Scraleca, azienda agricola in Valle Camonica, la valle dei segni, la più estesa tra quelle bresciane, nasce nel 2002 ad opera di tre fratelli: Tino, Gualtiero, entrambi architetti, e Marialia Tedeschi, insegnante. Parrebbero professioni aliene rispetto all’agricoltura, ma nonno Giovanni, che da Lavarino, località brenese, si spostò con la famiglia a Darfo agli inizi dell’800, coltivava vite e olivo. Il compito - forse più corretto dire la missione - di dare continuità a quella passione, ché qui si parla di agricoltura estrema, fu particolarmente sentito dallo spirito di Tino, attuale presidente del Consorzio Valcamonica Igt, dopo aver ricoperto altri ruoli istituzionali in Valle.

L'azienda agricola Scraleca in Valle Camonica
Il risultato è una realtà aziendale ora affidata - esiste ancora il ricambio generazionale - alle nipoti Valentina, che oltre al ruolo di titolare si occupa principalmente dell’agriturismo, e Anna, che cura la campagna, entrambe figlie di Gualtiero, coadiuvate da David, figlio di Marialia.
L’agricoltura estrema della Valle Camonica
Scraleca è un’azienda polifunzionale di montagna: conta su quattro ettari di oliveto, due di vigneto e uno, in zona pianeggiante, coltivato a mais. E già qui non pochi potrebbero sorprendersi: siamo ai limiti di latitudine settentrionale della crescita dell’olivo. Ribadiamo inoltre - sarebbe tempo che divenisse fatto assodato - che in Valle Camonica si produce vino pressoché da sempre. Solo alcune cifre: nel 1956 la superficie vitata esistente era di 2.600 ettari, quando il vino era alimento, parte integrante di spesso magre diete, per arrivare a un minimo di 85 ettari nel 2001, complice lo spopolamento attivo delle risorse: le donne trovavano lavoro nel tessile, gli uomini nella siderurgia.

Una vigna dell'azienda agricola Scraleca
Sino a contare sui circa 150 odierni, dove un attento lavoro di zonazione ha spostato l’indicatore dalla quantità - vini poveri di corpo e profumi, acidi e bassi di alcol - alla qualità, non poche volte sorprendente del prodotto. Ma cambiare percezioni e luoghi comuni, si sa, è quasi sempre lavoro improbo, che richiede tempo e perseveranza, e i risultati, i riconoscimenti, spesso provenienti dall’esterno, non si sono fatti attendere. Sempre più i vini camuni sorprendono in degustazioni ufficiali e iniziano a conquistare la locale ristorazione.
Il Moro e il Griso: due vini simbolo
È il caso del Moro di Scraleca, un uvaggio rosso di Merlot in prevalenza e Rebo, incrocio fra Merlot e Teroldego, che recentemente ha ottenuto la medaglia d’oro al Mondial des Vins Extrêmes, concorso enologico internazionale valdostano tenutosi tra il 21 e il 22 dello scorso settembre. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 900 aziende provenienti da tutto il mondo, con vini che devono essere prodotti in zone con una o più “difficoltà strutturali permanenti”, come l’altitudine superiore ai 500 metri slm, le pendenze maggiori del 30%, la provenienza da vigne poste su terrazze o gradoni, così come la coltivazione in piccole isole.
Il Moro, vino rosso Igt Val Camonica, proviene interamente dal vigneto Corne Rosso da agricoltura integrata: ha note speziate e ricordi di frutta rossa uniti a erbe aromatiche; il tutto, pur con un corpo ben percepibile, all’insegna di una buona beva. Viene affinato in barrique di terzo passaggio che non sovrastano in alcun modo il frutto originario, ma lo stabilizzano e armonizzano. La prima vendemmia è stata nel 2016, non seguita da commercializzazione, che è invece avvenuta nel 2017. L’annata premiata è il 2023, ed è l’unico vino lombardo, insieme a un ben più blasonato e storico Valtellina Superiore Docg Riserva, ad avere ottenuto questo riconoscimento.

Tre bottiglie di Griso dell'azienda agricola Scraleca
Accanto al Moro, Scraleca da più anni produce il Griso, vino bianco Igt Val Camonica ottenuto da uve Incrocio Manzoni, incrocio tra Pinot Bianco e Riesling Renano, con una piccola quantità di Kerner, nei vigneti Grimaldi e Scraleca. Fresco, leggera aromaticità, profumi di frutta a polpa bianca matura. Il Griso aveva ottenuto nel 2023 lo stesso riconoscimento del Moro al concorso Mondial des Vins Extrêmes.
Nuovi progetti e produzioni di eccellenza
E non manca la dimensione progettuale: nella parte di tenuta vicino all’agriturismo sono state messe a dimora barbatelle di un vitigno Piwi (acronimo dal tedesco Pilzwiderstandsfähige, letteralmente “resistente ai funghi”), il Souvignier Gris, che richiede un numero davvero minimo di trattamenti fitosanitari ed è quindi adatto a zone antropizzate. Da questo vitigno verrà alla luce il primo vino spumantizzato aziendale. Ma Scraleca non è solo, come accennato, vino: vi si producono piccole ma interessanti quantità di olio extravergine di oliva.

La raccolta delle olive nell'azienda agricola Scraleca
Non è certo una casualità se ben due oli, Grimaldi e Corne Rosse, sono stati segnalati dalla guida Oli d’Italia 2025 del Gambero Rosso, entrambi con due foglie verdi. Il primo è a base di Leccino, Casaliva, Pendolino e Coratina; il secondo vede le cultivar Casaliva/Frantoio, Leccino e Pendolino. Certo, produzioni minime, che si completano con altri due oli, Scraleca e Grignano, quest’ultimo quasi interamente dall’omonima cultivar, ma anche per questo ancora più preziose. La proposta aziendale si chiude con la farina da polenta Isola, integrale, a grana grossa, da mais coltivato nel fondovalle di Darfo Boario Terme, nell’omonima località, in un’ansa del fiume Oglio.
L’agriturismo tra lago, vigneti e oliveti
Il tutto in un ambiente unico, dalle viste mozzafiato nei pressi del lago Moro, con viti e oliveti su gradoni divisi da muri a secco, e un agriturismo che propone un’accoglienza di grande cortesia e familiarità, nonché una cucina ricca di produzioni locali, gradite specie ai visitatori esteri che rimangono più che sorpresi da luogo e proposte, come dimostra la fidelizzazione di alcuni. Un’oasi di natura e rispettoso lavoro dell’uomo che, una volta tanto, contribuisce e non deturpa la bellezza di un angolo pressoché sconosciuto delle Prealpi lombarde, a una manciata di chilometri dalle grandi strade di comunicazione della provincia bresciana.
Via Rodino 25040 Angolo Terme (Bs)