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I tre fratelli del Lambrusco che raccontano il nuovo vino emiliano

I fratelli Razzaboni guidano la cantina VentiVenti di Medolla (Mo) con un progetto giovane e sostenibile che reinterpreta il Lambrusco e i vitigni locali in chiave elegante, puntando su metodo classico, qualità e innovazione

di Mariella Morosi
 
12 novembre 2025 | 09:30

I tre fratelli del Lambrusco che raccontano il nuovo vino emiliano

I fratelli Razzaboni guidano la cantina VentiVenti di Medolla (Mo) con un progetto giovane e sostenibile che reinterpreta il Lambrusco e i vitigni locali in chiave elegante, puntando su metodo classico, qualità e innovazione

di Mariella Morosi
12 novembre 2025 | 09:30
 

Per i tre fratelli Razzaboni, Riccardo, Andrea e Tommaso, della cantina VentiVenti di Medolla (Mo), i loro vini dovevano essere diversi, intensi ed eleganti, ma sempre espressione del distretto vitivinicolo locale. A cominciare dal Lambrusco, principe della quotidianità, brioso ed esuberante nel calice, ma che sa anche essere profondo e ricco di sfumature. È stato nel metodo classico che hanno trovato la chiave interpretativa di un progetto audace fin dall'inizio, supportato da papà Vittorio, insieme a una gestione guidata da valori come agricoltura biologica, innovazione ed energie rinnovabili.

I tre fratelli del Lambrusco che raccontano il nuovo vino emiliano

VentiVenti: i fratelli Riccardo, Vittorio, Andrea Razzaboni

Una giovane realtà nata nel 2020

L'azienda è giovane come i suoi protagonisti: acquistata nel 2014 e con i vigneti impiantati nel 2016, entra sul mercato con la prima vendemmia di due anni dopo. È il 2020, e proprio da questa data prende il nome VentiVenti. Dei 70 ettari di proprietà, 30 sono a vigneto. Con sguardo aperto e inclusivo, ai vitigni locali come Sorbara, Salamino di Santa Croce, Pignoletto e Ancellotta, hanno affiancato varietà internazionali come Pinot Bianco, Chardonnay, Traminer e Cabernet Sauvignon. Il dialogo tra identità locale e vocazione internazionale è stato fondamentale per definire l’impronta unica e riconoscibile del progetto. Il terreno alluvionale, con argilla, limo e sabbia, si è rivelato ideale per la vite.

I tre fratelli del Lambrusco che raccontano il nuovo vino emiliano

VentiVenti: dei 70 ettari di proprietà, 30 sono a vigneto

La presentazione a Roma

Per presentare la loro nuova gamma di spumanti, i Razzaboni hanno scelto Roma. E poiché - citando Mario Soldati - «in Emilia il mangiare e il bere sono inestricabilmente e sacralmente congiunti», la degustazione è stata organizzata al ristorante stellato Pipero, con un menu concordato con lo chef Ciro Scamardella.

Alla Fregula con vongole e cocco, alla Carbonara e al Manzo con spinaci, alloro e aglio nero sono stati abbinati il Blanc de Blancs (Pignoletto in purezza), il Pas Dosé (Pinot Bianco, Chardonnay e Sorbara) e il Lambrusco di Modena Doc (Sorbara).

L’evoluzione del Lambrusco e lo stile VentiVenti

Quei vini destinati all’allegria e alla convivialità sono diventati raffinati ed eleganti nell’evoluzione pensata da Andrea, l’enologo, formatosi in Trentino Alto Adige dopo gli studi a Cesena. «Il nostro obiettivo - ha detto - è creare una nuova espressione del vino emiliano, non riducendo la reputazione dei vitigni locali a un semplice rapporto qualità-prezzo, ma valorizzandoli con eleganza e pulizia in ogni fase produttiva, dalla vendemmia alla vinificazione, fino all’affinamento».

I tre fratelli del Lambrusco che raccontano il nuovo vino emiliano

VentiVenti: Rouge de Noirs Lambrusco Salamino di S. Croce Metodo Classico

Tecnica, sostenibilità e identità

L’approccio produttivo si distingue anche per scelte tecniche mirate. Dopo la vendemmia, la resa delle uve selezionate è contenuta in pressatura al 45%, e per la seconda fermentazione viene utilizzato mosto fresco della stessa annata, conservato a zero gradi: una pratica che consente di preservare le caratteristiche varietali.

I tre fratelli del Lambrusco che raccontano il nuovo vino emiliano

VentiVenti: Rosé Lambrusco di Modena Doc Metodo Classico

VentiVenti è una realtà imprenditoriale ma anche culturale, che vuole essere percepita come innovativa, affidabile e umana, imponendosi in un mercato competitivo e in evoluzione ma sempre custodendo il valore delle proprie radici. Oltre alla scelta del metodo classico e all’attenzione maniacale alla qualità, è forte l’impegno verso la sostenibilità, con autosufficienza energetica e consumi idrici controllati.

L’espansione e il futuro

Positiva anche la sfida dell’export, con uno sguardo ai mercati emergenti. Per rafforzare la loro presenza e comunicare l’identità dei loro vini, i Razzaboni hanno programmato la partecipazione a eventi internazionali. L’ingresso nella Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi) ha segnato un passo importante, favorendo il confronto con altre realtà di valore e consolidando la loro adesione ai principi di qualità, autenticità e trasparenza.

I tre fratelli del Lambrusco che raccontano il nuovo vino emiliano

Ventiventi Pas Dosè

Dal 2020, la produzione è cresciuta da 20.000 bottiglie a 66.000 nel 2023, a cui si aggiungono 9.000 bottiglie con il Metodo Charmat e circa 5.000 di vini fermi. Negli ultimi anni, la cantina ha investito in una nuova linea di sboccatura e in una macchina per il riempimento, rendendosi autosufficiente anche nelle fasi di tiraggio e imbottigliamento. L’ampliamento degli spazi produttivi ha previsto nuove celle e una zona dedicata ai tonneaux, utilizzati per la preparazione del vin de liqueur e, in prospettiva, per affinare parte delle riserve. Una struttura di 900 mq è attrezzata per eventi e degustazioni, con spazi pensati per accogliere gli enoturisti.

Via della Saliceta 15 41036 Medolla (Mo)
Tel +39 344 0330771

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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