Ortaggio tipicamente estivo della famiglia delle Solanacee come pomodoro, peperone e patata. Originaria delle zone calde dell'India e della Cina, dove cresceva allo stato spontaneo, portata nell'area mediterranea dagli Arabi, la melanzana in Europa arriva solo alla fine del XV secolo. Complesso il percorso linguistico legato al suo nome, frutto divino secondo la mitologia indiana a cui si riconoscono proprietà di indurre alla tranquillità e conciliare il sonno.

Gli arabi la chiamarono al badingian, da qui l’antichissima e tuttora usata denominazione catalana di alberginia e il francese aubergine. Approdata in Sicilia nella prima metà del Quattrocento diventa in dialetto a mulingiana e ancora a petonciana della parlata toscana fino all’ italiano melangiana, melanzana o melenzana. In Europa il termine mela veniva frequentemente usato, sia come sinonimo di pomo sia per definire prodotti della terra dall’aspetto più o meno tondeggiante poco convincenti come alimenti ma ai quali si attribuivano poteri afrodisiaci o malefici.
Per molto tempo la melanzana non riscosse molto successo: nel Medioevo addirittura si riteneva che il suo consumo potesse provocare gravi malattie della pelle e persino attacchi epilettici e la pazzia. Fu il medico botanico francese Jacques Daléchamp a sostenere la sua fama afrodisiaca, tanto che divenne richiestissima e nella Francia del Settecento le venne attribuito il nome pomo d’amore. Le sue virtù si esaltano se preparate con altri elementi erotici come nella ricetta Le Melanzane dello Sceicco nel libro “Afrodita” d'Isabelle Allende.
Nell’antichità la melanzana veniva conservata e consumata in salamoia, arricchita di spezie aromatiche e piccanti; più recentemente, durante la seconda guerra mondiale, le sue foglie venivano fatte essiccare al sole e usate dai contadini in sostituzione del tabacco per la confezione di sigarette e di sigari.
Leggera, gustosa, poco calorica, circa 18 calorie per 100 grammi, basso contenuto di grassi, ricca di potassio, fosforo e magnesio; in percentuali minori anche zinco, ferro, rame, calcio, sodio, è una buona fonte di fibra e acido folico, ha proprietà antiossidanti e per questo motivo è particolarmente consigliata in estate quando la maggiore sudorazione favorisce la perdita dei sali minerali. Consigliata nelle diete, se cucinata al forno o grigliata. L’unica precauzione è quella di non eccedere con i condimenti, perché la sua polpa spugnosa ha la tendenza ad assorbire l’olio.
Presenta una notevole varietà di forme e colori: la Violetta (napoletana, palermitana, nana) dalla forma allungata e cilindrica, piuttosto rinomata per la sua nota di particolare piccantezza; la Black beauty, capostipite delle Tonde, si presenta con una buccia violacea molto scura, dalla polpa piuttosto compatta, poco amara al gusto. Curiosa la melanzana bianca probabilmente proveniente dalla Turchia. Da ricordare la Rossa Tonda di Rotonda Dop dal 2011, un comune montano in provincia di Potenza nel Parco del Pollino, dalle sembianze di un pomodoro, si riconosce in cucina per un caratteristico sapore piccante. Si tratta di una specie portata in Italia dall’Africa alla fine del 1800 dai reduci delle guerre coloniali in Etiopia. Dal 2000 è inserita tra i Presidi Slow Food.
La melanzana è un ortaggio molto versatile e può quindi essere cucinata in svariati modi, fritta con impanatura, al vapore, al forno, alla griglia, impiegata in sughi per la pasta, conservata sott’olio. Il piatto forse più famoso in cui si utilizza questo ortaggio è quello delle melanzane alla parmigiana. Non mancano i dolci come la Mulignana cu' 'a ciucculata, un insolito semifreddo caratteristico della costiera amalfitana, e le numerose sagre. In cosmesi la polpa delle melanzane viene utilizzata per creme e maschere. L’Italia è il maggior produttore nell’ambito della Comunità europea, soprattutto nel sud seguita da Spagna e Grecia; i primi paesi produttori di melanzane a livello mondiale sono Cina, India e Turchia.