Menu Apri login

Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
martedì 23 dicembre 2025  | aggiornato alle 09:58 | 116491 articoli pubblicati

scenario

Distillazione: in Italia vale 2 miliardi di export, ma il futuro è a rischio

AssoDistil rilancia l'importanza di qualità, sostenibilità e tutela del settore distillatorio italiano, fra rischi di concorrenza sleale, dubbi normativi sulla dealcolizzazione del vino e attacchi alle bevande spiritose

 
20 giugno 2025 | 15:28

Distillazione: in Italia vale 2 miliardi di export, ma il futuro è a rischio

AssoDistil rilancia l'importanza di qualità, sostenibilità e tutela del settore distillatorio italiano, fra rischi di concorrenza sleale, dubbi normativi sulla dealcolizzazione del vino e attacchi alle bevande spiritose

20 giugno 2025 | 15:28
 

Il comparto distillatorio italiano si trova oggi ad affrontare una fase delicata, caratterizzata da pressioni multiple che rischiano di comprometterne competitività e sostenibilità. In occasione dell'Assemblea Annuale, AssoDistil ha rilanciato l'appello a politica e istituzioni per salvaguardare un settore strategico, che in Italia garantisce un gettito fiscale di oltre 650 milioni di euro in accise, un export di quasi 2 miliardi e oltre 3.000 posti di lavoro diretti e indiretti.

Distillazione: in Italia vale 2 miliardi di export, ma il futuro è a rischio

L'export dei distillati in Italia vale quasi 2 miliardi di euro

Costi in aumento e concorrenza sleale dai mercati esteri

Secondo AssoDistil, il comparto vive una sorta di «tempesta perfetta»: da una parte il calo strutturale dei consumi interni, causato dalla perdita di potere d'acquisto delle famiglie, e l'aumento dei costi produttivi spinto dai rincari energetici; dall'altra l'arrivo massiccio di alcol a dazio zero proveniente da Paesi extra-UE, che alimenta pratiche di concorrenza sleale, danneggiando le imprese italiane. A complicare ulteriormente il quadro si aggiungono le incertezze generate dalle guerre commerciali e daziarie - in particolare con gli Stati Uniti - e la crescente demonizzazione del consumo di alcol anche moderato da parte della Commissione Europea. «Serve un deciso intervento politico a livello nazionale ed europeo» sottolinea Sandro Cobror, Direttore di AssoDistil, «per impedire che il nostro comparto sia penalizzato rispetto ai concorrenti esteri e per difendere tradizioni e qualità che distinguono il made in Italy».

Il nodo della dealcolizzazione del vino

Particolare attenzione viene dedicata da AssoDistil alla recente normativa sulla dealcolizzazione del vino, introdotta con il Decreto Ministeriale del 20 dicembre 2024. La nuova disciplina consente la produzione di vini parzialmente o totalmente privati di alcol mediante distillazione, sollevando però dubbi sulla destinazione d'uso dell'alcol estratto.

Distillazione: in Italia vale 2 miliardi di export, ma il futuro è a rischio

AssoDistil chiede una tutela specifica per il comparto

Il rischio evidenziato dall'associazione riguarda la possibilità che tale alcol venga trasformato in distillati di vino - come l'acquavite o il brandy - di bassa qualità, compromettendo l'immagine di prodotti certificati e di pregio come il Brandy Italiano IG. «L'alcol ottenuto dalla dealcolizzazione dovrebbe essere prioritariamente destinato alla produzione di bioetanolo avanzato, contribuendo così anche alla decarbonizzazione dei trasporti» precisa AssoDistil. «È essenziale evitare che il mercato venga invaso da acquaviti di dubbia qualità, che screditerebbero l'intero comparto». Il processo di dealcolizzazione potrebbe rappresentare un'opportunità importante per l'approvvigionamento di bioetanolo avanzato, una risorsa strategica per la transizione energetica nazionale. Utilizzando l'alcol ottenuto da queste lavorazioni per scopi industriali si potrebbero evitare surplus di distillati di scarsa qualità e allo stesso tempo favorire una maggiore disponibilità di carburanti alternativi, utili a ridurre le emissioni dei trasporti.

Il rischio della demonizzazione dell'alcol

Un ulteriore fronte di preoccupazione per il comparto riguarda la crescente tendenza da parte di alcune istituzioni europee a criminalizzare il consumo di alcol in quanto tale, senza distinguere tra abuso e uso moderato e consapevole. AssoDistil difende da sempre un modello di consumo responsabile, coerente con la cultura italiana che vede l'alcol come elemento di convivialità e piacere se consumato con misura. «Non accettiamo l'idea che le bevande spiritose vengano trattate diversamente rispetto a birra o vino» sottolinea l'associazione. «Un bicchierino di liquore contiene meno alcol rispetto a un calice di vino o di birra: ciò che conta è il modo in cui si beve, non la tipologia di prodotto».

AssoDistil ribadisce infine la richiesta alle istituzioni di una tutela specifica per il settore distillatorio, sia a livello nazionale che europeo. La qualità, la tradizione e l'identità delle produzioni italiane devono essere protette da normative ambigue e da scelte politiche che rischiano di penalizzare ingiustamente le distillerie tricolori, già impegnate a innovare con proposte come i prodotti Ready to Drink e le soluzioni NO-LO (a basso o nullo contenuto alcolico), sempre più apprezzate dai consumatori.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali



Robo
Mangilli Caffo

Lesaffre
Beer and Food
Tirreno CT