All’interno de L’Antico Borgo di Sutri, elegante relais immerso nelle colline della Tuscia, c’è un ristorante che negli ultimi mesi, un po' sottovoce in realtà e senza nessun particolare proclamo, sta facendo parlare di sé: N’Uovo Vino e Cucina. Nel territorio, probabilmente, questo nome è passato un po' sotto traccia, ma è un indirizzo che da ormai dal 2024 è presente, con la segnalazione, all'interno della Guida Michelin. E chissà che non si possa ambire a qualcosa di più, in un territorio che negli ultimi 4 anni di ristoranti stellati ne ha persi due (per chiusura).

La sala del ristorante- foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
L’idea è di Francesca Pozzi e Federico Fortin, che insieme al direttore Riccardo De Santis hanno scommesso su un ristorante con identità propria, perfettamente integrato nella raffinata cornice dell’hotel e orientato quanto, e dove, possibile al chilometro zero.
In cucina il giovane chef Simone Lezzerini
Il timone della cucina è stato affidato nel 2023 al giovane chef romano Simone Lezzerini, formatosi in ristoranti stellati della Capitale e sensibile interprete della tradizione rurale con una spiccata propensione all’innovazione. La sua storia parte dai fornelli di casa, dove il padre – cuoco tradizionale – gli trasmette le prime nozioni di cucina.

Lo chef Simone Lezzerini - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Da lì il passaggio alla scuola alberghiera di Spoleto, poi il ritorno a Roma e il proseguimento degli studi in una scuola privata. Le esperienze più formative in importanti ristoranti della Capitale: prima alla Zanzara in via Crescenzio con Salvatore Testagrossa, poi l'entrata nella brigata di Domenico Stile, con il solo desiderio di imparare in una delle principali cucine fine dining di Roma: Enoteca La Torre (oggi due stelle Michelin).

Raviolo, zafferano, coniglio leprino, pecorino - foto di Officina Visiva
La sua determinazione viene premiata: da semplice stagista passa in pochi mesi a seguire l’apertura di un nuovo ristorante in Toscana, dove resta per due anni e mezzo prima di tornare sulle sponde del Tevere.

Tuorlo d‘uovo alla brace - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Da lì, poi, un tentativo di avventura il solitaria sul lago di Bracciano subito dopo il Covid, infine la chiamata in terra viterbese dove oggi si sta affermando come uno degli chef più promettenti della zona, ma non solamente. Oggi è anche uno dei più giovani membri dell'Associazione Ambasciatori del Gusto.
Cosa si mangia da N'Uovo Vino e Cucina
Tra i piatti più riconoscibili del ristorante, e maggiormente legati al suo nome, c'è l’uovo alla brace con cardoncelli in salamoia, crema di funghi alla brace e tuorlo stagionato al fieno. Molto gradevole lo sgombro marinato, che in questa calda stagione trova freschezza nella salsa al daikon e un sorbettino di finocchio come sider.

Il dessert all'albicocca e liquirizia - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Interessante, sempre tra gli antipasti, la zucchina romanesca in tempura accompagnata da salsa scapece, acetosella, menta e gel di mele, restituisce memoria popolare in chiave gourmet.

Sgombro marinato, salsa al daikon, sorbetto di finocchio - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Sul fronte dei primi, spiccano il raviolino allo zafferano di Nepi, ripieno di pecorino liquido e coniglio leprino marinato, e lo spaghettone al pomodoro alla brace con accenti di colatura di alici e aglio nero. Un perfetto incontro tra rustico e raffinato.

Zucchina romanesca alla scapece in tempura - foto di Marco Aquilani | Officina Visiva
Tra i secondi spicca la fagianella con culatello di maialino orvietano e fondo speziato. Filo conduttore tra gran parte delle preparazioni, un gran lavoro sui fondi. E per chiudere in dolcezza un notevole dessert a base di albicocca accompagnata da mandorla e liquirizia per un finale fresco e aromatico.
Via Cassia km 46 01015 Sutri (Vt)