Arrosto, al forno, alla griglia, bollito, in umido, in casseruola. Petto, ali, cosce e sovracosce. Dalle cotture ai tagli, il pollo rimane la carne più consumata in Italia. La produzione di carne avicola - dati Unaitalia - si attesta a 1.328.600 tonnellate di cui 1.019.100 tonnellate solo di pollo. Numeri positivi che abbracciano tutto il comparto, che nel 2023 ha fatto registrare un fatturato industriale di 7,5 miliardi (+2,7% sul 2022) a fronte di una produzione di 1.328.600 tonnellate di carni bianche e 12,3 miliardi di uova e che conta 64mila addetti. Un trend cresciuto anche all'estero: +25% con 191.500 tonnellate.

Il pollo “Libero” del Gruppo Galli
È la rivincita della carne bianche sulle "rosse", un'ascesa capitanata dal pollo quale piatto di successo per la sua versatilità e trasversalità e alla ribalta dopo lo sdoganamento da falsi miti e pregiudizi sugli allevamenti in batteria. Tra le case history di successo del pollo c'è "Libero": dal colore giallo intenso, dal petto più affusolato, dalle cosce più lunghe e dalla carne più soda ricorda, nella consistenza e nel gusto, il pollo tradizionale delle nostre tavole domenicali.
"Libero", il pollo tradizionale delle nostre tavole domenicali
Cresciuto in Italia negli allevamenti estensivi, a lento accrescimento, si è fatto conoscere grazie al Gruppo Galli, un'azienda tra le prime del centro Italia per la distribuzione di carni. L'intuizione di "Libero" parte da Fabio, selezionatore di livello - figura di riferimento per professionisti e degustatori - e visionaria guida un'impresa giunta alla terza generazione. Un brand oggi conosciuto per il Tbsp, acronimo di "The bbq & smoke project", per la carne a lunga frollatura come la "Sakura" e per la sua "Academy", ma che nei primi anni del secondo dopoguerra si è affermato nella Capitale come polleria. "Libero", in un certo senso rappresenta per la famiglia Galli un ritorno ancestrale che lega tradizione e futuro.

Fabio Galli, selezionatore di livello
«Ripeto sempre conosco i miei polli. In realtà è un modo per ricordare a me stesso e agli altri che prima di tutto viene il benessere animale. Un allevamento naturale si traduce in sicurezza alimentare, sostenibilità e migliore qualità. Per questo "Libero" è un pollo diverso da quello ricavato dalle razze convenzionali completamente standardizzate. E soprattutto… è libero di becchettare» spiega Fabio Galli. Eh già, libero… di razzolare in ambienti spaziosi e luminosi, segue una dieta composta solamente da orzo, triticale, favino, mais, soia, aria pulita, tanta erba verde, sassolini e qualche vermicello catturato durante le lunghe passeggiate all'aperto.
Il pollo e le tantissime ricette utilizzate oggi
Dal pollo alla Marengo, di nascita alessandrino-francese ma passato alla notorietà grazie a Napoleone - diversi i racconti popolari sul tema - leggenda vuole che durante l'omonima battaglia del 1800 in cui il generale sconfisse il gli austriaci, il suo cuoco Dunand gli servì un piatto a base di alcuni ingredienti requisiti a qualche contadino del luogo. Tra questi, un pollo, due pomodori, dell'aglio e del cognac. Napoleone, che non mangiava mai prima delle battaglie, lo apprezzò a tal punto che divenne la sua pietanza fissa dopo ogni vittoria. Dal Piemonte alla Capitale ecco il celebre pollo alla romana della Sora Lella rosolato a mestiere e con peperoni, pomodori pelati e cipolla. Molte, oggi, sono le ricette utilizzate: al saccoccio speziato e succoso, alla diavola con note piccanti, alla cacciatora più intenso, alla campagnola dal sapore rustico, alla mediterranea più profumato e saporito. E potremmo continuare a lungo. "Libero" di raspare, liberi di cucinarlo come meglio piace. A ognuno il suo.
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