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Cellatica Doc: la rinascita del vino rosso bresciano dimenticato dalla Franciacorta

Il Cellatica Doc, vino rosso dalla lunga storia e identità bresciana, rinasce grazie a un’associazione di produttori che punta su innovazione, enoturismo e valorizzazione territoriale per rilanciarlo oltre i confini locali

di Carlos Mac Adden
 
21 luglio 2025 | 19:08

Cellatica Doc: la rinascita del vino rosso bresciano dimenticato dalla Franciacorta

Il Cellatica Doc, vino rosso dalla lunga storia e identità bresciana, rinasce grazie a un’associazione di produttori che punta su innovazione, enoturismo e valorizzazione territoriale per rilanciarlo oltre i confini locali

di Carlos Mac Adden
21 luglio 2025 | 19:08
 

Esiste una Doc poco conosciuta fuori dai confini della provincia bresciana, pur essendo una delle denominazioni storiche italiane, è quella del Cellatica, che vede la sua creazione nel 1968. Ma del vino ne parla già il poeta mantovano Teofilo Folengo (Merlin Cocai) nelle sue Maccheronee, in particolare nel Baldus: “E insieme il vino mangiaguerra...e quello di cui si vanta la bresciana Cellatica”. Correva il 1517, così come per Andrea Bacci (siamo verso la fine del XVI secolo), archiatra, ossia medico di corte, di Papa Sisto V. Pochi vini possono vantare tracce così antiche e certificate come questo rosso, eppure privo di un consorzio alle sue spalle, quello esistente chiude i battenti nel ’96, dopo la riforma dell’istituto consortile avvenuta l’anno precedente.

Cellatica Doc: la rinascita del vino rosso bresciano dimenticato dalla Franciacorta

Si è costituita l’Associazione Produttori Vini Doc Cellatica

Cellatica Doc, la rinascita

I produttori dell’epoca, che già si contavano sulle dita di una mano, cercano di creare una realtà che ne continui l’azione, ma con scarso successo. Inoltre la presenza della Docg Franciacorta, condividendo alcune zone di produzione, erode anche questi ultimi che in parte si convertono totalmente alla produzione di vino spumante a metodo classico. Così il Cellatica resta per anni realtà legata a un consumo pressoché esclusivamente locale, espressione di uve a bacca rossa (Barbera e Marzemino in primis, Schiava e Incrocio Terzi a completare), diffuse nel territorio dei cinque comuni previsti dal Disciplinare, e dei terreni argillosi  con substrato ricco di pietre che connotano il territorio, specie nelle parti collinari.

Cellatica Doc: la rinascita del vino rosso bresciano dimenticato dalla Franciacorta

Il Cellatica Doc viene prodotto vicino alla provincia bresciana

Ma il 7 luglio scorso, nasce a interruzione di quel periodo l’Associazione Produttori Vini Doc Cellatica, che vede come presidente Mauro Tognoli, che ricopre analoga carica nella Cooperativa Vitivinicola CellaticaGussago, (circa 25 soci conferitori, tra le 10-13.000 bottiglie di Cellatica a seconda dell'annata e titolare dell’Az. Agricola I Tre Poggi), e come vicepresidente Maria Firmo (Az. Agricola Le Cantorie, 3-4.000 bottiglie annue, che gestisce con le figlie Elisabetta ed Erika Bontempi). La neonata Associazione Culturale vuole innanzitutto preservare un patrimonio storico, fatto sì di date e accadimenti, ma anche di forti radici in quella parte di provincia bresciana, a partire dal nome della Doc che s’identifica con un paese dove rappresenta “il vino” della tradizione, dei ricordi, con una sua netta unicità, ma senza cadere nel nostalgico, anzi, proiettandolo nel futuro.

Cellatica Doc, che vino è

Al naso è caratterizzato da sentori di piccoli frutti rossi con ribes, lampone e mora in evidenza, in bocca è più spigoloso, tratto che ne assicura la beva, un connubio particolare che nasce dal non comune uvaggio. Nelle sue intenzioni sono contenute alcune variazioni all’esistente Disciplinare, tese a renderlo più attuale, fruibile, coniugando felicemente passato e presente, come la modifica delle rese, l’acidità, la possibilità di coltivare, diversamente da quanto per ora normato, i quattro vitigni in zone diverse, sia pure sempre all’interno dei confini disciplinari previsti, così come il dare spazio a progetti di moderno enoturismo, dove prodotto, territorio, storia e società s’intrecciano felicemente.

Cellatica Doc: la rinascita del vino rosso bresciano dimenticato dalla Franciacorta

Il Cellatica Doc è espressione di uve a bacca rossa

Identità di vedute segnano il percorso dei due produttori di fatto operativi, come la disponibilità ad accogliere nuovi membri, diversi i loro vini, la Cooperativa - pur offrendo sempre un Cellatica nella tipologia Superiore -, presenta un prodotto di più immediata beva. Le Cantorie opta per una versione più complessa e strutturata, frutto di un vigneto storico ancora a pergola trentina, che vanta viti vicine al mezzo secolo, nella collina gussaghese, altro comune del disciplinare, e di una vendemmia tardiva: il Rosso Giulia, che abbina all’omaggio a un membro della famiglia nato nel 2006, un modernissimo contenitore. Ennesima, pratica, dimostrazione dell’enorme patrimonio enologico e vinicolo del nostro paese, composto, in parti non trascurabili, da piccole ma uniche ed originali, realtà.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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