Le migrazioni di millenni addietro portarono, grazie agli Arabi, il riso in Sicilia ed in Calabria. Quel fiume carsico che è la storia, nella fase del suo fluire sotterraneo degli ultimi due secoli ha non poco influito a portare in oblio questa coltivazione. Ma nel suo riemergere nell’inizio di questo secolo, ovvero da due decenni, il fiume della storia mostra la nuovamente fulgida coltivazione del riso così come essa avviene nella piana di Sibari, versante jonico della Calabria, grazie alla competenza ed alla passione delle persone che compongono la squadra della riseria calabrese Magisa.

Il nuovo riso Jemma
Magisa è un acronimo che deriva dalle iniziali delle tre donne a capo dell'aziend:a Maria, Giusi e Sara. A costoro si affiancano Paolo e Daniela. Giancarlo Praino, papà delle tre sorelle e Agostino Rizzo, papà di Paolo e Daniela, posero in essere l’azienda nel 2004. L’obiettivo, ben chiaro e condiviso, era quello di lavorare il riso con tecniche artigianali governando l’intera filiera, dalla conduzione delle risaie al confezionamento e vendita del prodotto finito. Le varietà coltivate sono Carnaroli, Arborio, Karnak, Originario, Gange, Rosso solitario, Integrale e Grandi chicchi. E poi c’è una varietà new entry: il nuovissimo riso nero Jemma, in esclusiva per Magisa.
Le note tecniche lo classificano riso Lungo A (classificazione Ente Risi) a pericarpo nero, di forma semi affusolata e grossezza media, che durante la coltivazione emana un aroma simile a quello dei popcorn. Tale varietà è coltivata e commercializzata in esclusiva da Magisa.
I considerevoli volumi produttivi e gli elevati standing qualitativi sono resi possibili dalla disponibilità di ben 450 ettari di risaie nella piana di Sibari, coltivate con tecniche agricole a basso impatto ambientale. Ed è da queste risaie che proviene tutto il riso grezzo che poi viene lavorato nello stabilimento ubicato nelle vicinanze. Le particolari condizioni pedologiche e climatiche della piana di Sibari, quali la vicinanza al mare, l’intensità del sole, le temperature miti e la ventilazione costante, consentono di evitare il riscorso a trattamenti anticrittogamici e fanno sì che il riso di quest’area presenti caratteristiche uniche che sono molto apprezzate dai buongustai e dalla ristorazione di qualità.
Se ne è avuta deliziosa prova in occasione di cena presso la Masseria Torre di Albidona di Trebisacce dove gli chef della delegazione Apci Calabria, capitanati da Francesco Pucci, hanno preparato un dovizioso menu a base di riso della piana di Sibari.
Le sorelle Maria, Giusi e Sara
Memorabili la Focaccia con farina di Jemma con "piscicilli" e stracciata, e Jemma al salto con crocifere. Tutte ottime le altre proposte. Magisa nutre in questa fase la matura consapevolezza di individuare gli strumenti di comunicazione mediante i quali acquisire una visibilità incrementale ed un posizionamento distintivo sul mercato globale. Coraggiosa quanto coerente alla vision è la voluta assenza dagli scaffali della Gdo. Vendita attraverso il retail specialistico, attraverso e-commerce e focus sul target costituito dai consumatori gourmet e sulla ristorazione alta e medio alta.
Cooperazione, così come già avviene con cuochi che sappiano valorizzare le peculiarità davvero uniche di questi risi della Piana di Sibari. È tutto il nostro Belpaese, lo sappiamo bene, che è scrigno di piccoli tesori nascosti. Nella Piana di Sibari che chissà ancora quanti tesori nascosi, oltre a quelli disvelati presenti nel Museo archeologico nazionale della Sibaritide, è riemerso il tesoro millenario del riso. Può esso costituire il viatico per un modo innovativo di operare nell’agricoltura, nell’imbastire relazioni di ricerca e sviluppo, nell’ampliare relazioni commerciali. Insomma per riportare la Piana di Sibari a quella qualità della vita di cui è stata alfiere tanto tempo fa.
La tensione emotiva del team Magisa che ben traspare allorquando si conversa di riso, di passato e di futuro, lascia ben intendere che tutto ciò è più che possibile: è già realtà.
Per informazioni:
www.risodisibari.com