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Oltrepò Pavese, dove il vino va a braccetto con la bicicletta

In Oltrepò Pavese c’è una storia di biciclette e di cantine tutta da raccontare, che è in costante crescita. Le cantine, infatti, si sono attrezzate per accogliere un turismo capace di mixare vino, storia e arte. Non mancano i tour operator specializzati che organizzano itinerari, con programmi che comprendono wellness termale e degustazioni

di Stefano Calvi
15 marzo 2023 | 05:00
 In Oltrepò Pavese c’è una storia di biciclette e di cantine tutta da raccontare, una storia di turismo e di esperienza turistica lenta Oltrepò Pavese dove il vino va a braccetto con la bicicletta
 In Oltrepò Pavese c’è una storia di biciclette e di cantine tutta da raccontare, una storia di turismo e di esperienza turistica lenta Oltrepò Pavese dove il vino va a braccetto con la bicicletta

Oltrepò Pavese, dove il vino va a braccetto con la bicicletta

In Oltrepò Pavese c’è una storia di biciclette e di cantine tutta da raccontare, che è in costante crescita. Le cantine, infatti, si sono attrezzate per accogliere un turismo capace di mixare vino, storia e arte. Non mancano i tour operator specializzati che organizzano itinerari, con programmi che comprendono wellness termale e degustazioni

di Stefano Calvi
15 marzo 2023 | 05:00
 

Con i suoi 440 chilometri di colline e circa 13.000 ettari a Denominazione (sono 7 le Denominazioni presenti) l’Oltrepò Pavese rappresenta un patrimonio per l’enologia nazionale e internazionale. Produce circa il 65 per cento del vino in Lombardia. È anche la terza area produttiva mondiale di Pinot Nero. Le aziende associate al Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese sono circa 160, mentre l’intera filiera completa interessa 1301 aziende.

Il fiore all’occhiello è l’Oltrepò Pavese Docg Metodo Classico Pinot Nero che rappresenta un numero di bottiglie sempre in crescita. Lo dimostrano i numeri: gli ultimi in mano ai tecnici del Consorzio evidenziano che sono state 553mila le bottiglie prodotte, con un aumento del 23% tra il 2021 e il 2022. La crescita testimonia una nuova fedeltà e partecipazione alla Docg, ma il potenziale è molto interessante e parla di circa 2 milioni di bottiglie che potrebbero aderire alla Denominazione. Altra Doc numericamente importante è quella della Bonarda dell’Oltrepò Pavese, il vino “pop” e iconico da uva Croatina, che conta 17 milioni di bottiglie. Nella versione naturalmente mossa, oppure ferma, la Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc sta ottenendo un nuovo successo anche fra i giovani, perché facile da abbinare e da proporre in momenti di socialità e consumo anche fuori dagli schemi. Il numero totale di bottiglie prodotte comprendente tutte le denominazioni (compreso Igt) in Oltrepò Pavese si attesta sui 75milioni circa.

Le colline dell'Oltrepò Pavese sono perfette per essere visitate a due ruote Oltrepò Pavese dove il vino va a braccetto con la bicicletta

Le colline dell'Oltrepò Pavese sono perfette per essere visitate a due ruote

Una grande annata a livello di qualità per molte tipologie di vino

Interessanti anche i dati della vendemmia scorsa, quella datata 2022, condizionata da una situazione meteorologica particolarmente complicata. La produzione ha, infatti, presentato grande difformità sul territorio per cause climatiche come la siccità, calore eccessivo e in alcune zone grandinate. In media si parla di una diminuzione di quantità di circa il 20% ma di una qualità che potrebbe identificare questa come una grande annata per molte tipologie. Si registra una ottima qualità data anche dal buono stato sanitario delle uve. È proprio in questi anni con caratteristiche climatiche difficili che emergono i terreni più vocati, che riescono a dare prodotti di ottima qualità, nonostante il perdurare per lungo tempo della siccità e delle temperature alte.

Nell'Oltrepoò Pavese si produce circa il 65 per cento del vino in Lombardia Oltrepò Pavese dove il vino va a braccetto con la bicicletta

Nell'Oltrepoò Pavese si produce circa il 65 per cento del vino in Lombardia

Un altro prodotto in ascesa per le sue qualità nel bicchiere e perché ha trovato in determinati terreni la sua vocazione è il Riesling Renano, ma anche Riesling Italico. In Oltrepò Pavese è storia più recente rispetto al Pinot Nero, ma il risultato, specie nella zona maggiormente vocata, quella che si descrive sulla carta geografica in una valle ricca di gesso e di ulivi (la valle del Riesling) e tocca i comuni di Calvignano, Casteggio, Montalto Pavese, Mornico Losana, Oliva Gessi e Rocca de’ Giorgi, comuni che sono baciati dalla fortuna di questa varietà che qui trova un ambiente perfetto.

Un nuovo enoturismo slow nell'Oltrepò Pavese

In questo grappolo di terra del vino tutti i vitigni trovano ottima espressione con una confermata caratteristica comune che vale per i vitigni destinati a vini da invecchiamento: la terra, per sua origine ampelografica e natura geologica, garantisce lunghi e qualitativi invecchiamenti. «Vale per il Pinot Nero, vale anche per il Riesling, ma in generale per tutti i vini. Le colline morbide e armoniose promettono da sempre molta ricchezza attraverso il lavoro della terra, sono promesse mantenute per queste zone viticole molto suggestive e particolarmente apprezzate da un nuovo enoturismo slow che ricerca storie autentiche e paesaggi fini a se stessi e alla bellezza della natura.

Nell'Oltrepoò Pavese si registra un'ottima qualità data anche dal buono stato sanitario delle uve Oltrepò Pavese dove il vino va a braccetto con la bicicletta

Nell'Oltrepoò Pavese si registra un'ottima qualità data anche dal buono stato sanitario delle uve

In questo “campo regionale” il grappolo del territorio d’Oltrepò Pavese afferma la sua leadership anche per la varietà di prodotti proposti. Qui si produce una vasta gamma di vini di alta qualità e di sicura origine. Una gamma completa che soddisfa ogni abbinamento enogastronomico dall’antipasto al dolce» - spiega il direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Veronese.

Vini unici e inconfondibili

Sulle colline dell’Oltrepò Pavese i vitigni più rappresentativi sono: Pinot Nero, Croatina, Barbera e Riesling, ma potremmo aggiungere: Uva Rara, Ughetta / Vespolina, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Cortese Bianco, Moscato, Malvasia e persino Müller-Thurgau. Molto spesso nel vitigno si identificano - anche nel nome - i vini dell’Oltrepò Pavese. Che su queste colline, rese diverse anche dalle esposizioni e dalla natura dei suoli, diventano unici e inconfondibili. Sono 6 le Doc e 1 Docg quella dell’Oltrepò Pavese Docg Metodo Classico Pinot Nero anche nella versione Rosé - Cruasé, dove Cruasé identifica un brand consortile.

Ecco l’elenco completo:

  • Oltrepò Pavese Docg Metodo Classico
  • Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese Doc
  • Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc
  • Oltrepò Pavese Pinot Grigio Doc,
  • Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc,
  • Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese Doc
  • Oltrepò Pavese Doc, di cui Oltrepò Pavese Doc Barbera, Oltrepò Pavese Doc Pinot Nero (bianco, frizzante e spumante) e Oltrepò Pavese Doc Riesling

Le cantine si sono attrezzate per accogliere i turisti

Stanno nascendo itinerari enogastronomici legati proprio a queste tipicità. I numeri del fenomeno enoturismo in Oltrepò sono in netta ascesa: le cantine si sono e si stanno attrezzando per accogliere un turismo lento capace di mixare vino, prodotti, storia e arte. Un territorio a due passi da Milano, la più importante città italiana per ricchezza economica, la realtà più in crescita a livello europeo che potrebbe essere e diventare il bacino più florido di turisti che apprezzano colline e turismo enogastronomico. In Oltrepò Pavese c’è una storia di biciclette e di cantine tutta da raccontare, una storia di turismo e di esperienza turistica lenta. Le sue colline sono perfette per essere visitate a due ruote, nel silenzio della natura, con bici muscolari o e-bike. Ma anche a piedi e persino in sella: di una moto, di un cavallo.

Nell'Oltrepoò Pavese si registra la presenza di un nuovo e crescente enoturismo slow Oltrepò Pavese dove il vino va a braccetto con la bicicletta

Nell'Oltrepoò Pavese si registra la presenza di un nuovo e crescente enoturismo slow

Sono oltre 13 mila ettari vitati - in gergo non solo ciclistico si dice mangia e bevi - questa è la terza zona mondiale di produzione del Pinot Nero (dopo Borgogna e Champagne), ma anche terra di Riesling, Barbera, Croatina, Moscato con vini tipici (blend) come la Bonarda e il Sangue di Giuda o il Buttafuoco, un territorio capace di proporre un abbinamento tipico dall’antipasto al dolce. Qui si intrecciano vie e strade del vino: la Road to Riesling, la Road to Bonarda, i cammini storici e santi, la Via degli Abati, la Via dei Malaspina, il Cammino di San Colombano, la Antica via del Sale: incroci di ricette e prodotti della tradizione con una speciale contaminazione dovuta al crocevia geografico di tre regioni che incontrano la Lombardia: Piemonte, Liguria ed Emila Romagna.«L’enoturismo lento e quello a due ruote è una tendenza sempre in crescendo in linea con il movimento turistico esperienziale nazionale - spiega il direttore del Consorzio, Carlo Veronese - Quindi tutte le cantine sono attrezzate a ospitare degustazioni all’aperto o in cantina su prenotazione. E tutte le cantine hanno preso contatto con chi noleggia bici perché la proposta è diventata molto cool. Ci sono anche tour operator specializzati che organizzano itinerari di giorni su e giù per le colline, con programmi che comprendono wellness termale, degustazioni e visite culturali, vere esperienze enogastronomiche».

I vini in quest'area invecchiano bene

In un territorio del vino dove tutto viene bene e da sempre, c'è un fattore, il tempo, che è positiva discriminante, caratteristica unica di questa terra. Non solo perché la prima citazione sulla viticoltura in Oltrepò Pavese passa dalle parole di Strabone, vissuto tra il 60 a.C. e il 20 d.C. Strabone, nel 40 a.C., documentando un suo passaggio nell’Oltrepò Pavese scrive di «un vino buono, popolo ospitale e botti in legno molto grandi». Ma perché qui, in queste estese colline, i vini qui invecchiano bene. Le performance più interessanti le ottengono, guarda caso, proprio due vitigni internazionali molto amati nel mondo: come il Pinot Nero e il Riesling. La longevità del Pinot Nero d'Oltrepò Pavese, che vanta anche una Docg dedicata proprio al suo Metodo Classico, è una sorpresa continua che puoi incontrare frequentando caveau di cantine ultracentenarie. Nel Caveau di La Versa, a Santa Maria de la Versa, sono custodite un milione e mezzo di bollicine di Metodo Classico.

 

Un prodotto di notevole personalità

Tempo al tempo: qui c’è una ricchezza e una unicità di grande valore. Un altro esempio simbolo dell’affinamento longevo in bottiglia è quello del Buttafuoco Storico, un rosso da invecchiamento promosso dall’omonimo Club che raggruppa oggi 18 vignaioli di una zona ben precisa, quella del cosiddetto “sperone di Stradella” racchiuso tra lo scorrere delle acque dei torrenti Versa e Scuropasso. «Alla svinatura il Buttafuoco Storico passa in botti di legno per un’ affinamento minimo di dodici mesi e quindi in bottiglia per almeno altri sei mesi - ci spiega Armando Colombi, direttore del Club del Buttafuoco Storico - Il prodotto così ottenuto non può essere messo in commercio prima di trentasei mesi dalla vendemmia.

Un vigneto di uve per il vino Buttafuoco a Canneto Pavese (Pv) Oltrepò Pavese dove il vino va a braccetto con la bicicletta

Un vigneto di uve per il vino Buttafuoco a Canneto Pavese (Pv)

Il risultato è un vino di grande corpo, eleganza e morbidezza, ma sopratutto é un prodotto di notevole personalità, in quanto esprime le caratteristiche organolettiche della vigna e quindi della zona di provenienza». Un vino “nobile” che perdura nel tempo continuando ad arricchirsi di piacevoli caratteri. La bottiglia con impresso il “Marchio del Veliero” è l’unica che garantisce l’autenticità del prodotto. «Il marchio adottato - racconta Colombi - è composto da un ovale, rievocazione della botte tipica dell’Oltrepò Pavese, sostenuto dalla scritta Buttafuoco e dal quale si dipartono due nastri rossi rappresentativi dei due torrenti, il Versa e lo Scuropasso, che delimitano la zona storica di produzione; all’interno la sagoma di un veliero sospinto da vele infuocate a ricordare che nella seconda metà del 1800, la Marina Imperiale austro-ungarica varò una nave dal nome “Buttafuoco”».

L’attenzione dei vignaioli nel proporre un prodotto di qualità 

La leggenda vuole che il nome sia il ricordo di una battaglia perduta da una compagnia di marinai imperiali, comandati a operazioni di traghettamento sul fiume Po nei pressi di Stradella e successivamente impiegati su queste nostre colline nella guerra contro i franco-piemontesi. Un vino del luogo chiamato Buttafuoco ebbe più successo del fuoco della battaglia nell’attirare a sé i baldi marinai, i quali, dentro una grande cantina, fecero strage di botti e bottiglie. 

’Oltrepò Pavese è una terra di identità enogastronomiche Oltrepò Pavese dove il vino va a braccetto con la bicicletta

L’Oltrepò Pavese è una terra di identità enogastronomiche

Oggi il Club è in continua ascesa grazie all’attenzione dei vignaioli nel proporre un prodotto di qualità a tal punto che la nostra attività di promozione continua su precisi canali. Il 2023, si spera, possa essere l’anno della consacrazione con l’inaugurazione della Casa del Buttafuoco Storico, nel comune di Canneto Pavese: una vera e propria enoteca dove serviremo e venderemo direttamente al pubblico le nostre vigne storiche accompagnate ai prodotti del territorio. Dovrà diventare un luogo di aggregazione e di riferimento per l’intero territorio e non solo per gli amanti del nostro prodotto.

Oltrepò Pavese, una terra di identità enogastronomiche

Insomma, l’Oltrepò Pavese è una terra di identità enogastronomiche, terra di materie prime da sempre fonte di ricchezza per il tessuto contadino grano, frutta, carne con tipicità e prodotti autoctoni di qualità eccellente un paniere di più di 100 prodotti distintivi, alcuni fiori all’occhiello come la Dop del Salame di Varzi che registra sempre il segno positivo con 500mila pezzi all’anno. Il Peperone di Voghera, oggetto di studio dell’eccellente Istituto Agrario Gallini, la Zucca Berrettina, le Patate di montagna, i formaggi della Valle Staffora, il Miele, lo Zafferano, i Funghi, il Tartufo nero, la Ciliegia di Bagnaria e la Pomella Genovese. Poi il vino, presente sin dall’antichità: la più chiara testimonianza sulla presenza della vite in Oltrepò Pavese risale al 1876 (fonte Bollettino del Comizio Agrario Vogherese), quando si attesta il ritrovamento di una “caràsa” fossile, vale a dire di un tronco di vite fossilizzato, lungo 25 cm per 6 di diametro, ritrovato nei pressi di Casteggio (Clastidium).

Le cantine si sono attrezzate per accogliere un turismo lento e capace di mixare vino, prodotti, storia e arte Oltrepò Pavese dove il vino va a braccetto con la bicicletta

Le cantine si sono attrezzate per accogliere un turismo lento e capace di mixare vino, prodotti, storia e arte

Oltre centocinquanta prodotti unici e distintivi, di cui quarantadue fra formaggi e latticini, diciannove salumi, dieci tipi di carne diversi, venticinque specie vegetali, dieci prodotti da forno. Sono i tratti distintivi che caratterizzano le zone a vocazione agroalimentare della provincia di Pavia, che si distingue in aree omogenee diverse. Per semplificare Oltrepò, Pavese e Lomellina. Uno scrigno di tesori agroalimentari unici, frutto di tradizioni centenarie e ricco di cibi che affondano le radici nel medioevo e addirittura in epoca romana (fonte e censimento di Riccardo e Attilio Barbieri - Università di PV). 13 mila ettari di vigneti coltivati a Pinot Nero (i più grandi produttori di Pinot Nero in Italia, terza area produttiva mondiale), poi Riesling, Croatina, Barbera, Moscato e vini tipici come Bonarda, Buttafuoco e Sangue di Giuda: qui si trova un vino tipico per ogni piatto del menu, caratteristica gastronomica che pochi territori al mondo si possono permettere. «Il Consorzio Tutela - conclude il direttore, Carlo Veronese - sta promuovendo molto questo concetto pensando anche e soprattutto all’enoturismo e puntando sulla valorizzazione delle Denominazioni». Altri prodotti tipici sono la torta di mandorle, il pane con gli antichi grani della valle Ardivestra e il pane di Stradella (il miccone presidio) e di Voghera. Qui pane salame e vino - abbinamento tipico - sono semplici must di qualità eccellente e che solo qui sono così

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