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Serve una Sopexa italiana per promuovere la nostra Cucina

di Alberto Lupini
direttore
 
01 febbraio 2011 | 12:01

Serve una Sopexa italiana per promuovere la nostra Cucina

di Alberto Lupini
direttore
01 febbraio 2011 | 12:01
 

Per alcuni potrebbe sembrare la scoperta dell'acqua calda, ma il solo fatto che se ne discuta dimostra come la questione sia più che sensata... e urgente: serve un salto di qualità per valorizzare e promuovere nel mondo la Cucina italiana, anzi, come diciamo da tempo, le Cucine italiane. Una proposta concreta, che ha già avuto il consenso di numerosi colleghi, è stata lanciata dal cuoco Emanuele Esposito, che sul nostro quotidiano online (www.italiaatavola.net) ha sollecitato la costituzione di un Consorzio per favorire l'unità d'azione fra le troppe sigle del settore. Un obiettivo per molti versi strategico se lo si abbina al recente riconoscimento della Dieta mediterranea da parte dell'Unesco che offre nuove opportunità per valorizzare i nostri prodotti e la nostra cultura alimentare.

In Italia, secondo Esposito, uno dei nostri cuochi più conosciuti all'estero (soprattutto nel mondo arabo, dove è fra i più concreti promotori del Made in Italy a tavola), ci sono troppi gruppi, associazioni, accademie, sindacati che lavorano di fatto in solitudine e senza confronti o sinergie. Il risultato sono spesso attività promozionali e culturali che si sovrappongono per realizzare piccoli progetti, spesso simili fra loro, e che si spartiscono le sempre più esigue risorse disponibili. E quasi sempre in assenza di risultati soddisfacenti.

L'idea di 'fare squadra” per la promozione dell'agroalimentare italiano, come propone Emanuele Esposito, è uno dei temi su cui da tempo 'Italia a Tavola” richiama l'attenzione di imprese e istituzioni. E questo perché è finito il tempo in cui si poteva lavorare in ordine sparso. Ci sono opportunità enormi, soprattutto all'estero, affinché i nostri prodotti, le nostre Cucine e in genere l'italian style a tavola possano avere più opportunità di quanto non avviene. Ma alla base ci deve essere una cabina di regia, che oggi non c'è, che coinvolga tutti i soggetti interessati, dai produttori ai ristoratori. L'ex ministro delle Politiche agricole Luca Zaia aveva pensato che bastasse creare l'ennesimo carrozzone politico, BuonItalia, per avere dei risultati. In realtà abbiamo perso inutilmente tempo e soldi, tanto che il suo successore ha correttamente deciso di chiudere l'esperienza.

Quel che in realtà serve al Paese è una struttura sul tipo di Sopexa in Francia, che abbia ad un tempo un aspetto istituzionale capace di dare garanzie e sia contemporaneamente espressione di tutte le imprese, le associazioni e i gruppi che vogliono convergere in nome di un'unità d'azione e di una sola bandiera. Dobbiamo poter lavorare tutti per il bene della Cucina italiana e dei prodotti italiani. Un Consorzio potrebbe essere lo strumento utile se a livello politico qualcuno ne comprende il valore strategico. Non vogliamo entrare nei dettagli del progetto, in attesa che su questa proposta ci possa essere a breve una risposta da parte del ministro Giancarlo Galan, che finora ha dimostrato concretezza e buon senso.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net





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03/02/2011 10:41:00
4) Cosa sta facendo Buonitalia?
Carissimo dott. Rodrigo,
è certamente una buona notizia che Buonitalia sia ancora viva, peccato che non riesco a ricordare l'ultima iniziativa promossa da quest'ente. Quali sono le strategie per il 2011 che Buonitalia intende portare avanti? Ho provato a collegarmi sul vostro sito, oltre a non essere aggiornato non trovo niente di interessante. Lei ha lavorato presso la Mediaset, certamente un grande gruppo comunicativo, ma mi spiace per lei che sia Buonitalia che il Ministero Politiche agricole in questi ultimi anni hanno perso tanto a livello comunicativo. Mi rendo conto della situazione politico-economica del Paese, ma se guardiamo i numeri in termini di promozioni nel 2010 ci renderemo conto che di risorse ne abbiamo spese. Lei parla di Parmigiani e Grana, e gli altri prodotti? L'Italia non ha solo Parmigiano e Grana, io credo che adesso Buonitalia dovrebbe prendere la sfida di riunire tutti sotto questa bandiera. Lei è disposto ad aprire un tavolo dove riunire tutte le sigle della categoria? è disposto a fare di Buonitalia un grande marchio di promozione dell'Italia? Ha lavorato in un grande gruppo, quindi lei è abituato alle sfide... o vuole solo che buonitalia rimanga una sorta di banca del sostegno, sperperando in alcune attività solo danaro?


02/02/2011 18:06:00
3) Era lo stesso Galan che voleva chiudere Buonitalia. Trasformiamolo nella Sopexa italiana
Caro presidente, sono lieto che lei concordi con me sull'utilità di coinvolgere aziende ed associazioni secondo l'obiettivo che ho indicato per la promozione del Made in Italy a tavola. Mi spiace solo che lo faccia dopo una difesa d'uffico di un ente che il suo Ministro voleva chiudere (vedi articolo del 5 maggio 2010: Galan d'accordo per abolire Buonitalia: «Alla promozione penserà il Ministero» http://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=15705).
Mi permetto di ricordare che per Galan si trattava di un ente 'inutile”, tanto che aveva sottolineato che mantenere un ente come Buonitalia significa sprecare il 12% degli investimenti del Ministero.
Ora è comprensibile che per gli equilibri politici generali e per evitare quella che sembrava la disfida Galan/Zaia questo ente inutile sia al momento rimasto in vita, ma le chiedo se nel frattempo è cambiata la strategia ? Al momento, magari solo per mio difetto, non ne ho conferme. Di questo sarebbe invece utile parlare per capire come anche le imprese e le associazioni possano ricevere dei benefici e, dopo un'opportuna trasformazione della società, partecipare alla sua gestione. Buonitalia potrebbe diventare benissimo il superconsorzio capace di emulare Sopexa, ma non con il ministero delle Politiche agricole all'80% come socio.
Per quanto riguarda poi le semplificazioni che ho fatto, mi consenta di ricordarle che quale manager del settore sa bene che nella comunicazione contano i concetti forti e a volte, per esprimerne meglio uno, si deve magari sintetizzare. E così ho fatto: è vero che Buonitalia era stata fondata dal Ministro Alemanno, ma chi l'ha in qualche modo sdogata da ente inutile (tantè che l'unico risultato positivo che lei ricorda è appunto di questo periodo) è stato il Ministro Zaia che, nella logica purtroppo della politica italiana, ne ha fatto un carrozzone ricco di soldi affidato a un compaesano del suo partito. E sottolineo questo aspetto non già per populismo ma per sottolineare il vizio tutto italiano di fare gestire alla politica anche operazioni che sulla carta potrebbero essere invece interessanti ed utili.
Le politiche promozionali per Grana padano e Parmiggiano reggiano sono più che utili, ma al sistema Paese serve ben altro. Sono certo che converrà su questo e le offro fin d'ora la massima disponibilità per spiegare e fare conoscere le opportunità offerte da Buonitalia. Non sia mai che ci mettiamo di traverso ad un'iniziativa buona e vantaggiosa.


02/02/2011 17:37:00
2) Buonitalia è attiva ed è utile al Paese

Signor Lupini, in relazione al suo articolo, lei vorrei far presente un paio di cose , che forse potrebbero esserle utili. 
Buonitalia è stata fondata dal Ministro Alemanno nel 2003 , e non dal Ministro Zaia.
Mi sembra fuori luogo definirla un 'carrozzone” , in quanto sono stati fatti molteplici progetti , alcuni piu utili di altri ma senza dubbio con dei successi indiscussi non ultimo quello relativo alla promozione congiunta effettuata con il Parmigiano e Grana nei 5 principali mercati mondiali i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Il Ministro Galan, nell'ottobre 2010, mi ha nominato Amministratore delegato e Presidente di Buonitalia, pertanto direi che ad oggi Buonitalia esiste, vive e produce nell'interesse primario delle aziende italiane di eccellenza.
Condivido invece a pieno lo spirito costruttivo, consultivo con le varie associazioni e l'esempio francese a cui ispirarsi, e le posso garantire che la mia lunga esperienza nel mondo della comunicazione (20 anni del gruppo Mediaset) e nelle vendite hanno la piena intenzione di dare un indirizzo concreto, chiaro, trasparente e soprattutto vincente a Buonitalia, la cui mission, come supporto delle aziende agroalimentari italiane, Le ricordo è nobile ed utilissima per lo sviluppo di un comparto cosi strategico per l'economia italiana.
Cordiali saluti 



01/02/2011 18:58:00
1) Serve una grande manifestazione fieristica!
Come quasi sempre condivido l'idea del signor Lupini. Chissà che magari non si riesca un giorno anche a creare una grande manifestazione fieristica nazionale, magari biennale, nella quale confluiscano Cibus e Tuttofood. Ora le due fiere in competizione (non parliamo delle fierette e fierine che ogni provincia ridicolmente organizza ad ogni pié sospinto) sono depotenziate dal fatto che le aziende di normale dimensione non si possono permettere di sostenere i costi enormi di due fiere importanti. Un'unica manifestazione darebbe risultati al quadrato!




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