Virgilio Vezzola è un personaggio incredibile. Voi schiacciate un bottone e lui in 24-48 ore è capace di non fermarsi mai per raccontarvi vita, morte e miracoli dei tartufi. Tutti. Tubero bianco o nero non fa differenza.
Da Alba a Norcia, da Monzambano ai giardini nei pressi delle carceri di Canton Mombello a Brescia. Lui sa trovarli nei posti più impensabili. Ma il suo regno è Tignale e in genere tutto l'alto Garda.
Virgilio Vezzola (foto: Forum Valle Brembana)
Nella prima vita faceva l'artigiano elettrotecnico. Piccola impresa in giro per la Lombardia e in particolare sul lago a fare impianti elettrici, postare telecamere, insomma, tutto quello che riguarda la corrente elettrica. Poi un bel giorno - o brutto, dipende dai punti di vista - se ne va in pensione e, forse per la dimestichezza con il mestiere, gli si accende una lampadina nel cervello.
«Perché - si è detto - non andar per tartufi sulle colline della Valtenesi e attorno al Benaco?». Detto e fatto. In men che non si dica ha fondato l'
Associazione tartufai bresciani e lombardi, ne è diventato presidente, ha tenuto corsi, si è lanciato in una avventura che non è ancora finita, anzi.
In quel di Roè Volciano, dove risiede, ha scrittto anche alcuni libri - “Tartufi bresciani” e “Tartufi tartuficultura delle terre lombarde” - e ha impiantato una serra per coltivare il prezioso tubero. Sulla collina sperimenta, seleziona, crea incroci: insomma è un vero e proprio Steve Jobs del bianco e del nero senza dimenticare lo scorzone.
Un personaggio unico che ha un solo obiettivo: dimostrare che i tartufi sono prodotti pregiati - e costosi - ma possono rappresentare anche una più che buona fonte di reddito nelle zone svantaggiate. Senza dimenticare che è un re della cucina, gustandolo quanto basta. Perchè Virgilio ha fatto dell'arte di coltivare e cercare tartufi, una missione di vita. Sempre con a fianco un cane, un amico che non lo tradisce mai.