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Una domenica in distilleria A ottobre torna Grapperie Aperte

di Mariella Morosi
 
18 settembre 2018 | 16:54

Una domenica in distilleria A ottobre torna Grapperie Aperte

di Mariella Morosi
18 settembre 2018 | 16:54
 

È uno dei più attesi appuntamenti di ottobre quello di “Grapperie Aperte”, giornata organizzata dall’Istituto nazionale grappa che prevede l’apertura al pubblico degli impianti di lavorazione in varie località italiane.

Gli appassionati di questo distillato dalla lavorazione delle vinacce, residuo della spremitura del mosto o separate dal vino, dalle 10.00 alle 18.00 di domenica 7 ottobre potranno conoscerne i segreti e gustarne le molteplici varianti. Ogni bottiglia infatti ha la capacità di racchiudere l’essenza della storia distillatoria e delle tradizioni del suo territorio di riferimento.

(Una domenica in distilleria A ottobre torna Grapperie Aperte)

Il tema scelto per questa 15ª edizione è “Grappa e caffè”, entrambe passioni tutte italiane, abbinamento che può far maggiormente apprezzare le reciproche complessità aromatiche e strutturali. Saranno 17 le grapperie aderenti all’iniziativa, articolate in sei regioni: il Veneto e l’Alto Adige, i territori più rappresentati con quattro distillerie ciascuno, seguiti dalla Lombardia e dalla Toscana con tre, dalla Valle d’Aosta con due e dall’Emilia Romagna con una sola.

Sarà un’occasione unica per conoscere da vicino il mondo di questo distillato dalla storia antica vedere all’opera i maestri distillatori che con esperienza e abilità sanno trarre dalle vinacce, esperienze sensoriali orientate all’esaltazione dei bouquet delle varie declinazioni. Il programma di Distillerie Aperte spazia dalle visite con degustazioni in luoghi storici come i masi in quota dell’Alto Adige ai percorsi enogastronomici fino all’assaggio del caffè in grolla nelle distillerie della Valle d’Aosta. Visite dei luoghi dove nasce il distillato, dunque, ma anche esperienze gusto-olfattive uniche, come quelle che emergono versando nella tazzina, secondo la tradizione del rasentin, un po’ di grappa dopo aver bevuto il caffè. Il calore della tazzina favorisce così la combinazione del carattere della grappa con le note del caffè, determinando inedite e sorprendenti sensazioni.

Abbinamenti da gustare ma anche da fissare e raccontare attraverso le immagini postate sui social che si intersecano fino a formare una storia nella storia. Anche in questa edizione infatti l’Istituto nazionale grappa rinnova l’invito a partecipare al contest fotografico su Facebook e Instagram legato alla manifestazione. Il tema su cui verterà il contest è appunto l’abbinamento tra grappa e caffè, inteso nella sua accezione più ampia.

I partecipanti potranno scattare foto a personaggi significativi del mondo della distillazione, a strumenti di lavoro, agli impianti di produzione o alle barricaie, all’abbinamento proposto o semplicemente alle occasioni di consumo, con richiami al legame tra distilleria, territorio ed emozioni. Per partecipare sarà sufficiente pubblicare la foto sui già citati social network utilizzando l’hashtag #nomegrapperia accanto a #grapperieaperte2018. Il migliore scatto sarà premiato con la pubblicazione della foto a corredo della comunicazione ufficiale dell’Istituto nazionale grappa - con citazione dei credit dell’autore che diventerà in questo modo testimonial in prima persona della giornata e della cultura del distillato.

Il nome grappa deriva da “grapa” o “raspo”, da dove vengono staccati gli acini dell’uva destinati a vino. Se fino agli anni Settanta del secolo scorso le grappe classiche erano prodotte da vinacce indifferenziate, cioè derivate da vari vitigni, oggi si tende a produrre le monovarietali o quelle costituite da blend di particolari varietà. Da ciò infiniti riferimenti territoriali e aromatici, dopo il procedimento della distillazione che portano a grappe giovani, invecchiate, aromatiche e stravecchie riserva, quando il liquido matura per almeno 18 mesi in botti in legno.

La grappa è solo italiana: per tradizione, per cultura e per legge. La sua storia si confonde nella notte dei tempi e la tecnologia è stata messa a punto nel corso di secoli. Fu la Scuola Salernitana che intorno all’anno Mille codificò le regole della concentrazione dell’alcol attraverso la distillazione e ne prescrisse l’impiego per svariate malattie. Gli studi furono poi perfezionati dai Gesuiti nel 1600 ma le attuali grappe sono frutto di tradizioni delle famiglie italiane tramandate da generazioni.

Le materie prime - secondo il disciplinare - devono essere ottenute da vinacce prodotte e vinificate in Italia e distillate in impianti nel territorio nazionale. Il trend positivo del comparto continua a crescere per l’interesse di nuovi segmenti di consumatori competenti e sempre più declinati al femminile, soprattutto con la versione invecchiata. L’Istituto è stato fondato nel 1996 a Pavia. A esso aderiscono l’Istituto Grappa Veneta, l’Istituto Grappa della Valle d’Aosta, l’Istituto Grappa Lombarda e numerosi produttori singoli. Oltre alle organizzazioni regionali possono infatti aderire all’Istituto nazionale grappa le imprese che producono o commercializzano grappa con marchio proprio ubicate in territori in cui non sono presenti sodalizi associati. Attualmente, attraverso gli Istituti regionali aderenti o direttamente, l’Istituto nazionale grappa rappresenta circa il 70% della grappa distillata e oltre 100 aziende.

Per informazioni: www.istitutograppa.org

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