Dolci protagonisti di estate, saporiti, ricchi di nutrienti, altamente energetici, una vera prelibatezza. I fichi in realtà non sono un vero frutto, ma delle infiorescenze del Ficus carica, pianta xerofita che si adatta a vivere in ambienti caratterizzati da lunghi periodi di siccità, tipica delle zone subtropicali e temperate, appartenente alla famiglia delle Moracee ed originaria della Caria, storica regione nell’ovest dell’Anatolia. Insieme alla vite, all'ulivo, al farro e ai legumi è una delle specie che ha subito il lungo processo di domesticazione.

Testimonianze della sua coltivazione si hanno nelle prime civiltà agricole di Palestina ed Egitto e successivamente nell’area del Mediterraneo. Vengono citati nel Vecchio Testamento come simbolo di abbondanza; nell’antica Grecia era pianta sacra al dio Dioniso; i Romani lo regalavano come augurio per prospero anno e si racconta che il ciclope Polifemo usasse il succo prodotto dal fico per coagulare il latte e produrre formaggi, tecnica di coagulazione testimoniata anche da Ippocrate e da Aristotele.
Ne esistono oltre 150 varietà, ma i più importanti dal punto di vista commerciale sono quelli neri, meno delicati, asciutti e zuccherini; quelli viola più succosi, dolci, molto delicati e quelli verdi dalla polpa molto dolce con buccia sottile. Tra le varietà autoctone il Figo Moro da Caneva, prodotto di nicchia e delizia della Pedemontana veneta e friulana, tra le province di Treviso e di Pordenone, delimitata dai fiumi Piave e Livenza, tutelato dal Consorzio, colore blu nero con polpa colore cardinale. Ha una lunga storia documentata sin dal XIV secolo.
Vengono raccolti in tempi diversi: i fioroni o primaticci, prodotti da gemme dell’anno precedente, maturano in giugno-luglio; i forniti, nati da gemme dell’annata, fioriscono in epoca diversa a seconda delle varie cultivar, quelle precoci maturano entro il mese di agosto mentre le tardive maturano da settembre in poi. La destinazione d’uso dei fichi varia molto a secondo della cultivar: per il consumo fresco vanno bene tutte, per l’essiccazione si addicono principalmente quelle a maturazione precoce, dalla buccia integra, resistente ed elastica e dalla polpa densa e zuccherina. In Italia sono diffusi in tutta la Penisola, soprattutto nelle zone del sud e del centro e al nord solo dove il clima è meno rigido.
È importante aspettare che i fichi siano maturi prima di raccoglierli. Diversamente da altri frutti, i fichi continuano a maturare una volta raccolti dall’albero. I fichi freschi devono presentarsi abbastanza morbidi e gonfi con un picciolo ben sodo. Non scegliere fichi se si presentano al tatto troppo molli o con un odore leggermente acido.
I fichi sono frutti piuttosto delicati, si possono conservare in frigorifero per un paio di giorni, ma è opportuno metterli in contenitori chiusi accuratamente perché tendono ad assorbire gli odori degli altri cibi. Il consumo dei fichi freschi in Italia non è altissimo, soprattutto a causa della sua delicatezza che ne ostacola il trasporto, quindi vengono consumati prevalentemente sul luogo di produzione, Puglia, Calabria, Sicilia, e Campania. Ci sono importanti coltivazioni in Turchia, Grecia, Algeria, Spagna, Libia, Marocco, Egitto, Palestina, Francia.
Viene considerato un alimento zuccherino (ha una quantità di zucchero pari al 13% circa del peso), forniscono 50 kcal per 100 grammi di prodotto; sono un concentrato di sali minerali, in particolare potassio, magnesio e ferro, ma anche le vitamine antiossidanti rivestono un ruolo importante. In cucina i fichi freschi possono essere aggiunti alle macedonia di frutta oppure essere serviti come antipasto insieme al prosciutto, al salame e a vari tipi di formaggio. Sono un ottimo sostituto delle prugne per accompagnare le carni, anche quelle di coniglio e la selvaggina; si possono preparare composte e marmellate e vari tipi di dolce.