Il Consiglio dei Ministri ha approvato l’8 settembre un decreto che recepisce la direttiva europea «Breakfast», con l’obiettivo di garantire maggiore tracciabilità e trasparenza in etichetta per miele, succhi di frutta e confetture.

Nuove categorie di succhi a ridotto contenuto di zuccheri
Miele: indicazione dei paesi di origine e nuove definizioni
Per i prodotti confezionati, sarà obbligatorio indicare i paesi di provenienza delle miscele. I confezionatori dovranno elencare i Paesi in ordine decrescente di percentuale. Solo nel caso di miscele provenienti da quattro Paesi che raggiungono almeno il 60% del prodotto, non sarà necessario indicare le percentuali dei restanti Paesi.

Indicazione dei paesi di origine per il miele confezionato
Cambia anche la denominazione del miele filtrato, che ora rientra nella definizione di “Miele ad uso industriale”, più coerente con l’impiego culinario. L’Italia produce circa 24.000 tonnellate di miele all’anno, e queste nuove regole puntano a tutelare il prodotto nazionale dai prodotti di bassa qualità provenienti dall’extra-Ue.
Succhi di frutta: tre nuove categorie a basso contenuto di zuccheri
Il decreto aggiorna le tipologie autorizzate di succhi di frutta, introducendo tre nuove categorie:
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Succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri
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Succo di frutta da concentrato a tasso ridotto di zuccheri
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Succo di frutta concentrato a tasso ridotto di zuccheri
Tutti questi prodotti devono avere il 30% di zuccheri in meno rispetto al prodotto di riferimento, offrendo opzioni più leggere e salutari per i consumatori.

Percentuale minima di frutta aumentata nelle confetture e marmellate
Confetture e marmellate: più frutta e qualità garantita
È stato innalzato il contenuto minimo di frutta nelle confetture:
Il decreto evidenzia che i prodotti italiani già superano questi requisiti, sostenendo allo stesso tempo la domanda del comparto ortofrutticolo nazionale.
Il Ministro Francesco Lollobrigida ha sottolineato come il decreto sia il risultato di un lungo confronto tra produttori e istituzioni: «I cittadini avranno gli elementi per valutare con più consapevolezza il prodotto che stanno acquistando e fare una scelta sulla qualità. Il mercato europeo è aperto, ma conoscere se la provenienza è italiana, europea o extra-Ue fa la differenza e tutela la qualità del Made in Italy».