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Vinchio Vaglio: storia di una cooperativa che ha rivoluzionato il Monferrato

Fondata nel 1959, la cantina piemontese opera su 500 ettari con 195 soci. Punta su qualità, sostenibilità e tecniche all'avanguardia, con oltre 1 milione di bottiglie l'anno

di Mariella Morosi
 
22 febbraio 2025 | 13:12

Vinchio Vaglio: storia di una cooperativa che ha rivoluzionato il Monferrato

Fondata nel 1959, la cantina piemontese opera su 500 ettari con 195 soci. Punta su qualità, sostenibilità e tecniche all'avanguardia, con oltre 1 milione di bottiglie l'anno

di Mariella Morosi
22 febbraio 2025 | 13:12
 

Nel Monferrato, quel "mare verde " tanto amato da Davide Lajolo, è attiva dal 1959 la Cantina cooperativa Vinchio Vaglio, che opera in un'area di circa 500 ettari e conta 195 soci conferitori. È una solida realtà vinicola piemontese che si è evoluta nel tempo affermandosi nella qualità e nel prestigio con tutti gli obiettivi primari della cooperazione: superare il confine del mercato di prossimità puntando sulla qualità ed essere uniti di fronte a scenari non favorevoli, ottimizzando mezzi e capitale. Anche quelle bellissime colline, protagoniste di tanta letteratura - che tanti anni dopo, nel 2014, sarebbero diventato Patrimonio dell'Unesco - richiedevano il massimo impegno verso la tutela e la sostenibilità dell'ambiente e delle persone. Qui, come in altre zone, proprio la cooperazione ha permesso la sopravvivenza della viticoltura, del paesaggio e della permanenza delle comunità.

Vinchio Vaglio: storia di una cooperativa che ha rivoluzionato il Monferrato

L'esterno della Cantina cooperativa Vinchio Vaglio

La storia di Vinchio Vaglio

Ma quel piccolo nucleo iniziale dei 19 soci fondatori volle andare oltre: fare il miglior vino possibile, restituendogli il suo valore, non solo prodotto agricolo ma elemento culturale che attraversa il tempo, intrecciandosi con la storia e l'identità dei territori. In particolare quella Barbera (qui è rigorosamente al femminile), che è la produzione dominante, meritava di essere affrancata da una bassa considerazione. A Vinchio Vaglio si fa vino con grandi numeri, ma sempre privilegiando il legame vitigno-territorio, segno di identità e di orgoglio, e se un'annata non è uguale all'altra, vuol dire che si è lavorato bene. Sono stati anche realizzati percorsi naturalistici, come i “Nidi” di Vinchio e Vaglio Serra, cupole in vimini intrecciati in mezzo ai boschi, si promuovono escursioni turistiche nella Riserva Naturale della Val Sarmassa e si fa accoglienza con approfondimenti ed eventi culturali.

Vinchio Vaglio: storia di una cooperativa che ha rivoluzionato il Monferrato

Una veduta aerea sui vigneti della Cantina cooperativa Vinchio Vaglio

Se la cantina oggi non sfigura tra le produzioni blasonate piemontesi, negli anni '50  il mercato era punitivo per la condizione dei contadini. Quei primi soci fondatori compresero che era tempo di cambiare, trasformando il piccolo conferitore di uve in produttore di vino in forma collettiva. Intuirono anche che era tempo di avvalersi di nuovi servizi agronomici, di buone tecnologie di cantina e di altre figure professionali nuove oltre a quella tradizionale dell'enologo che spesso ero lo stesso coltivatore. Costruirono la cantina sociale nel fondo-valle a metà strada tra i due comuni Vinchio e Vaglio Serra, da sempre contendenti tra loro, per la prima volta nella storia uniti. E il confine ancora oggi passa tra una botte e l'altra.

Vinchio Vaglio: i terreni e l'organizzazione

Nel Monferrato il vino è al centro di tutto, ma la terra è magra, di origine sedimentaria, calcarea e sabbiosa. Soprattutto è difficile da lavorare per i pendii accentuati, spesso a strapiombo, ed è impossibile meccanizzare se non in piccola parte. Qui si dice "se ti cade il berretto devi inseguirlo fino a valle" e "ogni goccia del rubino - ovviamente la Barbera - è una goccia di sudore". L'offerta dell'alta qualità cooperativa segnò la differenza e si impose da subito tra i consumatori. Tra i prestigiosi riconoscimenti quello Carlo Petrini di Slow Food che chiamò la loro tipologia superiore "la madre di tutte le Barbere".

Vinchio Vaglio: storia di una cooperativa che ha rivoluzionato il Monferrato

La Barbera, un'eccellenza della Cantina cooperativa Vinchio Vaglio

Al timone di Vinchio Vaglio sono il presidente Lorenzo Giordano e il suo vice Cristiano Fornaro mentre il direttore Marco Giordano è il punto di riferimento di tutto lo staff. La sorella Valeria è responsabile delle attività promozionali e dell'accoglienza, tra escursioni naturalistiche con tappa alla Ru, una quercia secolare teatro di leggende, con il Monviso sullo sfondo, e le degustazioni con vassoi di bagna cauda e tajarin. L'enologo è Giuseppe Rattazzo affiancato dal giovane Matteo Laiolo e lo staff delle varie linee di vinificazione è giovane e motivato. Nonostante le grandi dimensioni e più di 1 milione di bottiglie prodotte, in cantina si respira aria di casa. Si fa qualcosa in cui si crede e la storia convive con l'avanguardia. Accanto alle attrezzature enologiche di ultima generazione sono ancora perfettamente attive 180 grandi vasche di cemento originali allineate di tre piani che si era avuto il buon senso di non distruggere in nome della modernizzazione.

I vini di Vinchio Vaglio

Le linee di lavorazione sono studiate per esaltare al massimo le caratteristiche varietali delle uve conferite e la consegna è concordata e programmata tra viticoltore, agronomo ed enologo per identificare il giusto tempo di maturazione. Anche l'uso del legno è attentamente calibrato, nelle botti, alcune datate, e nelle barriques, perché venga mantenuta l'identità del frutto. Anche in vigna l'assistenza agronomica ai soci e le consulenze garantiscono un prodotto sano, con l'adozione di pratiche virtuose e sostenibili. L' uso dei preparati di origine chimica sono limitati all'indispensabile e rame, zolfo e gli inerbimenti con leguminose sostituiscono i prodotti sistemici e i diserbanti.

Oltre alla Barbera, oltre il 70% del totale, sono tanti i vitigni coltivati: Nebbiolo, Dolcetto, Ruchè, Albarossa, Arneis, Cortese, Moscato, Brachetto, Fresia e Bonarda, Grignolino e, tra gli internazionali, Pinot nero, Chardonnay, Sauvignon e Viognier. Sulle vigne datate nell'Astigiano si concentrò negli anni '80 l'attenzione dell'enologo Giuliano Noè, allora in forze alla cooperativa Vinchio Vaglio che oggi dedica a quelle che hanno più di 50 anni linee come Vigne Vecchie, Laudana e Sei Vigne Insynthesis, con prestigiose etichette apprezzate e premiate. Alcuni vigneti arrivano fino a 80-100 anni di età. La versatilità della Barbera dà origine a vini giovani quanto vocati alla longevità e di grande struttura, come il pluripremiato Sei Vigne Insynthesis Barbera d'Asti Superiore Docg. Altri sono fruttati, talvolta frizzanti, come il Rive Rosse Barbera di Monferrato. Fin dal Medioevo l'area era celebrata per il vino perché "fornita di vino buono e ottimo" (Codex Astensis) e i secoli successivi dimostrano la vitalità del settore e con citazioni sulla Barbera "vermiglio, generoso e pieno di spirito di molta durata e se ben curato si perfeziona nell'invecchiare (G. Gallesio, 1839). Una poesia le fu dedicata dal Carducci: «Generosa Barbera, bevendola ci pare d'esser soli in mare sfidanti una bufera».

Vinchio Vaglio: storia di una cooperativa che ha rivoluzionato il Monferrato

Vinchio Vaglio: l'assistenza agronomica ai soci e le consulenze garantiscono un prodotto sano

La Barbera d'Asti diventa Doc dal 1970, con successivo inserimento delle sottozone Nizza, Tinella e Colli Astigiani, e Docg dal 2008, estesa nel 2017 alla sottozona Nizza. Vasta è la produzione Vinchio Vaglio, dalle varie tipologie di Barbera classiche del territorio declinate in versioni affinate in acciaio, in legno o sorprendentemente frizzante. Tra le linee, quella di vini del territorio (Albarossa, Grignolino, Ruché, Nebbiolo, Freisa, Bonarda, Arneis), i vini della quotidianità, varietali, con un ottimale rapporto qualità/prezzo, e la linea spumanti: Cellino, Alta Langa,Castel Mago. Un elegante rosé "I Tre Vescovi" nasce in un'area vocata dove confinavano i vescovadi di Asti, Acqui e Alessandria, e si racconta che la Barbera allietasse le loro riunioni segrete e li portasse a rapide decisioni sulle questioni più importanti. Non manca una gamma di vini dolci, (Moscato d'Asti Valamasca e Brachetto Nivasto) e liquori della “Linea del presidente”: grappe, gin e vermouth. Qualità e praticità sono i punti di forza dei formati alternativi come le Bag in Box, molto apprezzate nel Nord Europa e totalmente riciclabili.

La sostenibilità è anche nella scelta delle bottiglie di vetro in vista delle caratteristiche del contenuto: la Renana, la Bordolese, la Borgognotta, la Champagnotta, tutte in vetro più leggero. È dimostrato che l'impronta ecologica di una bottiglia di vetro sia praticamente pari al suo peso, senza contare le emissioni di C02 del trasporto. Grazie all'impianto fotovoltaico da 200 kWp installato nel 2011, Vinchio Vaglio riesce a coprire una parte rilevante del fabbisogno energetico e punta ad essere del tutto autonoma entro i prossimi anni.

SP40 14040 Vinchio (At)
Tel +39 0141 950903
Lun-Ven 08:00-12:00, 14:00-18:00; Sab-Dom 09:00-12:30, 15:00-18:00

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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