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lunedì 15 dicembre 2025  | aggiornato alle 16:35 | 116333 articoli pubblicati

Un 2025 di rilancio per l’olio italiano: stime di produzione al +30%

Dopo un 2024 segnato dalla siccità e da rese in picchiata, la nuova campagna olivicola parte con segnali di fiducia. Puglia e Calabria spingono la ripresa, mentre Nord e Centro fanno i conti con maltempo e cali localizzati. Intanto l’export continua a crescere e le nuove regole sulla tracciabilità promettono maggiore trasparenza per l’intera filiera

22 settembre 2025 | 11:14
Un 2025 di rilancio per l’olio italiano: stime di produzione al +30%
Un 2025 di rilancio per l’olio italiano: stime di produzione al +30%

Un 2025 di rilancio per l’olio italiano: stime di produzione al +30%

Dopo un 2024 segnato dalla siccità e da rese in picchiata, la nuova campagna olivicola parte con segnali di fiducia. Puglia e Calabria spingono la ripresa, mentre Nord e Centro fanno i conti con maltempo e cali localizzati. Intanto l’export continua a crescere e le nuove regole sulla tracciabilità promettono maggiore trasparenza per l’intera filiera

22 settembre 2025 | 11:14
 

È partita in tutta Italia la campagna di raccolta delle olive e le prime stime parlano di un netto recupero rispetto al 2024, annata segnata dalla siccità e da un crollo produttivo soprattutto al Sud. Secondo l’analisi congiunta di Unaprol, Coldiretti e Foa Italia, la produzione nazionale di olio dovrebbe attestarsi attorno alle 300mila tonnellate, con un incremento di circa il 30% rispetto alla scorsa stagione. Una proiezione incoraggiante, che dovrà comunque fare i conti con l’andamento climatico delle prossime settimane.

Il Sud traina, il Nord e il Centro frenano

Se il quadro complessivo mostra un Paese in ripresa, è il Mezzogiorno a trainare. Puglia e Calabria, che da sole valgono oltre il 60% della produzione nazionale, registrano incrementi stimati tra il 30% e il 40% grazie alle piogge di luglio e agosto, capaci di mitigare gli effetti del caldo anomalo di maggio e della siccità che aveva compromesso la fioritura.

Un 2025 di rilancio per l’olio italiano: stime di produzione al +30%

È il Sud a trainare la produzione di olio

Diversa la situazione al Nord, dove il maltempo ha lasciato il segno e si ipotizza un calo drastico della produzione attorno al 40%. Nel Centro, invece, i dati sono più disomogenei: si parla di un calo medio compreso tra il 10% e il 15%, con differenze marcate tra territori e singole aziende.

Le nuove regole per la filiera

Il nuovo raccolto, ricordiamo, coincide con una svolta normativa che tocca direttamente il cuore della filiera. Un decreto sostenuto da Coldiretti e Unaprol introduce infatti l’obbligo di registrare entro sei ore la consegna delle olive, senza interruzioni. Una misura che punta a colpire i flussi fittizi di prodottofantasmae a rafforzare la trasparenza del mercato. «Un passaggio epocale per il settore - rileva David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente Unaprol. Con questo decreto si chiude definitivamente l’epoca delle olive senza nome e senza provenienza, e si apre una nuova fase fondata sulla trasparenza, sulla responsabilità e sulla valorizzazione del prodotto italiano».

Un 2025 di rilancio per l’olio italiano: stime di produzione al +30%

David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente Unaprol

«L’aumento di produzione non deve però distogliere dall’urgenza di investimenti in infrastrutture, ricerca e innovazione in tutte le aree del Paese - continua Granieri. Serve implementare piani di sviluppo che garantiscano al comparto olivicolo italiano la resilienza necessaria ad affrontare le crescenti e imprevedibili sfide climatiche future. L’obiettivo rimane quello di sostenere tutti i produttori e rafforzare la posizione di eccellenza dell’olio extravergine d’oliva italiano sui mercati globali».

Export in corsa: +23% nei primi mesi del 2025

In questo contesto si inseriscono anche i dati dell’export, che confermano la vitalità del comparto nonostante le difficoltà interne. Nei primi quattro mesi del 2025 le esportazioni di olio evo hanno superato le 129mila tonnellate, segnando un +23% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un fatturato oltre i 940 milioni di euro. Un risultato che appare ancora più significativo se si considera la flessione dei prezzi internazionali (-9,3%), conseguenza dell’aumento dell’offerta nei Paesi concorrenti.

Guardando all’intero 2024, secondo i dati Ismea, l’Italia ha esportato più di 344mila tonnellate di olio d’oliva (+6,8% rispetto al 2023), con un fatturato di 3,09 miliardi di euro (+42,6%) e un giro d’affari complessivo di 5,8 miliardi. Numeri che confermano il nostro Paese come secondo esportatore mondiale con una quota del 20% sul commercio globale. Dentro questa cornice, il comparto si regge su oltre 620mila aziende agricole e più di 4.200 frantoi, mantenendo un posizionamento medio di prezzo superiore ai 9 euro al chilo: un segnale di forza, soprattutto in un mercato mondiale caratterizzato dalla flessione dei listini.

Un 2025 di rilancio per l’olio italiano: stime di produzione al +30%

L'Italia è il secondo esportatore mondiale di olio

L’Italia resta quindi un punto di riferimento per l’olio extravergine, forte di un patrimonio unico di 250 milioni di piante e 533 varietà autoctone, con il primato europeo per numero di riconoscimenti Dop e Igp (43 e 7). La nuova campagna parte con aspettative alte e regole più severe, mentre il mercato internazionale continua a crescere. La sfida ora è quella di trasformare questo doppio segnale - più produzione e più export - in un percorso di lungo periodo che dia stabilità a tutta la filiera.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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