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domenica 14 dicembre 2025  | aggiornato alle 14:30 | 116318 articoli pubblicati

Toscana e Umbria

Fra vigne e storia, l’eleganza sostenibile di Pucciarella e Trequanda

Pucciarella e Trequanda presentano a Milano i loro vini e progetti di crescita. Degustazione guidata, nuova brand identity e valorizzazione di territori enogastronomici di Toscana e Umbria

 
06 ottobre 2025 | 16:21

Fra vigne e storia, l’eleganza sostenibile di Pucciarella e Trequanda

Pucciarella e Trequanda presentano a Milano i loro vini e progetti di crescita. Degustazione guidata, nuova brand identity e valorizzazione di territori enogastronomici di Toscana e Umbria

06 ottobre 2025 | 16:21
 

A Milano, presso lo spazio eventi di Garden Senato in via Senato, il Fondo Pensioni per il Personale Cariplo presenta i suoi gioielli fondiari, e i relativi piani di espansione: si tratta di Pucciarella e Trequanda, due aziende enogastronomiche in grado di offrire un’esperienza unica di italianità a tutti i visitatori, anche perché collocate fra la Toscana e l’Umbria, nel cuore collinare del nostro paese.

Fra vigne e storia, l’eleganza sostenibile di Pucciarella e Trequanda

I vini delle aziende Pucciarella e Trequanda

Pucciarella: tenuta storica e Metodo Classico

L’Azienda Agricola Pucciarella ha in gestione una tenuta di 300 ettari tra i comuni di Magione e Corciano (Pg) affacciati sul lago Trasimeno. Pioniera del Metodo Classico in regione e riferimento per l’autoctono Trasimeno Gamay, Pucciarella rende omaggio a un territorio ingiustamente trascurato dalla viticoltura alla moda, in cui le potenzialità vitivinicole sono ancora parzialmente espresse.

Fra vigne e storia, l’eleganza sostenibile di Pucciarella e Trequanda

I vigneti dell'azienda Pucciarella

Trequanda: crocevia tra Valdichiana e Val d’Orcia

L’Azienda Agricola Trequanda si estende su 1.200 ettari (60 dei quali vitati) di tenuta, nell’omonimo comune; dove si espone orgogliosamente la Bandiera Arancione, riconoscimento di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano. L’azienda si colloca in un crocevia tra la Valdichiana - nominata Capitale della Cultura Toscana 2025 - e la Val d'Orcia Patrimonio Unesco. Trequanda è un approdo per il turista che sa apprezzare la tradizione, i vini Chianti Docg e Orcia Doc, i bianchi contemporanei e la carne dei bovini di razza Chianina, una vera e propria eccellenza del territorio, proveniente dall’allevamento di proprietà.

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Il borgo di Trequanda

Ospitalità slow tra borghi e castelli

Entrambe le aziende sono strutturate per offrire un’ospitalità semplice e sincera, da godere all’insegna del turismo slow. Pucciarella ha sede in un castello in stile medievale costruito nel 1717 che, al suo interno, presenta 11 appartamenti affacciati su un giardino padronale con piscina riservata agli ospiti, insieme a due saloni destinati agli eventi. Trequanda, invece, gestisce due residenze turistiche, una all’interno del borgo medievale e un agriturismo a pochi chilometri.

Fra vigne e storia, l’eleganza sostenibile di Pucciarella e Trequanda

Il Castello dell'ospitalità della cantina Pucciarella

Brand identity rinnovata e progetto enologico

La presentazione milanese dei vini di Pucciarella e Trequanda mette al centro il rinnovamento della brand identity e il lancio di un nuovo progetto enologico, destinato a espandere la distribuzione Horeca sul piano nazionale.

Fra vigne e storia, l’eleganza sostenibile di Pucciarella e Trequanda

I vini degustati a Milano delle cantine Pucciarella e Trequanda

«Il Fondo Pensioni Cariplo -ha dichiarato Mauro Selva, direttore generale del Fondo- è in grado di finanziare un piano di crescita aziendale continuativa, in modo da consolidare l’investimento fondiario in due territori dal grande potenziale agricolo e ricettivo, che meritano di essere riscoperti e valorizzati».

Degustazione guidata da Giuseppe Carrus

Riscoperta affascinante, se passa attraverso gli ambasciatori della terra, d’Italia e non solo: i vini portati in degustazione a Milano e raccontati da Giuseppe Carrus, curatore della Guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso.

Fra vigne e storia, l’eleganza sostenibile di Pucciarella e Trequanda

Mauro Selva, direttore generale del Fondo Pensioni Cariplo, coi vini delle cantine Pucciarella e Trequanda

Metodo Classico: Cà de Sass e Cà degli Angeli Rosé

Cominciamo dall’aperitivo, per non sbagliare, col Pucciarella Cà de Sass Metodo Classico Trasimeno Doc, le cui uve chardonnay sono raccolte a cavallo di Ferragosto, mentre per il pinot bianco si aspettano i primi di settembre. A gennaio si procede con l’assemblaggio dei vini base, cui fa seguito la spumantizzazione e l’affinamento sui lieviti per almeno due anni. In questo caso la vendemmia risale al 2022, la bollicina ottenuta sicuramente è fresca, fragrante, vitale: non va a scimmiottare alcune acidità più spiccate, tipiche di altri territori, ma racchiude una personalità tutta sua, quasi a volerlo dichiarare ad alta voce, che è generata dal clima del Centro Italia. Il residuo zuccherino si esprime in buon equilibrio con la materia prima e non diventa mai stucchevole, anche grazie al contrasto con una sapidità più che accettabile.

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Le cantine dell'Azienda Pucciarella

Il rinforzo dell’aperitivo è il Cà degli Angeli Rosé Metodo Classico Trasimeno Doc, il cui nome richiama l’elegante Castello del 1717, sede dell’azienda Pucciarella, nel comune di Magione (PG). Il pinot nero è raccolto a cavallo di Ferragosto mentre il pinot bianco ai primi di settembre: dopo l’assemblaggio dei vini base si prosegue con l’affinamento sui lieviti per almeno 12 mesi. «Un rosé iperdidattico, dico io - chiosa l’esperto Giuseppe Carrus- che riesce a mettere in luce le migliori proprietà del pinot; l’uva nera si esprime alla grande con i suoi sentori di piccoli frutti rossi, prima al naso e poi anche al palato. La pienezza del frutto ci porta un sottofondo di dolcezza, ancora una volta ben giocata in combinazione con acidità e sapidità; il perlage fine e persistente fa la sua parte».

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I vigneti dell'azienda Trequanda

Pucciarella Plèstina: Gamay dal passato francofono

Ed ora viriamo su qualcosa che dovrebbe essere più tradizionale, fatte salve le apparenze: il Pucciarella Plèstina Trasimeno Gamay Doc, latore di una storia affascinante e di una strana denominazione francofona. La presenza del Gamay nell'area risale probabilmente al XVI secolo, durante il periodo della dominazione spagnola nell'Italia centrale.

Si narra che sia stato portato da Eleonora Alarcòn y Mendoza, una marchesa spagnola andata in sposa al Duca Fulvio Alessandro della Corgna. Una particolarità dopo l’altra, si ricordi che il nome è sbagliato: non è chiaro il motivo per cui sia stato catalogato come "gamay", pur essendo in realtà un grenache, ma l’appellativo è rimasto nella tradizione locale ed è oggi la denominazione ufficiale per i vini della Doc Colli del Trasimeno. Dalle teorie alla pratica, questo rosso è forse una delle interpretazioni più gastronomiche della cantina umbra: in linea con le attese la spinta cromatica, nell’anima e nell’essenza ritroviamo il sentore di frutti rossi e sottobosco, mentre al sorso si materializza immediata la freschezza, seguita da una nota di pepe verde e tannini ben controllati.

Fra vigne e storia, l’eleganza sostenibile di Pucciarella e Trequanda

La vendemmia all'azienda Pucciarella

Orcia Sangiovese Riserva: il rosso di Trequanda

Venendo ora alla sorella gemella di Toscana, l’Azienda Agricola Trequanda, l’Orcia Sangiovese Riserva Doc nasce da un vigneto ottimamente esposto e radicato su un poggio sempre ben ventilato, a garantire una perfetta maturazione e sanità delle uve. Dopo la fermentazione, l'Orcia sosta in legno grande per almeno 24 mesi e in seguito affina in bottiglia per circa 6. Rosso rubino intenso con sfumature granata, l'olfatto spazia dalla frutta rossa alla viola, con note balsamiche e di grafite. Al palato è pieno, asciutto e persistente, di grande struttura.

Fra vigne e storia, l’eleganza sostenibile di Pucciarella e Trequanda

L'agriristoro dell'azienda Trequanda

«Abbiamo qui un Sangiovese in purezza - puntualizza Giuseppe Carrus- che segue l’impostazione generale di Pucciarella e Trequanda: rispettare la storia di un vitigno così conosciuto e importante, non esagerare con l’intervento umano, lasciare che il territorio e il suo glorioso passato rimangano in primo piano. Si ottengono così grande riconoscibilità, struttura ma non pesantezza, anche se la vigorìa del tannino tende a limitare la facilità di beva: ma è proprio questa peculiarità a portare con sé una promessa di stabilità e longevità, a beneficio di un rosso che voglia rimanere protagonista di cene con bistecche alla fiorentina e formaggi ben stagionati ancora per tanti anni».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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