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Riso pavese, la raccolta rischia di chiudersi con un calo del 10%

Sotto l’effetto di grandine e sbalzi termici, la stagione del riso pavese mostra un quadro complesso: rese e qualità reggono, ma mercato e importazioni mettono in difficoltà una filiera già sotto pressione

 
04 novembre 2025 | 15:54

Riso pavese, la raccolta rischia di chiudersi con un calo del 10%

Sotto l’effetto di grandine e sbalzi termici, la stagione del riso pavese mostra un quadro complesso: rese e qualità reggono, ma mercato e importazioni mettono in difficoltà una filiera già sotto pressione

04 novembre 2025 | 15:54
 

Partita sotto segnali incoraggianti, la raccolta del riso in provincia di Pavia rischia di chiudersi con un calo quantitativo di circa il 10% rispetto a un’annata media, sebbene le rese e la qualità siano positive. È quanto emerge da una prima rilevazione di Coldiretti tra i produttori, mentre le operazioni di mietitura sono agli sgoccioli, diffusa in occasione del convegnoIl futuro del riso inizia con l’acqua. Agricoltura e cambiamento climatico: strategie per uno sviluppo sostenibile”, organizzato da Coldiretti Pavia alla presenza di esperti e rappresentanti istituzionali.

Riso pavese, la raccolta rischia di chiudersi con un calo del 10%

In provincia di Pavia la raccolta del riso rischia un calo del 10%

Grandine e sbalzi termici penalizzano la raccolta

Ad aver influito - secondo i tecnici di Coldiretti Pavia - sono stati in particolare la grandine, che ha flagellato alcune zone al confine con il milanese a raccolta già iniziata, e gli sbalzi termici, con temperature anomale registrate in diverse zone nelle ultime settimane d’estate, che hanno frenato il completamento della maturazione delle piante. «Nella nostra provincia l’andamento della raccolta cambia da una varietà all’altra - afferma Silvia Garavaglia, presidente di Coldiretti Pavia. In generale, dalle prime stime emergono alcune sorprese sulla quantità di riso prodotto, in molti casi inferiore rispetto alle aspettative. La qualità e le rese, invece, sembrano buone».

Prezzi in calo e importazioni in aumento

Si tratta di una situazione molto diversificata, che varia da una zona all’altra, ma che testimonia come l’agricoltura sia l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Alle difficoltà legate al clima si sommano quelle sul fronte del mercato, dove le importazioni selvagge di riso straniero, aumentate del 10% nei primi sette mesi di quest’anno, fanno crollare i prezzi di quello italiano, con i produttori nazionali che si vedono pagare quasi la metà rispetto a pochi mesi fa. Le quotazioni all’origine per le varietà più note, come il Carnaroli o l’Arborio, ad esempio, sono passate indicativamente da 1-1,10 euro al chilo a 60-70 centesimi nell'attuale campagna.

Le incognite delle politiche europee e degli accordi internazionali

Una situazione aggravata dal fatto che il 60% di tutto il riso importato in Italia gode di tariffe agevolate - ricorda Coldiretti - con il 50% che arriva confezionato. Sono, tra l’altro, preoccupanti le ultime notizie sulla revisione del Regolamento sul Sistema delle preferenze generalizzate (Spg), che rischia di portare a una clausola di salvaguardia che, seppur basata sull’automatismo, potrebbe rivelarsi totalmente inefficace per la tutela del riso europeo. Infatti, se applicata nelle modalità proposte, si attiverebbe solo al superamento di oltre 600 mila tonnellate di riso base lavorato, una quantità assolutamente inaccettabile e inutile a difendere la filiera nazionale.

Riso pavese, la raccolta rischia di chiudersi con un calo del 10%

Tra grandine e caldo anomalo, la raccolta del riso pavese rischia il -10%

Un problema che pesa anche nell’accordo tra Ue e Mercosur, dove si prevede l’ingresso in Europa di riso a dazio zero fino a 60 milioni di chili, che andrebbero a sommarsi alle quantità attuali, con il Brasile che è oggi il primo produttore extra-asiatico a livello mondiale. Nell’intesa col Mercosur mancano reciprocità e regole comuni - rileva Coldiretti - poiché i coltivatori sudamericani usano fitofarmaci vietati in Europa, hanno manodopera a basso costo e controlli meno rigidi. Alla concorrenza sleale del prodotto straniero - conclude Coldiretti - si aggiungono le incognite legate ai costi di produzione, con i prezzi dei principali mezzi tecnici, dai fertilizzanti all’energia, che hanno visto negli ultimi anni aumenti a doppia cifra, sulla scorta di guerre e tensioni internazionali, che li collocano ben al di sopra del periodo pre Covid e guerra in Ucraina.

Gestione dell’acqua e ricerca: le chiavi per il futuro del riso pavese

Nonostante le difficoltà di mercato e i danni del clima, il futuro della risicoltura pavese passa soprattutto dalla gestione dell’acqua, tema centrale del convegno: «È opportuno istituire un tavolo di confronto continuo tra Lombardia e Piemonte, per definire accordi vincolanti e piani di ripartizione idrica equi e ben definiti tra i nostri due territori, perché gli agricoltori sono i primi custodi della biodiversità in entrambe le Regioni» ha sottolineato Garavaglia.

Riso pavese, la raccolta rischia di chiudersi con un calo del 10%

Istantanea del convegno “Il futuro del riso inizia con l’acqua”

In un momento storico segnato dagli effetti del cambiamento climatico, gli agricoltori restano i veri custodi dell’ambiente e del patrimonio agroalimentare italiano. «Dobbiamo tutelare anche le esigenze delle aziende agricole, soprattutto in periodi di siccità - ha aggiunto Garavaglia. Per questo Coldiretti chiede di superare l’approccio ideologico a certe tematiche, a partire da quella del deflusso ecologico». La presidente ha ricordato che con circa 80mila ettari coltivati, Pavia è la prima provincia risicola d’Europa, e che oltre 10 mila famiglie in Italia lavorano lungo la filiera del riso. «È necessario - ha evidenziato Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia - attuare immediatamente la manutenzione delle infrastrutture esistenti in accordo con i Consorzi di bonifica e irrigazione, per evitare di disperdere l’acqua nella stagione invernale e conservarla per quando serve, anche grazie alla creazione di nuove vasche e invasi».

Sul tema della nuova centrale idroelettrica sul Canale Cavour, Garavaglia ha ribadito che «l’acqua deve essere sempre garantita agli agricoltori che lavorano ogni giorno per la produzione di cibo». Infine, la presidente di Coldiretti Pavia ha rilanciato il valore della ricerca: «Dobbiamo continuare con forza sulla strada dell’innovazione. Anche grazie alle sperimentazioni sulle Tea possiamo selezionare nuove cultivar di riso resistenti alla siccità. La recente approvazione in Senato della risoluzione sulle Tecniche di evoluzione assistita conferma la volontà dell’Italia di guidare il cambiamento, mettendo la ricerca al servizio degli agricoltori e promuovendo tecnologie irrigue ad alta efficienza per garantire il futuro della risicoltura».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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