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Dall'elettronica al vino bio: la storia di Dario Ferrarini e di Le Vedrine

Le Vedrine, azienda biologica di Polpenazze del Garda, conquista due ori al Concorso Amphore di Lione. Dario Ferrarini, da tecnico elettronico a vignaiolo, valorizza il Groppello e sperimenta con l’Erbamat

di Carlos Mac Adden
 
26 maggio 2025 | 16:58

Dall'elettronica al vino bio: la storia di Dario Ferrarini e di Le Vedrine

Le Vedrine, azienda biologica di Polpenazze del Garda, conquista due ori al Concorso Amphore di Lione. Dario Ferrarini, da tecnico elettronico a vignaiolo, valorizza il Groppello e sperimenta con l’Erbamat

di Carlos Mac Adden
26 maggio 2025 | 16:58
 

Non nasce viticoltore Dario Ferrarini, lo diventa in seguito a una sorta di “eredità morale” e dopo una disastrosa grandinata che infligge severi danni ai vigneti della famiglia acquisita, non si occupa sino agli anni ’90 di vino ma di elettronica, mondo apparentemente lontano dalla natura ma che gli ha insegnato la precisione, la metodicità, le capacità di affrontare, con studio e sperimentazione, i problemi che sorgono in qualsiasi attività umana.

Dall'elettronica al vino bio: la storia di Dario Ferrarini e di Le Vedrine

Dario Ferrarini, titolare di Le Vedrine

Accanto a questa dimensione, una parallela che sfidando la matematica s’intreccia con il suo percorso nel mondo della viticoltura e dell’enologia, quella del rispetto e dell’attenzione per l’ambiente in cui viviamo, e in cui vivranno le future generazioni. Quasi d’obbligo allora la scelta del biologico, ma senza mai sacrificare sul suo altare le caratteristiche organolettiche dei suoi vini, che devono in primo luogo essere piacevoli, di buona beva. Nasce così, nel 2002 a Polpenazze del Garda, in provincia di Brescia, Le Vedrine, Azienda Agricola Biologica, che in breve tempo si fa conoscere per le sue scelte e la validità dei prodotti.

Le Vedrine, i primi riconoscimenti

Arrivano i primi riconoscimenti, i primi premi, ai quali si aggiungono in questi giorni due medaglie d’oro al Concorso Internazionale dei Prodotti Biologici e in conversione, la cui ventinovesima edizione si è tenuta il 14 di maggio a Lione. Fondato nel 1996 da Pierre Guigui, giornalista e già caporedattore della prestigiosa guida Gault et Millau, ora presidente del Concorso Amphore, questo il nome con cui è conosciuto e il simbolo, l’anfora, che appare sul suo stemma, per animare, sostenere, la produzione di vini biologici, biodinamici e in conversione, sia sul territorio francese che nel resto del mondo enoico. Concorso che si fa forza della selettività e del rigore dei suoi degustatori, un mix di professionisti ed esperti amatori, nel degustare, in quest’ultima edizione un totale di 548 vini, ma anche birre e distillati, provenienti da più paesi, uniti dalla scelta dell’elaborazione in bio. Seguendo regole codificate sono stati premiati, con un preciso sistema di punteggi, 156 campioni, sia con medaglie d’oro che d’argento.

Le Vedrine, i vini premiati

I due vini presentati da Le Vedrine, un Valtènesi Riviera del Garda Classico Doc, nella categoria rosati, e il Bianco Aureo, personale elaborazione di Dario, hanno ottenuto rispettivamente 89 e 88/100, guadagnandosi entrambi il massimo riconoscimento della medaglia d’oro.

Dall'elettronica al vino bio: la storia di Dario Ferrarini e di Le Vedrine

Il Chiaretto di Le Vedrine

Il primo è a base, scelta non comunissima, di uve Groppello Gentile in purezza, il Disciplinare della Doc prevede un minimo del 30% di Groppello in tre diversi biotipi, prodotto con il classico sistema per “distacco del cappello”, dove il mosto viene separato dalle vinacce, consentendo allo stesso tempo al cappello di affondare e non subire il contatto con l’aria e al mosto di essere maggiormente ossigenato, eventi che permettono di ottenere un vino pulito ed equilibrato, che qui si esprime con ricordi di rosa al naso, freschezza, sapidità e persistenza.

Dall'elettronica al vino bio: la storia di Dario Ferrarini e di Le Vedrine

L'Aureo di Le Vedrine

Il secondo non è un vino a Doc ma, come detto, una ricerca personale ottenuta dal titolare de Le Vedrine da uve Erbamat e Trebbiano Valtènesi, uvaggio pensato inizialmente per realizzare una base da spumantizzare ma vista la struttura e i tratti “promosso” a etichetta a sé stante. L’Aureo offre al naso sentori fioriti, naturalmente “bianchi”, leggera aromaticità, e in bocca ancora freschezza e mineralità

Le Vedrine, la valorizzazione del Rebo

Accanto alle etichette premiate da citare i vini elaborati, in purezza o in uvaggio, dal vitigno Rebo, frutto dell’incrocio tra Teroldego e Merlot ad opera del ricercatore Rebo Rigotti, e particolarmente amato da Dario Ferrarini.

Via Vedrine 51 25080 Polpenazze d/G (Bs)
Tel +39 338 7523729

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