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Chardonnay Sanct Valentin: equilibrio perfetto, grande eleganza

Dal 1986 questo Chardonnay appartiene alla linea di punta Sanct Valentin e rappresenta uno dei vini più importanti della Cantina San Michele Appiano. Parola del winemaker Hans Terzer

 
05 aprile 2021 | 12:30

Chardonnay Sanct Valentin: equilibrio perfetto, grande eleganza

Dal 1986 questo Chardonnay appartiene alla linea di punta Sanct Valentin e rappresenta uno dei vini più importanti della Cantina San Michele Appiano. Parola del winemaker Hans Terzer

05 aprile 2021 | 12:30
 

Lo Chardonnay è un vitigno “di casa” in tutto il mondo. Ma nelle vigne migliori della Cantina San Michele Appiano si producono uve così straordinarie da dar vita ad un vino pregiato, di grande forza eppure elegante. Dal 1986 questo Chardonnay appartiene alla linea di punta Sanct Valentin e rappresenta uno dei vini più importanti della cantina. Equilibrio perfetto, acidità giustamente amalgamata ed eccellente potenziale d’invecchiamento (oltre 10 anni). Si abbina assai bene con piatti importanti come il fritto misto di pesce, i ravioli ai funghi porcini, il risotto al Graukäse (formaggio tipico), ma è perfetto anche con il pollo al forno o la cotoletta alla milanese.

Chardonnay Sanct Valentin Equilibrio perfetto, grande eleganza



«Per decenni le esigue quantità di Chardonnay in Alto Adige sono state vinificate assieme al Pinot Bianco», spiega il winemaker Hans Terzer. «Nei primi anni ’80 la Cantina San Michele Appiano è stata una delle prime a cominciare a vinificare questa varietà separatamente. È riscontrabile come questo vitigno dia ottime qualità, pertanto la superficie dei vigneti ad esso dedicati è aumentata anno dopo anno. Dato che questo vitigno ha sempre più successo, oggigiorno è uno dei più importanti dell’Alto Adige. Dà poca resa, ma qualità eccellenti. È un vitigno che si presta soprattutto per la lavorazione e l’affinamento in piccolo legno».

Chardonnay Sanct Valentin Equilibrio perfetto, grande eleganza


«Per lo Chardonnay Sanct Valentin - prosegue Terzer - vengono utilizzate solo uve di vigneti storici, selezionati negli ultimi decenni. Questi vigneti si trovano su terreni calcarei e/o morenici, ad un’altitudine da 450 a 600 metri, con delle rese massime intorno ai 45 ettolitri per ettaro. Le uve raccolte a mano, dopo una breve macerazione, vengono pressate sofficemente e i mosti passano in barrique/tonneau, dove si effettua la fermentazione alcolica, seguita in gran parte da quella malolattica. Fino ad agosto viene eseguito il bâtonnage, per favorire l’autolisi dei lieviti. A settembre è il momento di assemblare le diverse partite, le quali effettueranno un ulteriore affinamento di circa 8 mesi in acciaio prima di essere imbottigliate».

Per informazioni: www.stmichael.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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