C’è chi lo scambia per un litchi e chi lo osserva perplesso chiedendosi se sia davvero un frutto: il rambutan, con la sua buccia rossa ricoperta di morbide spine, è una delle curiosità più affascinanti che arrivano dai tropici. Originario di Indonesia e Malesia, appartiene alla specie Nephelium lappaceum, della famiglia delle Sapindaceae, e oggi è coltivato in gran parte delle aree tropicali del mondo dove il clima resta caldo e umido tutto l’anno. Il suo nome deriva dal termine malese rambout, che significa “capelli”, un riferimento evidente all’aspetto esteriore di questi frutti dai colori vivaci e dalla consistenza unica.

Rambutan, il frutto tropicale “capelluto” che sorprende per gusto e nutrienti
Proprietà nutrizionali e valori principali
Al di là dell’aspetto scenografico, il rambutan, scrivono gli esperti di Humanitas Salute, è anche interessante dal punto di vista nutrizionale. In 100 grammi di polpa, dolce e succosa, si contano circa 68 calorie, di cui 61,7 derivano dai carboidrati, 3,6 dalle proteine e 2,7 dai grassi. In termini più concreti, ogni 100 grammi apportano 16 grammi di carboidrati (di cui 13,2 di zuccheri e 2,8 di fibre), 0,9 grammi di proteine e 0,3 di grassi. È anche una discreta fonte di fosforo, ferro, tracce di calcio e vitamina C.
Benefici, limiti e possibili controindicazioni
Proprio la vitamina C è il punto di forza del frutto, perché contribuisce alla sintesi del collagene e al buon funzionamento del sistema immunitario. Il rambutan, come detto, fornisce inoltre ferro, utile per la produzione dei globuli rossi, e fosforo, che insieme alle piccole quantità di calcio può aiutare a mantenere in salute denti e ossa. Un altro vantaggio è l’apporto di fibre, che può contribuire al fabbisogno giornaliero raccomandato dagli esperti - tra i 25 e i 30 grammi per un adulto in buona salute. Sul piano dei benefici, al rambutan vengono attribuite proprietà varie: si dice che possa alleviare i sintomi della diarrea, uccidere parassiti intestinali e abbassare la febbre.

Una pianta di Rambutan
Tuttavia, le ricerche condotte finora hanno confermato soltanto la sua ricchezza di antiossidanti naturali, mentre mancano prove scientifiche certe sugli altri effetti. Dal punto di vista nutrizionale, resta comunque un frutto interessante, capace di apportare sostanze benefiche e di inserirsi senza problemi in una dieta equilibrata. Va però considerato che, in alcuni casi, può interagire con l’attività dell’enzima CYP3A4. Nel dubbio, è sempre consigliabile chiedere il parere del proprio medico prima di consumarlo regolarmente. Inoltre, come per altri frutti esotici, non si esclude che possa scatenare reazioni allergiche.
Quando trovarlo e come gustarlo
Buona notizia per chi vuole provarlo: il rambutan è reperibile sul mercato durante tutto l’anno. Una volta acquistato, basta incidere la buccia con un coltello o con le dita per aprirla a metà e liberare la polpa bianca e traslucida, simile a quella del litchi. Al centro si trova un nocciolo legnoso che va eliminato. Il modo più semplice per gustarlo è al naturale, fresco di frigorifero, ma si presta bene anche a macedonie, smoothie o dessert tropicali, dove il suo sapore dolce e leggermente acidulo aggiunge un tocco esotico. In Asia viene spesso servito con il ghiaccio o immerso nel latte di cocco, ma può essere anche un ingrediente curioso per arricchire una salsa o accompagnare piatti di pesce dal gusto delicato.