Palazzo della Valle, cuore storico dell’agricoltura italiana, ha ospitato “La Prima dell’Olio”, l’edizione di esordio di quello che punta a diventare l’appuntamento dell’anno sull’avvio della campagna olearia. Una vera e propria “prima teatrale” in cui l’oro verde italiano sale sul palcoscenico e si racconta con dati, riflessioni e prove gustative. A firmare l’iniziativa Confagricoltura, Carapelli Firenze e Unapol, unite nel promuovere un comparto simbolo del made in Italy, in cui il potenziale giovanile assume sempre maggiore centralità.

La produzione di olio evo 2025/26 è di circa 300mila tonnellate
Un’annata con segnali di ripresa
Il 2025/2026 si preannuncia un anno interessante per l’olivicoltura italiana. Le stime parlano di circa 300mila tonnellate di olio extra vergine, con un incremento del 21% rispetto allo scorso anno. La crescita, però, non è uniforme: il Sud detiene il primato nella produzione, mentre Centro e Nord mostrano cali significativi. Un risultato che colloca l’Italia al secondo posto tra i produttori mondiali, dietro la Spagna, che quest’anno registra una lieve flessione (1,37 milioni di tonnellate). Tunisia e Turchia arretrano rispettivamente del 21% e del 43%, ridisegnando una nuova geografia del Mediterraneo oleario.
«L’Italia ha recuperato il proprio posizionamento nel panorama internazionale,» ha spiegato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. Ora «occorre cogliere gli stimoli che ci arrivano dal nuovo scenario produttivo e porre grande attenzione alle esigenze della filiera italiana con strategie mirate a valorizzare appieno le sue enormi potenzialità.»
Prezzo, percezione e valore: la sfida del made in Italy
Si respira ottimismo sia sul versante dei volumi produttivi, sia su quello dei consumi: l’Italia conserva il secondo posto mondiale per utilizzo di olio di oliva, segnale di una cultura gastronomica viva e consapevole.
Anche la bilancia commerciale mostra qualche indice positivo, con un lieve avanzo nei primi sette mesi del 2025, un fatto raro secondo gli analisti del settore. Il nodo resta la valorizzazione del prodotto italiano, anche attraverso i giusti strumenti narrativi. L’olio nazionale mantiene un prezzo quasi doppio rispetto a quello spagnolo e greco, e la sfida è far capire ai consumatori che dietro ogni bottiglia di olio nazionale c’è un differenziale di qualità.
Giovani e formazione: il futuro del settore passa dalle scuole
Con un’età media degli olivicoltori superiore ai 53 anni, la filiera italiana ha un urgente bisogno di nuove leve e di giovani disposti a portare avanti le sfide del futuro. Da qui nasce il progetto comune tra Carapelli, Confagricoltura e Unapol, dedicato alla formazione dei ragazzi negli istituti tecnici e nelle università. Il primo progetto pilota partirà all’Istituto Agrario Garibaldi di Roma, con l’obiettivo di trasmettere competenze che vadano “dal campo alla bottiglia”.

Palazzo della Valle ha ospitato “La Prima dell’Olio”
«Sentiamo la responsabilità di agire anche nell’area della sostenibilità sociale,» ha dichiarato Ignacio Silva, presidente di Deoleo – Carapelli Firenze. «Vogliamo promuovere un progetto di formazione trasversale, che copra tutte le fasi operative, dal campo fino alla distribuzione sul mercato.» Per Tommaso Loiodice, presidente di Unapol, la parola chiave resta “filiera”: «Ogni attore deve ricevere il giusto riconoscimento economico e morale. Occorre poi lavorare su una comunicazione efficace per far capire che l’olio extravergine non è un semplice condimento, ma un alimento buono, salutare e sostenibile.»
Un concetto ribadito anche dal Ministero dell’Agricoltura, che ha puntato l’attenzione sull’importanza della collaborazione tra filiera e istituzioni.
Degustazione in quattro atti
La serata a Palazzo della Valle si è conclusa con un percorso sensoriale in quattro atti firmato dallo chef Umberto Vezzoli, dove le cultivar della nuova campagna – Cerasuola, Ravece, Coratina e Nocellara – hanno accompagnato ogni portata, fino al dessert.