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Trentodoc tra i protagonisti del Natale Zanoni: La carta vincente è la qualità

Il periodo natalizio è un momento clou per le bollicine. Il Trentodoc, la cui produzione è di circa 7 milioni di bottiglie all’anno, punta molto sulla qualità, come ci spiega il presidente dell’Istituto di tutela

 
29 ottobre 2014 | 12:09

Trentodoc tra i protagonisti del Natale Zanoni: La carta vincente è la qualità

Il periodo natalizio è un momento clou per le bollicine. Il Trentodoc, la cui produzione è di circa 7 milioni di bottiglie all’anno, punta molto sulla qualità, come ci spiega il presidente dell’Istituto di tutela

29 ottobre 2014 | 12:09
 

Trentodoc è un marchio collettivo e territoriale al quale sono volontariamente associati i produttori della Denominazione di origine controllata. Il principale fattore distintivo del Trentodoc rispetto agli altri metodi Classici di produzione italiana e mondiale sta nel provenire da un territorio di montagna, il Trentino, particolarmente vocato grazie a territorio e clima che permettono la produzione di un metodo Classico di qualità molto elevata. Il 77% del territorio è posto al di sopra dei 1.000 metri, le vigne vengono coltivate più in basso ma risentono in maniera determinante della presenza della montagna che influenza tutto l’ambiente e le produzioni in loco.

credito foto: Daniele Lira
credito foto: Daniele Lira

La storia della spumantistica trentina ha origine circa 150 anni fa. L’impulso definitivo venne poi dato ai primi del 900 da Giulio Ferrari, il primo, cui seguirono le altre aziende. Il 1984 è l’anno in cui venne fondato l’Istituto Trentodoc a tutela di qualità, origine, metodo e diffusione di questo vino. Del 1993 è il riconoscimento della Doc, prima al mondo per un metodo Classico, dopo lo Champagne. Nel 2007 nacque invece il marchio collettivo Trentodoc, che raduna oggi pressoché la totalità delle case spumantistiche trentine e che si trova apposto su ogni bottiglia.

Per conoscere meglio la realtà del Trentodoc, anche in vista delle imminenti festività natalizie in cui le bollicine saranno protagoniste in tavola, abbiamo intervistato Enrico Zanoni (nella foto), presidente dell’Istituto Trentodoc.

Enrico ZanoniIl periodo natalizio rappresenta per le bollicine in generale un momento in cui i consumi aumentano sensibilmente. Quali sono le strategie migliori per ottenere dei buoni risultati in questo periodo dell’anno? La carta vincente è l’immagine oppure la qualità del prodotto?
È vero che il mercato vive ancora il suo picco di vendita nel periodo natalizio, ma la destagionalizzazione dei consumi comincia a vedersi. Per perseguire questo obiettivo occorre continuare a lavorare sull’informazione e sull’“educazione” del consumatore: far capire che Trentodoc è ideale a tutto pasto e in ogni momento dell’anno, e che le sue caratteristiche di abbinabilità ne fanno un metodo Classico perfetto in ogni occasione. Immagine e qualità sono due concetti inscindibili. La qualità del prodotto ha sempre la priorità, è l’elemento su cui si concentrano costantemente gli sforzi di chi produce un metodo Classico come Trentodoc. Solo confermando nel tempo la qualità del prodotto si può costruire un’immagine durevole nel tempo.

Quali progetti sta portando avanti l’Istituto Trentodoc in un mercato italiano che è sempre ricco di nuove proposte?
Trentodoc negli anni si sta guadagnando una crescente riconoscibilità e fiducia da parte dei consumatori italiani (ad oggi circa il 90% del nostro mercato) che lo dimostrano scegliendo prodotti delle nostre cantine. Il progetto rimane quello di aumentare la notorietà e la reputazione del marchio Trentodoc, comunicandone i valori cardine - territorio (montagna) e tradizione (una storia che inizia ai primi del 900) - certi dell’eccellenza dei prodotti dei nostri associati.

Quali sono i numeri significativi per poter inquadrare la realtà del Trentodoc?
L’Istituto rappresenta 40 case spumantistiche trentine - con 120 etichette - che ogni anno producono circa 7 milioni di bottiglie di Trentodoc: il 90% è destinato al mercato italiano e il restante 10% all’estero.

credito foto: Carlo Baroni
credito foto: Carlo BaroniSi può già anticipare qualcosa circa l’andamento della nuova vendemmia?
Ovviamente non sono ancora disponibili i dati relativi all’ultima produzione. Quello che possiamo dire è che, pur in presenza di una stagione sicuramente difficile da un punto di vista meteorologico, il poter contare su vigneti di montagna, su viticoltori di lunga tradizione ci consente di disporre, anche quest’anno, di basi di grande qualità.

Che rapporto c’è fra il vino Trentodoc e il suo territorio?
Trentodoc è il suo territorio. Il metodo Classico è espressione di valori, cultura e tradizioni del Trentino, capace di condensare ed esaltare tutta l’unicità delle caratteristiche climatiche e naturali della terra da cui nasce, unite alla competenza, alla passione e al lavoro secolare delle cantine produttrici.

Parlando di prodotti di fascia alta di mercato, come si pone il Trentodoc nel confronto con lo Champagne?
Guardare al Trentodoc come al competitor dello Champagne credo sia una prospettiva di osservazione fuorviante. Trentodoc è Trentodoc, con la sua storia, la sua tradizione, le sue caratteristiche. Lo Champagne resta un fuoriclasse di altissimo livello. Trentodoc è la prima Doc dopo lo Champagne per un metodo Classico, ed è l’unico al mondo che nasce in montagna, in un territorio straordinariamente pregiato collocato a ridosso delle Dolomiti, Patrimonio Naturale dell’Umanità dell’Unesco.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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