frelly, come spiega Paolo Ippolito: «Enrico Focarelli Barone, in arte Frelly, è uno dei più promettenti illustratori italiani. Tre anni fa abbiamo commissionato questo lavoro di illustrare sei etichette dalle quali poi abbiamo realizzato una campagna di comunicazione. Al termine l'abbiamo declinata in una special edition, una serie a numero limitato, un esperimento di responsabilità sociale, infatti, con parte del ricavato della vendita di questa collezione contribuirà alla ristrutturazione  della Fontana del Principe,  un monumento storico di Cirò. Un modo per noi di restituire al territorio quello che il territorio ci dà».

Ippolito1845 | Via Tirone 118 - 88811 Ciró Marina (Kr) | Tel 0962 31106

Cantine Benvenuto: con Bianco di Falco ode allo Zibibbo calabrese

Cantine Benvenuto presenta con orgoglio a Vinitay la sua ultima creazione: il Bianco di Falco. Questo vino rappresenta un omaggio alla tradizione secolare dello Zibibbo in Calabria, un lavoro di recupero avviato nel 2002 per preservare una pratica vinicola che rischiava di scomparire. Dopo undici anni di impegno, è stato ottenuto il primo Igp e il permesso di commercializzazione per il Bianco di Falco, in seguito ribattezzato con il nome dell'azienda.

«Bianco di Falco vuole essere un omaggio al primo zibibbo che abbiamo fatto. - Spiega Giovanni Benvenuto - Il nostro lavoro è stato proprio quello di recupero di una tradizione che stava scomparendo, tradizione secolare che risale addirittura ai Fenici. Si differenzia da quella siciliana, in Calabria, perché si è sempre vista la vinificazione di questo vitigno nella versione secca. Nel 2002 ho deciso di recuperare questa vinificazione, scoprendo che purtroppo non era consentita e solo dopo undici anni di duro lavoro finalmente ottengo il primo Igp e il permesso di vinificarlo. Il primo Zibibbo, appunto, si chiamava Bianco di Falco, poi successivamente tramutato in Benvenuto per associare il nostro cognome e la cantina allo Zibibbo».

La Calabria del vino, parola d'ordine: valorizzazione degli autoctoni

Giovanni Benvenuto

«Bianco di Falco è prodotto solo con la selezione delle migliori uve e soltanto nelle migliori annate. Abbiamo ottenuto quasi 1900 bottiglie numerate che hanno fatto la fermentazione in barrique di rovere per poi affinarsi un anno in bottiglia. Vuole essere, quindi,  la massima espressione e rendere omaggio a quello che fu il primo Zibibbo».

«Al naso ricorda molto lo zibibbo, quindi tante persone hanno quasi la sensazione di bere qualcosa di dolce. Poi invece nel bicchiere si trova una grande mineralità, una freschezza, una stabilità e tutto questo è dato dal terreno granitico, che è alla base di questa situazione:  l'espressione minerale, la freschezza, la sintesi ed anche la stabilità che hanno questi vini sono tutte derivate dal granito, perché le vigne esistono sul cosiddetto blocco calabro, che è quella porzione della Calabria dove il granito è molto superficiale, unica in tutta Italia».

Cantine Benvenuto | Via dello zibibbo - 89815 Ziopà I (Vv) | Tel 331 7292517

Terre di Balbia: i vini Ligrezza e Fervore conquistano il palato

Terre di Balbia incarna l'anima della tradizione vinicola calabrese con i suoi vini distintivi, che celebrano i vitigni autoctoni della regione. Il rosato di Gaglioppo, il Ligrezza, ha ricevuto meritati riconoscimenti, tra cui il prestigioso titolo di miglior rosato nella guida bio 2024 per l'Italia. 

Ma l'attenzione di Terre di Balbia per i vitigni autoctoni calabresi non si ferma qui. Il Fervore, realizzato con il rinomato vitigno Magliocco, rappresenta un'autentica espressione del territorio di Cosenza. Con una gradazione alcolica moderata, compresa tra 12,5° e i 13°

La Calabria del vino, parola d'ordine: valorizzazione degli autoctoni

Giuseppe Chiappetta

«Siamo molto orgogliosi perché il Gaglioppo è un vitigno autoctono calabrese - spiega Giuseppe Chiappetta - il nostro vino si chiama Ligrezza ed è fatto esclusivamente di queste uve e siamo molto felici in quanto è stato dichiarato il miglior rosato nella guida bio 2024 per quanto riguarda l'Italia. È un vino che si beve molto piacevolmente fresco, da abbinare a pietanze di pesce, crostacei, ma per la struttura che ha può essere un vino da accompagnare a tutto pasto».

«L'altro vitigno autoctono che abbiamo è il Magliocco, da cui produciamo il Fervore - continua Chiappetta - In etichetta presenta l'aquilone, e colori quelli del Mediterraneo, ma raffigura anche il nostro cuore, da cui tiriamo fuori tutta la nostra passione, il nostro lavoro. È il vitigno principe della zona di Cosenza, in cui è presente la denominazione Terre di Cosenza. Ha un'altra caratteristica molto importante: pur essendo un vitigno del sud mantiene una bassa gradazione. Questo vino raggiunge una gradazione alcolica che va dai 12,5° ai 13°, un fatto molto importante considerando che il mercato che si sta spostando sempre più verso i vini a bassa gradazione, ma stesso tempo è anche un vino longevo, un vino da invecchiamento».

Terre di Balbia | Contrada Montino - 8704 Altomonte (Cs) | Tel 0984 35359

Cantine Viola: Passito Moscato, un elisir millenario dal Parco Nazionale del Pollino

Cantine Viola portano avanti un'autentica tradizione vinicola nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, in Calabria, producendo un vino passito unico al mondo: il Passito Moscato. Questo vitigno particolare è protagonista di una lavorazione altrettanto singolare, tramandata da generazioni e custodita gelosamente come un tesoro nazionale.

«Noi ci troviamo nel Parco Nazionale del Pollino, in Calabria appunto, e produciamo questo vino passito che ha una vinificazione unica al mondo. - esordisce Alessandro Viola -  Un vino che si tramanda in modo orale, da padre in figlio da secoli, le prime testimonianze risalgono al cinquecento. Un vino così apprezzato nell'ambito locale da un cardinale calabrese che lo donava al Papa».

La Calabria del vino, parola d'ordine: valorizzazione degli autoctoni

Alessandro Viola

«La particolarità de Passito Moscato è che viene bollito. - racconta Alessandro Viola - Raccogliamo le varietà di Moscatello di Saracena e Duraca, che sono due vitigni della famiglia del Moscato, a fine agosto/primi di settembre e l'uva viene appesa grappolo per grappolo in cantina e appassisce tutto il mese di settembre. Nei primi giorni di ottobre raccogliamo altre due uve: la Guarnaccia Bianca e la Malvasia. Il mosto di queste uve fresche, non appassite, viene bollito, si fa un mosto cotto che una volta raffreddato viene messo in cisterne d'acciaio diventando un mosto muto che non fermenta più. I lieviti con la bollitura muoiono. Da qui cominciamo a selezionare l'uva Moscato».

«Questo uva del tutto appassita, dà pochissimo mosto e viene selezionata manualmente chicco per chicco che vengono schiacciati uno ad uno - continua Viola -  Questa vinaccia immersa nel mosto bollito subisce la funzione dei lieviti che sono presenti sull''uva e innescano la fermentazione. A questo punto l'uva resta a macera per sei mesi nel mosto rendendola profumatissima ed aromatica, successivamente affina ancora in acciaio per lungo tempo. Insomma, una tecnica unica al mondo».

«È un vino che tradizionalmente si abbina con i dolci, come la pasta di mandorla, ma lega benissimo anche con i formaggi e gli arborinati, col foie gras e il fegato, è molto versatile». - conclude Alessandro Viola.

Cantine Viola | Via Roma 18 - 87010 Saracena (Cs) | Tel 340 3674357 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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