Cesare Cecchi resta al vertice del Consorzio Vino Toscana. Il Consiglio di amministrazione, eletto lo scorso 23 maggio, lo ha confermato alla presidenza per il terzo mandato consecutivo, durante la prima riunione tenutasi martedì 10 giugno nella nuova sede a Barberino Tavernelle (Fi), inaugurata proprio in occasione dell'assemblea. Accanto a Cecchi, il Cda ha nominato anche i due vicepresidenti: Davide Ancillotti, in rappresentanza della Chiantigiane coop, e Lamberto Frescobaldi per l'azienda di famiglia.

Un nuovo triennio per Cecchi alla guida del Consorzio
Cesare Cecchi e il Consorzio Vino Toscana, un percorso iniziato nel 2019
«Sono onorato ed anche emozionato per questa conferma alla presidenza - ha dichiarato Cecchi. Ringrazio il Cda per la rinnovata fiducia e per non avermi mai fatto mancare il prezioso supporto dei suoi membri per sviluppare insieme questo nuovo progetto. Con Stefano Campatelli, mio braccio destro fino dall'inizio di questa impresa, abbiamo lavorato su più fronti: primo fra tutti il riconoscimento del Consorzio da parte del Mipaaf che abbiamo ottenuto il 21 agosto 2023 e sul coinvolgimento dei produttori che ad oggi è cresciuto del 577,14% a riprova dell'interesse suscitato nel settore del Vino Toscana Igt e della necessità di fare sistema».
Un percorso iniziato nel 2019, quando l'assemblea dei produttori del Vino Toscana Igt - riunita a Firenze - votò all'unanimità per trasformare l'allora Ente Tutela Vini di Toscana nel Consorzio Vino Toscana. Da allora, la partecipazione degli operatori del settore è cresciuta in modo esponenziale. Si è passati da 70 soci iniziali agli attuali 404, una crescita che ha portato la denominazione Toscana Igt in cima alla classifica regionale per volumi di imbottigliamento, con una quota del 36,27%.
Consorzio Vino Toscana, gli obiettivi per il futuro
Guardando al futuro, il Consorzio punta a rafforzare ulteriormente la partecipazione delle aziende, valorizzare la denominazione e strutturare una visione più ampia, anche sul fronte sociale e territoriale. Come ha sottolineato Cecchi: «In prospettiva continueremo nell'opera di coinvolgimento e inclusione dei produttori con l'obiettivo di apportare sempre più valore sul prodotto, e la denominazione "Toscana", recentemente avvenuta con la modifica del disciplinare, aiuterà in questo accrescimento. Inoltre non dobbiamo dimenticare che aumentare la remunerazione di un prodotto vuol dire contribuire a creare un sistema sociale solido che va di pari passo con il prendersi cura del territorio. Essendo la denominazione dell'Igt Toscana estesa su tutto il territorio regionale questo è un valore di grande rilevanza».

Dalla tutela dell’Igt ai nuovi mercati: la rotta del Consorzio nei prossimi tre anni
Intanto, la priorità resta anche la tutela della denominazione, in Italia e all'estero. Una protezione che passa attraverso la vigilanza sulla produzione e la commercializzazione, ma anche tramite azioni legali e registrazioni nei Paesi extra-Ue che non hanno ancora accordi con l'Ue per il riconoscimento delle Ig e Do. Gli Stati Uniti sono stati il primo obiettivo di questa strategia di protezione del nome geografico “Toscana”, messa in campo dal Consorzio. «Questo nuovo triennio - ha concluso - spero possa consolidare quanto fatto guardando alle sfide future del nostro settore che riguarderanno il consolidamento dei mercati, ma anche una nuova visione del vino pensata per creare nuove opportunità per i produttori come l'inserimento delle categorie "Vino spumante" e "Vino spumante di qualità". Inoltre introdurremo dei format di confronto e formazione per essere più vicini ai produttori e implementeremo l'invio delle informazioni per tenere aggiornati tutti i nostri soci di ciò che accade dal punto di vista istituzionale nel mondo del vino».
Consorzio Vino Toscana: il nuovo Cda e il mercato dell'Igt
Il nuovo Consiglio di amministrazione, in carica fino al 2027, è composto da rappresentanti di alcune delle realtà più importanti della regione: oltre a Cecchi, Ancillotti e Frescobaldi, ne fanno parte Ritano Baragli (Cantina coop Colli Fiorentini), Letizia Cesani (Cesani), Duccio Corsini (Principe Corsini), Renzo Cotarella (Antinori), Valentino Galgani (Cantina coop Vivito), Rodolfo Maralli (Banfi), Mario Piccini (Tenute Piccini), Sandro Sartor (Ruffino), Donata Vieri (Cantina coop I Vini di Maremma) e Alessandro Zanette (Cantina coop Melini - Gruppo Italiano Vini).

Cesare Cecchi, confermato presidente del Consorzio Vino Toscana
Quanto al mercato, ricordiamo, il valore medio della produzione supera i 495 milioni di euro l'anno. Di queste bottiglie, circa il 31% (pari a 27,5 milioni di pezzi) resta in Italia, mentre il restante 69% vola all'estero. L'Europa resta il mercato principale, assorbendo il 46% dell'export, seguita dagli Stati Uniti con il 33% e dall'Asia con il 6%. Le altre destinazioni messe insieme valgono il 15%. Nell'ultimo decennio, l'export ha fatto segnare un +126%, confermando la forza e il potenziale di un'identità territoriale che continua a crescere.
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