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Caporalato, in arrivo un piano di misure contro il lavoro irregolare in agricoltura

Il ministero delle Politiche agricole e quello del Lavoro stanno collaborando per attuare un piano che contrasti il lavoro irregolare nel settore agricolo e promuova un sistema pubblico di certificazione etica del lavoro

 
27 agosto 2015 | 18:08

Caporalato, in arrivo un piano di misure contro il lavoro irregolare in agricoltura

Il ministero delle Politiche agricole e quello del Lavoro stanno collaborando per attuare un piano che contrasti il lavoro irregolare nel settore agricolo e promuova un sistema pubblico di certificazione etica del lavoro

27 agosto 2015 | 18:08
 

Al Palazzo dell’Agricoltura si è tenuto il vertice nazionale sul caporalato per definire il piano di azione per il contrasto al fenomeno e al lavoro irregolare in agricoltura e l’inizio delle attività della “Rete del lavoro agricolo di qualità”.

«Vogliamo passare dalla gestione dell'emergenza - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina (nella foto) - a un lavoro stabile, organico e coordinato di azioni costanti contro il caporalato, che va combattuto come la mafia. Con il vertice di oggi abbiamo dato un mandato chiaro alla Cabina di regia della nostra “Rete del lavoro agricolo di qualità” che entro le prossime due settimane dovrà presentare un piano di misure concrete su tutto il territorio. Un patto di responsabilità che precisi gli impegni di istituzioni, parti sociali e imprese per azioni immediate».

Maurizio Martina

«Già nelle scorse settimane - continua Martina - con il ministero del Lavoro abbiamo rafforzato i controlli. Un'azione che deve essere quotidiana a tutela della dignità, dei diritti e della sicurezza dei lavoratori. Vogliamo rafforzare l'operatività territoriale della ‘Rete’, che abbiamo fortemente voluto mettere nella nostra legge Campolibero nel 2014 e che il 1 settembre parte proprio grazie al lavoro fatto in questi mesi. Lavoriamo per anticipare in un veicolo legislativo utile le norme inserite ora nel “Collegato agricoltura” all'esame del Parlamento».

«Vogliamo stroncare il caporalato - ha commentato il Ministro Giuliano Poletti - lavorando su tutti gli aspetti dell’illegalità. Abbiamo già sviluppato un'azione di contrasto, la rafforzeremo e la metteremo assieme ad altre questioni da affrontare anche con il Ministero degli Interni per quanto riguarda l'immigrazione e con il ministero della Giustizia per la confisca dei beni. Bisogna dare una risposta culturale al fenomeno tenendo conto non solo del danno alle persone ma anche al sistema imprenditoriale. Il piano è complesso e non di breve periodo, laddove ci saranno oneri bisognerà trovare nella legge di stabilità le risorse per fronteggiare la situazione».

Alla riunione hanno partecipato i ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e del Lavoro Giuliano Poletti, Teresa Bellanova (sottosegretario di Stato del ministero del Lavoro e delle politiche sociali), Tito Boeri (presidente Inps), Fabio Vitale (presidente della Cabina di regia della “Rete del lavoro agricolo di qualità”), Leonardo Di Gioia (Conferenza Stato-Regioni), i rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato, Assolavoro, Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila, Ugl, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Ue Coop, Ancc-Coop - Coop Italia, Ancd-Conad e Federdistribuzione.

Focus rete lavoro agricolo
Dal primo settembre le aziende agricole interessate potranno aderire alla Rete tramite il sito www.inps.it. Per la prima volta in Italia si istituisce un sistema pubblico di certificazione etica del lavoro. Si prevede inoltre un sistema premiante per le imprese che aderiranno alla Rete ed entreranno nel circuito. Della cabina di regia, presieduta dall'Inps, fanno parte le organizzazioni sindacali, le organizzazioni professionali agricole, insieme ai rappresentanti dei ministeri delle Politiche agricole, del Lavoro e dell'Economia e della Conferenza delle Regioni.
Possono fare richiesta per entrare nella Rete le imprese agricole in possesso dei seguenti requisiti:

  • non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto;
  • non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive per le violazioni di cui al punto primo;
  • essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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