Ci voleva la nobiltà del Castello Sforzesco di Milano per rievocare, con un'apericena riccamente spumantizzata, il passato nobiliare e il presente pieno di verve di Cesarini Sforza, cantina di spicco nell'ambito del Trentodoc: stiamo parlando del consorzio che insieme a Franciacorta, Alta Langa e Oltrepò pavese costituisce la spina dorsale del metodo classico in Italia. La famiglia Cesarini Sforza è in realtà di Parma, e “solo” 200 anni fa si trasferì nella città del Concilio, ove il conte Filippo assunse il ruolo di Podestà.

Cesarini Sforza, cantina di spicco nell’ambito del Trentodoc
Cesarini Sforza, dalla Val di Cembra a Milano
E così, mentre si passeggiava sui camminamenti di guardia ammirando dall'alto il panorama di Milano, il Parco Sempione, i grattacieli di Citylife, i cortili con monofore e porticati, la Torre del Filarete e le torri angolari del Castello Sforzesco voluto da Azzone Visconti nel lontano XIV secolo, a invitati e giornalisti veniva in mente la storia recente: la decisione della famiglia di selezionare vigneti di qualità, soprattutto Chardonnay, con digressioni sul Pinot Nero. Il 1976 rappresentò il punto di svolta, perché venne imbottigliato il primo Metodo Classico, a cui seguì l'esordio, dieci anni dopo, del Metodo Classico Rosé, prodotto con uve di Pinot Nero.

I vigneti di Cesarini Sforza in Val di Cembra
A partire da un territorio ben identificato, la Val di Cembra, a nord di Trento, percorsa dal torrente Avisio. Le alture collinari variano dai 300 ai 600 m s.l.m., in un contesto orografico in cui si possono identificare microclimi diversi. La Val di Cembra risente favorevolmente dei venti provenienti dalla Valle dei Laghi, che la rendono particolarmente vocata alla coltivazione delle varietà per le basi spumante, per l'appunto Chardonnay e Pinot Nero, e i terreni prevalentemente sabbiosi sono di origine porfirica.
Cesarini Sforza, innovazione tecnologica e sostenibilità
La produzione ammonta a circa 1 milione di bottiglie annuali, mantenute per un tempo minimo di circa 20 mesi in affinamento sui lieviti. A partire dal 2019 ha avuto inizio una fase di grandi investimenti nella struttura produttiva, per il potenziamento tecnologico della cantina con macchinari e attrezzature di ultima generazione, che non solo consentono la costante salvaguardia della qualità del prodotto finito ma permettono anche di efficientare i processi, all'insegna della sostenibilità. Nel 2024 è stato installato un impianto fotovoltaico, un segno concreto di attenzione all'efficientamento energetico e alle sue ricadute sull'ambiente, che permetterà di abbattere i consumi e puntare all'autosufficienza energetica.
Cesarini Sforza, la degustazione
E siccome l'estate si avvicina, possiamo affrontare i risultati di questa vicenda storica, enologica e tecnologica col sorriso sulle labbra, sicuri che aperitivi e cene all'aperto saranno allietati da ospiti di rango: quattro, come minimo, in successione o tutti insieme.
Trentodoc 1673 Riserva: eleganza minerale per l'estate
Cominciamo col Cesarini Sforza Trentodoc 1673 Riserva, Chardonnay in purezza, che vanta oltre 70 mesi di riposo in bottiglia sui lieviti: la pazienza viene premiata dalle bollicine fini e dalla frutta ben presente al naso, cui si aggiunge un'interessante sapidità. L'equilibrio che ne risulta è delicato, ben sorretto dalla persistente mineralità. Perfetto per l'estate, quando ci si concede qualche piccolo lusso a base di crostacei e piatti raffinati.
1673 Rosé: finezza e frutti rossi
Il Cesarini Sforza Trentodoc 1673 Rosé colpisce per il rosa antico delicato e per il perlage finissimo e persistente. Raffinato e setoso, si ottiene dalla lavorazione di piccole partite di Pinot Nero affinate sulle fecce per alcuni mesi in acciaio e da una permanenza sui lieviti per 60 mesi. Le note olfattive richiamano generosamente l'intensità dei frutti di bosco, seguite da una pienezza palatale accompagnata da fresche sfumature di rosa e ciliegia matura. I primi piatti leggeri e le crudités marine possono esaltarne la versatilità.

Cesarini Sforza, i vini in degustazione
1673 Noir Nature: essenza pura del Pinot Nero
Il Cesarini Sforza Trentodoc 1673 Noir Nature nasce per valorizzare la vocazione spumantistica delle uve di Pinot Nero, vinificate in bianco, ed è proposto a dosaggio zero perché l'identità vitivinicola venga fuori in purezza. Prima della sboccatura, riposa in bottiglia per almeno 48 mesi sui propri lieviti. Acidità, freschezza e salinità si abbinano a sensazioni calde e speziate: un corredo complesso, che sa come fare sfoggio di frutti rossi e pepe nero. Regge alla grande il confronto con carni bianche e piatti di buona struttura.
1673 Millesimato: l'arte dell'assemblaggio
Il Cesarini Sforza Trentodoc 1673 Millesimato è ottenuto dall'attenta selezione delle migliori uve Chardonnay e Pinot Nero, sapientemente assemblate: nell'ambito della linea “1673”, è l'unica referenza che ricorre all'uvaggio. Come sempre in questi casi, lo Chardonnay dona aromi e finezza, il Pinot Nero corpo e struttura. Affinato per almeno 36 mesi sui lieviti, intriga per il suo giallo paglierino con riflessi ramati e per il perlage fine, quasi cremoso. Il profumo di mela Golden arriva subito, seguito da pesca bianca ed accenni di crosta di pane. Il risultato è di una complessità elegante, supportata da una piacevole acidità che esalta la lunghezza del sorso. Il panorama vegetariano e la grigliata di pesce gli danno modo di esprimersi al meglio.
Via Stella 9 38123 Trento