Un cubetto, del peso approssimativo di dieci grammi, solubile in acqua calda , rivestito di stagnola e commercializzato in astucci di cartone da sei pezzi, ventiquattro se in confezione familiare: così si presenta ancora oggi il dado da brodo, anche se l’industria alimentare lo ha reso disponibile in forme diverse, granulare, gel o brodo già pronto.
Se lo conosciamo è grazie al barone tedesco Justus von Liebig, studioso e ricercatore nel campo della trasformazione e conservazione alimentare, che crea nell’Ottocento l'estratto di carne, commercializzato in vasetti di vetro. Sfruttando la moda francese di quegli anni di omaggiare un gadget al clienti per fidelizzarli all’acquisto, Liebig utilizzò le figurine da collezione, di cui sono state stampate fino al 1975 oltre 1800 serie. Sulle prime due serie viene riprodotto l’impianto di produzione dell’estratto di carne a Frai Bentos in Uruguay, dove la materia prima costava infinitamente meno che in Europa, oggi il luogo è inserito nella lista dei patrimoni dell’Umanità riconosciuti dall’Unesco.
Alla scoperta del Bouillon Kub
All’inizio del Novecento uno svizzero di origine lombarda, Julius Maggi, lancia sul mercato un preparato in cubetti a base di cereali, grassi ed estratto di carne, atto ad ottenere per semplice diluizione in acqua calda, un nutrimento sostanzioso e a buon mercato. Il suo nome, Bouillon Kub, ad alto contenuto di carne, viene confezionato in caratteristiche, vivaci scatole cubiche giallo-rosse. In effetti Maggi aveva perfezionato e trasferito in scala industriale l’intuizione del tedesco Justus von Liebig. La grafica della confezione di Bouillon Kub ha ispirato artisti diversi come Cappiello e Picasso. L'immagine di una testa di toro in cui un Bouillon Kub è sovrapposto all'occhio sinistro è diventata uno dei manifesti più noti di Leonetto Cappiello (1931). Nel “Paysage aux affiches” di Picasso un brodo Kub viene catturato in una rete di paesaggi urbani cubisti insieme a una bottiglia di Pernod. Occorre attendere gli anni Sessanta del Novecento per la pubblicità televisiva. Indimenticabili la vignetta de Il vigile Concilia del buon brodo Lombardi e le scenette di Fabrizi e Totò per il brodo Star.

Dado da brodo
Il dado da brodo si afferma nel periodo fra le due guerre
Nella dispensa degli italiani il dado da brodo si è affermato nel periodo fra le due guerre, favorito non tanto dalla qualità intrinseca del prodotto, quanto piuttosto da tre fattori essenziali: praticità d’uso, lunga conservabilità anche fuori dal frigorifero e costo irrisorio. Può essere completamente vegetale, a base di carne bovina, ma anche un mix dei primi due (il classico) oppure di pollo, solitamente definito dado delicato. I principali ingredienti del dado da brodo che troviamo in commercio sono il sale, in quantità variabile, molto spesso oltre il 50% del totale, a seguire gli esaltatori di sapidità (glutammato monosodico). Per il resto gli ingredienti dipendono dal tipo di dado, immancabili sono grassi animali o vegetali, aromi e conservanti e l'estratto di lievito. E per tornare alla pubblicità, “non è vero che tutto fa brodo!”.