È stato il Brut Rosé Soldati La Scolca d'Antan 2012 a conquistare il titolo di miglior spumante dell'anno ai cosiddetti "Oscar del vino", assegnati lo scorso 25 maggio a Roma da Bibenda e dalla Fis (Fondazione italiana sommelier). Un riconoscimento prestigioso, che ha visto la storica etichetta piemontese imporsi su due grandi nomi del panorama nazionale: il Franciacorta Dosaggio Zero Sublimis Riserva 2016 di Uberti e il Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2015 di Ferrari. Un successo che premia non solo un vino, ma una visione: quella di Chiara Soldati e della sua famiglia, che da oltre cinquant'anni credono nel potenziale del vitigno Cortese anche per la spumantizzazione metodo classico.

Chiara Soldati
L'intervista a Chiara Soldati (La Scolca)
Chiara, cosa rappresenta per La Scolca l'assegnazione di questo premio?
Per noi rappresenta un riconoscimento che ci onora profondamente che non solo celebra il vino in sé, ma anche la nostra filosofia , ovvero custodire l'essenza del territorio valorizzando il vitigno Cortese. In questo senso, Il Brut Rosé Soldati La Scolca d'Antan 2012 è il risultato di anni di dedizione, ricerca e passione.

Il Brut Rosé Soldati La Scolca d'Antan 2012
La Scolca è stata tra le prime cantine a credere nel potenziale del Cortese per la produzione di spumanti metodo classico. Come è nata questa intuizione?
La Scolca è stata la prima azienda in assoluto a intuire il potenziale dello spumantizzare il vitigno Cortese. Negli anni ‘70, mio padre Giorgio fu un pioniere nel considerare il Cortese non solo un eccellente vino bianco fermo, ma anche una base ideale per spumanti di alta qualità. All'epoca, molti lo consideravano un'idea folle, ma la sua visione si è rivelata lungimirante. Questa intuizione ha aperto la strada alla creazione di spumanti eleganti e longevi, contribuendo a definire un nuovo standard qualitativo per il metodo classico in Piemonte. Oggi, dopo oltre 50 anni da quella intuizione, il nostro Brut Rosé d'Antan ne è la testimonianza più eloquente.
La Scolca, che cosa sapere sul Brut Rosé d'Antan 2012
Può descriverci le caratteristiche distintive del Brut Rosé d'Antan 2012?
Si tratta di uno spumante metodo classico ottenuto da uve Cortese. La particolarità distintiva risiede nell'aggiunta di Pinot Nero nel liqueur d'expédition durante la fase di sboccatura. Questa scelta mira a esaltare l'evoluzione del Cortese dopo oltre 10 anni di affinamento sui lieviti, aggiungendo al contempo la freschezza apportata dal Pinot che conferisce ulteriore carattere al sorso, arricchendo l'esperienza con note di piccoli frutti rossi e una piacevole mineralità. Questa tecnica, frutto di uno studio accurato, conferisce al vino un colore rosato elegante, un'intensità olfattiva marcata e una maggiore complessità gustativa. Il lungo affinamento sui lieviti, superiore a dieci anni, aggiunge un quid plus al vino, donandogli profondità e struttura. Al naso si apre con un bouquet raffinato di frutta esotica, frutti di bosco, miele e spezie delicate, mentre al palato, la freschezza tipica del Cortese si fonde con una struttura elegante e un finale piacevolmente mandorlato.
Un vero fuoriclasse. Facile da abbinare?
Come tutte le bolle di livello. Qui siamo di fronte a un calice capace di flirtare con piatti di alta cucina, ideale anche per brindisi importanti e momenti di celebrazione ma in grado di esaltare anche un finger o uno dei tanti prodotti di qualità del paniere agroalimentare italiano. Stiamo parlando quindi di un rosé di grande personalità che interpreta in modo originale e raffinato il connubio tra territorio e ricerca.

Chiara Soldati tra le vigne de La Scolca
Qual è la visione internazionale de La Scolca riguardo il mercato degli spumanti e il boom che questo comparto sta avendo nell'ultimo periodo?
Negli ultimi anni il consumo di spumanti rosé è cresciuto esponenzialmente, sia in Italia che all'estero. Non più relegati solo a celebrazioni ed eventi speciali, i rosé metodo classico come il Brut Rosé d'Antan sono oggi protagonisti di aperitivi eleganti e cene gourmet. Questa evoluzione ha permesso di dare una nuova voce sul mercato, portando l'eccellenza delle bollicine italiane anche nei migliori ristoranti e wine bar internazionali.
I punti cardine di La Scolca: sostenibilità, digitalizzazione e internazionalizzazione
Quali sono, secondo lei, le sfide e le opportunità per il futuro di La Scolca e del vino italiano in generale?
Il mondo del vino è in continua evoluzione, per questo motivo credo sia fondamentale mantenere salde le nostre radici, puntando sugli autoctoni per mantenere la nostra unicità e al contempo essere aperti all'innovazione. La sostenibilità, la digitalizzazione e l'internazionalizzazione sono per noi caratteristiche essenziali per continuare a interpretare l'eccellenza con uno sguardo proiettato al futuro del mondo del vino, mantenendo saldi i principi di qualità e autenticità. Un percorso costruito sull'esperienza, orientato alla crescita e alla valorizzazione di ciò che rende unici i nostri vini nel panorama internazionale.
Strada per Rovereto 170/R 15066 Gavi (Al)
Lun-Sab 08:30-13:00, 14:00-17:30