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domenica 14 dicembre 2025  | aggiornato alle 14:31 | 116318 articoli pubblicati

Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

Nel cuore dell’Alto Adige, Castel Ansitz Steinbock ospita La Lumosa: solo quattro tavoli, la cucina creativa di René Tschager e un’esperienza che unisce storia, design e gusto contemporaneo. la realtà di un hotel gourmet. Nel castello solo 12 raffinate suite tutte diverse e con spa private

di Alberto Lupini
direttore
27 settembre 2025 | 15:38
Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco
Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

Nel cuore dell’Alto Adige, Castel Ansitz Steinbock ospita La Lumosa: solo quattro tavoli, la cucina creativa di René Tschager e un’esperienza che unisce storia, design e gusto contemporaneo. la realtà di un hotel gourmet. Nel castello solo 12 raffinate suite tutte diverse e con spa private

di Alberto Lupini
direttore
27 settembre 2025 | 15:38
 

Bastano quattro tavoli e la visione di un ventiquattrenne per cambiare il destino di un castello altoatesino. La Lumosa è il fine dining che accende da gennaio Castel Steinbock di Vilandro (Bz) e ridisegna la mappa del gusto in Valle Isarco. Un giovane cuoco pronto a cimentarsi coi più affermati colleghi altoatesini puntando su un mix di abbinamenti originali, molta valorizzazione del crudo e l’obiettivo di illuminare coi suoi piatti l’esperienza a tavola. Un modo per fare del miglior boutinque hotel dell’anno 2024 per la guida Gault Millau anche un albergo goumet.

Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

La Lumosa - Castel Steinbock

Se fino a poco tempo fa il castello era meta di un turismo raffinato che ricerca soluzioni originali e per molti versi uniche (come lo sono le 12 suite della struttura), ora l’offerta si è ampliata e il castello punta a lavorare tutto l’anno proprio grazie anche alla parte gastronomica che si basa sia su ricette del territorio (dai canederli al cervo del menu della Defregger Stube) sia sui piatti di ricerca (come la tartare di tonno con caviale e salsa di cetrioli) de La Lumosa. Ed è proprio grazie a questa nuova caratteristica della location che la “castellana” Elisabeth Rabensteiner ha vinto la sua scommessa famigliare di fare di una modesta pensione, ospitata di un edificio storico, uno dei punti di riferimento della moderna fascia alta del turismo italiano.

 Un castello che attraversa i secoli e oggi punta al buon gusto

Eretto nel cuore della Valle Isarco, il Castel Ansitz Steinbock, dimora nobiliare le cui origini risalgono al Quattrocento (era uno degli “ansitz”, le residenze signorili tipiche del Sudtirolo), in passato fu tribunale locale, piccolo albergo, ufficio delle vicine miniere e laboratorio per preparare lo speck. Oggi è un luogo dove l’accoglienza e il buon gusto si sposano perfettamente. Le cantine, scavate a sei metri sottoterra e che prima di ospitare le botti erano le celle de prigionieri, ora offrono uno spazio elegante per accogliere i buongustai. Le stuben storiche (una delle quali fra le più grandi dell’Alto Adige con ben 16 grandi finestre) rimandano a secoli di convivialità e comunità come sala della prima colazione e ristorante. Il laboratorio dove veniva affumicato lo speck è oggi il fine dining con 4 tavoli che col suo nome di fantasia vuole simboleggiare proprio il passaggio da un ambiente buio e fumoso alla luce che portano in tavola i piatti. E le suite, ricavate spesso su più piani e con mapi spazi, sono ambienti dove ci si sente come in viaggio nel tempo con tutti i vantaggi delle moderne tecnologie.

Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

Castel Steinbock

Il nome “Steinbock”- lo stambecco - si intreccia con aneddoti legati alla caccia e alla vita sociale: nel XVIII secolo uno dei proprietari organizzava feste dedicate a questo animale, tanto da farne un simbolo identitario della casa. Un segno che è rimasto intatto anche dopo l’acquisizione nel 1999 da parte della famiglia Rabensteiner (noti imprenditori edili), mentre il restauro del 2022 ha restituito autenticità all’edificio, liberando pietre, intonaci e travi dagli strati accumulati nel tempo. Ne è nato un gourmet hotel di dodici suite, tutte diverse, ognuna dedicata a un personaggio che vissuto nel castello e con saune private, logge affacciate sul borgo o vasche freestanding. Un luogo che fonde design contemporaneo, anima storica e invita al relax e ai piaceri della tavola.

La Lumosa: quattro tavoli e un’idea di cucina

L’ultima realizzazione tra le mura dell’antica Selchkuchl, la stanza dove un tempo si affumicava lo speck (Seichkuchi nel dialetto locale), è, come detto, La Lumosa, ristorante fine dining dall’atmosfera intima e riservata. Solo quattro tavoli, in un ambiente dove minimalismo e memoria si intrecciano. Il nome evoca la luce (“luma”) e il fumo della brace (“fumosa”), elementi che definiscono anche l’atmosfera: rarefatta, elegante, dove il design sembra una natutale reinterpretazione del passato che ospita la sala. con un legame costante con il passato.

Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

Un tavolo de La Lumosa - Castel Steinbock

Guidato dal giovane René Tschager, il ristorante offre percorsi di 5 o 6 portate (Il piccolo viaggio da 132 euro e Il grande viaggio da 149 euro) a cui si può aggiungere lo Special, il piatto simbolo per Tschager, una tartare di tonno Toro con caviale Oscietra Purmano con una salsina di cetriolo). Nel menù, aspetto abbastanza raro, sono indicati i nomi di tutto lo staff che fra cucina e sala partecipa al lavoro quotidiano.

I piatti sono tutte ampie rielaborazioni e abbinamenti che in sala spiegano per tempo. Rosa, appare come vitello tonnato sul menù, ma è una un’interessante cruditè di manzo e tonno che ricorda un sashimi senza riso.  Sardina, porta il pesce con peperoni, pepe rosa e capperi. Dry aged è un’orata con un originale accostamento di tamarindo e prugne. E ancora, Millefoglie si compone di maiale, guanciale, cechi e pomodoro cuore di bue. Il Tacchino biologico è servito con mais e salsa di madeira. La Banana, infine, è col coriandolo e la guanaja.

Si tratta di piatti molto studiati e basati più sull’equilibro costruito abbinando elementi anche crudi, che non su particolari tecniche di cottura. È una cucina creativa e molto purista che unisce ispirazioni nordiche e tirolesi, puntando sull’essenzialità e su sapori netti e riconoscibili.

Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

René Tschager

Classe 2000, Tschars è già un protagonista della scena altoatesina: miglior cuoco ai Worldskills Italy 2020, vincitore del premio Young Chef 2019. La sua cucina è contemporanea, rigorosa nella tecnica, ma giocosa negli accostamenti. Pochi ingredienti, selezionati con cura, danno vita a piatti di sorprendente leggerezza e profondità, dove tradizione e innovazione dialogano senza forzature.

La cantina premiata

A fianco della proposta della cucina c’è il lavoro del giovane maître e head sommelier Bastian Winkler, che gestisce una cantina di oltre 800 etichette, custodite nelle cantine del castello. Il riconoscimento del Premio per la cultura del vino Alto Adige 2024 certifica il valore di questo lavoro, che unisce ricerca, selezione e valorizzazione dei vitigni locali con un respiro internazionale. I vini proposti sono al bicchiere col sistema Coravin. Molti nomi importanti in menù, da Appius 2018 di Cantina san Michele Appiano a Tignanello 2021 di Marchesi Antinori, dal Pinot nero 2022 di Gantenbein a Ornellaia bianco 2020.

E per apprezzare fino in fondo le proposte del sommelier basta poi degustare un calice nelle vecchie prigioni per sentirsi un po’ trasportato nel tempo, tra volte di pietra e tracce di epoche passate.

Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

Una delle stube di Castel Steinbock

La cucina e le sale storiche

A completare la parte gastronomica, guidata sempre da René Tschager, c’è un’offerta che non è quella tipica del “ristorante d’hotel”, visto che gli ospiti mangiano alla carta. Le due stube principali, la Defregger Stube e la Gerichts Stube (la sala del tribunale), non sono fra l’altro semplici sale da pranzoma, come detto, raccontano la stratificazione sociale e politica di un territorio. Mangiare tra quelle pareti significa sedersi dove, secoli fa, si decidevano cause e controversie.

La cucina, basata su ingredienti locali e interpretazioni moderne, non spezza ma prosegue il filo della tradizione: dal vino della cantina che interpretano la memoria alpina senza musealizzarla. Da provare senz0altrola crema di patate, il bollito, o i krapfen con il burro salato, l’olio all’erba cipollina e la ricotta coi pomodorini secchi.

Elisabeth Rabensteiner, la signora del castello

La rinascita del Steinbock porta, come detto, la firma di Elisabeth Rabensteiner, che ha trasformato la dimora in un progetto personale. La sua idea non era un hotel-museo, ma una casa viva, capace di accogliere l’ospite con calore e autenticità. Cura i dettagli, guida il team e mantiene il filo con la tradizione, facendo del castello non un monumento statico, ma un organismo pulsante di relazioni ed esperienze. Un lavoro in cui si è cimentata praticamente da sola cominciando neanche ventenne ad occuparsi della pensione per farne l’attuale location di classe.

Non si tratta solo di dirigere una struttura ricettiva, ma di abitare e accompagnare un castello vivo, fatto di relazioni e di memorie. Elisabeth si muove tra accoglienza e gestione con la naturalezza di chi considera l’ospite non un cliente, ma qualcuno da introdurre in una storia familiare.

Un castello nel presente

Castel Ansitz Steinbock non è un albergo tradizionale e non è neppure un museo. È piuttosto un luogo di ospitaltà che continua a trasformarsi, passando attraverso epoche e gestioni diverse. Oggi accoglie viaggiatori che cercano silenzio e autenticità, ma conserva ancora l’impronta di quello che è sempre stato: un punto di riferimento per la comunità.

Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

René Tschager, Elisabeth Rabensteiner e Bastian Winkler

In fondo, la vera particolarità sta proprio in questo: la possibilità di vivere un luogo che non recita una parte, ma rimane fedele a sé stesso. Le pietre, le travi e le volte non sono state reinventate per stupire, ma restituite a una semplicità che parla da sola. E, grazie al lavoro di Elisabeth Rabensteiner, il castello è tornato a essere non solo dimora, ma casa. Oggi le dodici suite, tutte diverse, nascono da questo dialogo tra antico e nuovo.

Un castello, 4 tavoli e un giovane chef: la rivoluzione gourmet in Valle Isarco

Castel Steinbock area esterna

Un’esperienza che unisce ospitalità e alta cucina

Castel Ansitz Steinbock non è un semplice hotel e La Lumosa non è un ristorante come tanti. Insieme rappresentano un equilibrio raro: ospitalità calorosa, memoria storica e fine dining di livello internazionale. Qui l’ospite trova non solo suite curate nei dettagli e piatti d’autore, ma un racconto che attraversa secoli e si traduce in esperienze sensoriali uniche.

Villandro, a 880 metri di altitudine, diventa così un punto di riferimento per chi cerca un turismo lento, colto e raffinato, in cui la tradizione incontra la luce della contemporaneità. Alla fine, La Lumosa non è solo un ristorante dentro un castello: è la prova che l’Alto Adige sa reinventarsi senza tradire sé stesso. Quattro tavoli, un giovane chef e una luce nuova che illumina la Valle Isarco. 

Via Defregger 14 39040 Villandro (Bz)
Tel +39 0472 843111
Dalle 19 alle 21 - martedì e mercoledì, chiuso

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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