Un babà alto un metro e ottanta, realizzato in un unico stampo con 1.200 uova e bagnato da 340 litri (sì, avete letto bene, 340 litri) di rum. È questa l’impresa che sabato 13 settembre, alle ore 18:00, porterà Piazza Medievale di Teggiano, in provincia di Salerno, al centro dell’attenzione internazionale. L’obiettivo è infatti quello di entrare ufficialmente nel Guinness World Records, grazie a un colosso della pasticceria firmato dalla Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc).

Babà più grande del mondo: a Teggiano il record con 180 cm e 340 litri di rum
Domenico Manfredi alla guida del babà da Guinness
A guidare l’iniziativa è Domenico Manfredi, delegato provinciale Fipgc, affiancato per l’occasione dal presidente della Federazione, Matteo Cutolo, insieme al suo staff. Un lavoro che ha richiesto mesi di prove tecniche e calcoli millimetrici, perché l’impresa non prevede scorciatoie: il babà sarà prodotto in un solo stampo, senza assemblaggi. «L’idea nasce dal desiderio di portare il nostro dolce simbolo a un livello mai visto prima, con un’impresa che unisce tecnica, passione e un pizzico di follia. Sarà una grande festa per tutta la comunità» ha spiegato Manfredi.

Domenico Manfredi, delegato Fipgc
I numeri raccontano più delle parole la portata della sfida: 170 kg di impasto a crudo, che dopo la bagna diventano 520 kg di peso finale; 80 kg di farina, 32 kg di burro, 2,5 kg di lievito e più di 1.200 uova. A completare l’opera, come detto, 340 litri di rum che inonderanno di profumo il cuore medievale di Teggiano. Tutto sarà certificato da un notaio, incaricato di garantire che i criteri del Guinness World Records vengano rispettati in ogni dettaglio.
Dalla Polonia alla Francia a Napoli: la storia del babà
Un dolce così straordinario non poteva che richiamare l’attenzione anche sulla sua storia. Il babà affonda le radici nella tradizione dell’Europa orientale, derivando dalla “babka ponczowa” polacca e da altri dolci slavi. Fu poi perfezionato dai cuochi francesi, che lo ribattezzarono “baba”, fino a giungere a Napoli, dove i pasticcieri lo trasformarono nel noto “babbà”. L’invenzione viene ricondotta a Stanislao Leszczynski, ultimo duca di Lorena e re di Polonia, che - ormai privo di denti - cercava un dolce morbido da gustare e decise di ammorbidire la babka nel vino Tokaj o nello sciroppo. Da lì in avanti, la ricetta si affinò grazie alla mano francese di Nicolas Stohrer, che nel 1835 codificò il babà al rum nella sua forma moderna, a fungo.

La storia del babà inizia dalla Polonia
Tra aneddoti che parlano di dolci scagliati contro le credenze e bottiglie di rum finite accidentalmente a inzuppare l’impasto, la storia del babà si arricchì di varianti. Nel XIX secolo arrivò il Babà Savarin, nato dall’idea dei fratelli Julien di abbinare il dolce a una macedonia di frutta e a un liquore inventato dal gastronomo Brillat-Savarin. A Napoli, invece, il babà divenne icona, trasformandosi nel tempo con l’aggiunta di crema, amarene o gelato semifreddo, senza perdere mai il legame con la sua origine europea. C’è chi sostiene che il nome stesso ricordi i copricapi dei dignitari ottomani, i “baba”, che accompagnavano gli ambasciatori in città.
Che cosa sapere sulla Fipgc
Dietro l’impresa, ricordiamo, di Teggiano c’è la Fipgc, la Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria. Un’organizzazione che in pochi anni ha saputo diventare punto di riferimento per il comparto, radicandosi in tutta Italia con delegati regionali e provinciali. La sua missione è quella di unire scuole, associazioni, imprese e professionisti per rafforzare la collaborazione e valorizzare il made in Italy dolciario nel mondo.

Il presidente della Fipgc, Matteo Cutolo
Dal 2015 organizza i campionati italiani e mondiali di pasticceria e cake design, mentre nel 2017 ha lanciato i campionati nazionali di pasticceria alberghieri d’Italia, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, aprendo così le porte ai giovani talenti. Oggi la Federazione ha consolidato anche un ruolo istituzionale, con protocolli d’intesa firmati insieme al ministero degli Esteri e al ministero dell’Istruzione e del merito.