In campo vitivinicolo, il gruppo Argea non si nasconde e fa fronte alla crisi (dei consumi e dei dazi) sempre allo stesso modo: nuovi prodotti e nuove iniziative. Nel corso dell’Argea Day 2025, a Milano presso il Radisson Hotel, i suoi ambasciatori presentano alla stampa una serie di campioni enologici che fanno riflettere sul presente e immaginare il futuro.

Argea Day: i vini degustati
Un gigante del vino italiano
Argea è una realtà vitivinicola di grandi dimensioni, anche solo a voler guardare l’ammontare dei ricavi annui: 465 milioni nel 2024. Nato per celebrare il settore del vino italiano, le sue culture, le persone, i territori e le tecniche di produzione, il gruppo è il risultato di una strategia messa in atto dalla società di private equity italiana Clessidra, che ha acquisito Botter spa, Mondodelvino spa, Cantina Zaccagnini e l’importatore statunitense WinesU, creando il più importante player privato nel settore vinicolo italiano.
Argea porta nei mercati internazionali (il 90% della produzione è esportato) una gamma diversificata di vini italiani famosi in tutto il mondo, esportando in oltre 85 paesi, con una vasta rete di vendita in destinazioni dove il vino italiano è da tempo apprezzato: ad esempio Stati Uniti, Regno Unito, Germania e paesi scandinavi, ma anche in aree geografiche con un crescente interesse per il vino italiano, come Cina, Corea del Sud e Canada.
Milano e l’Argea Day
A Milano, introdotte dal sommelier/media expert Andrea Amadei e dagli ambasciatori di Argea Stefano Ricagno, Federica Lauterio e Scipione Giuliani, sono approdate al banco d’assaggio le bottiglie di quattro cantine del gruppo, e cioè Cuvage, Zaccagnini, Poderi Dal Nespoli e Ricossa. Si è trattato di un vero e proprio viaggio in Italia, che può entusiasmare o preoccupare, a seconda del lato emozionale che si sceglie, visti i venti di tempesta promessi dal mercato: «noi siamo quelli dell’ottimismo incallito, e pur di degustare dei prodotti validi siamo disponibili a trascurare per un attimo un intero campionario di incertezze».
Cuvage e il Nebbiolo d’Alba Brut Rosé 2020
La casa spumantistica Cuvage ha tenuto banco per prima: in un territorio che si estende dal Monferrato alle Langhe l’obiettivo di Cuvage, fondata nel 2011 ad Acqui Terme, è interpretare in chiave moderna l’antica tradizione spumantistica nata in Piemonte nel 1895. Il nuovo millesimo del Nebbiolo d’Alba Doc Brut Rosé 2020, un Metodo Classico realizzato con uve nebbiolo in purezza, rende bene la missione di Cuvage: rinnovare la tradizione spumantistica piemontese attraverso le varietà autoctone.

Uno spumante di Cuvage
Le uve utilizzate provengono da un piccolo appezzamento di circa sei ettari, situato nel comune di Verduno, su terreni calcarei, argillosi e limosi che conferiscono una spiccata mineralità e freschezza ai vini. Alla vista questo Nebbiolo extra ordinem, in quanto munito di bollicine, si presenta di un color rosa cipria o quasi fior di pesco, come direbbe un sommelier pignolo: il perlage è abbastanza fine e persistente. I profumi di pane caldo sono appena accennati, integrati in un sottofondo floreale di rosa, noce moscata e frutti rossi, mentre il sorso è fresco, minerale e armonico.
Zaccagnini e il Tralcetto bianco dealcolato
La Cantina Zaccagnini nasce nel 1978 tra le colline di Bolognano, nel suggestivo contesto naturalistico del pescarese, in Abruzzo, per mettere in luce le potenzialità di una terra straordinaria e poco conosciuta, e anche per affrontare nuove sfide: come quella del dealcolato, affidata al “Tralcetto” bianco. Di un bel paglierino, sa esprimere un bouquet con note di frutta a polpa gialla e sfumature floreali. Il gusto è il momento della verità, e qui di solito ci si divide in fazioni: c’è chi non tollera il tenore zuccherino (moderato, nel caso del Tralcetto), usuale in questa tipologia per sopperire alla probabile mancanza di rotondità, data dalla dealcolazione. Altri fanno spallucce e pensano «vabbè, così si attirano nuovi aficionados»: non ci sentiamo di dar loro torto, perché anche astemi, ragazzi, salutisti, autisti responsabili e semplici curiosi hanno diritto al loro aperitivo paraalcolico, in abbinamento a un merluzzo in guazzetto, con olive e pomodoro, o alle sarde in saor.
Poderi Dal Nespoli e lo Scanadé Romagna Albana Docg Secco 2023
Segnaliamo infine lo Scanadé Romagna Albana Docg Secco 2023 di Poderi dal Nespoli, casa vitivinicola impegnata a raccontare la Romagna da quasi un secolo. La fondazione risale addirittura al 1929, ma l’ingresso nel gruppo Argea non ha cambiato la visione: custodire le radici, parlare al mondo.

Argea: Scanadé Romagna Albana Docg Secco 2023 di Poderi dal Nespoli
Lo Scanadé rappresenta oggi un omaggio alla Romagna e all’Albana, primo vino bianco italiano ad aver ottenuto la Docg (1987): l’omonimo vitigno, da cui si ricavano versioni amabili, dolci e passite molto famose, nello Scanadé Secco esalta struttura e complessità grazie a un’attenta vinificazione. Le uve, coltivate su terreni calcarei e raccolte a mano, fermentano in parte in barrique con bâtonnage regolari, acquisendo maggiore pienezza e profondità. Il risultato è un vino dal colore giallo intenso con riflessi dorati, profumi di fiori di acacia, pesca e agrumi, e un sorso avvolgente ed equilibrato.