Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
sabato 27 aprile 2024  | aggiornato alle 05:50 | 104825 articoli pubblicati

Il cioccolato Giordano compie 120 anni

di Piera Genta
 
20 novembre 2017 | 11:50

Il cioccolato Giordano compie 120 anni

di Piera Genta
20 novembre 2017 | 11:50
 

Nel sottoportico di piazza Carlo Felice di Torino in uno dei palazzi progettati a metà Ottocento da Carlo Promis, la cioccolateria Giordano accoglie i visitatori che arrivano in treno da Porta Nuova.

Gli arredi in noce, gli specchi ambrati ed il bancone, con la sua superficie in marmo giallo di Verona sono ancora quelli originali e tutelati dalla Sovrintendenza alle Belle Arti; l’insegna in vetro dipinto, A. Giordano, porta il nome di Angela, moglie del fondatore. Un laboratorio fondato nel 1897 in via San Domenico a cui si sono affiancati i punti vendita di via Marna nell’allora Contrada delle scuole, l’attuale via Bligny, di piazza Castello, chiusa da tempo, di via Garibaldi, dove oggi si trova la caffetteria Tamborini, e quello storico di piazza Carlo Felice.

(Il cioccolato Giordano compie 120 anni)

Il laboratorio già dagli anni Cinquanta viene spostato fuori Torino a Leinì e gestito fin dal 1970 dalla famiglia Faletti che custodisce ancora le vecchie ricette del fondatore. 120 anni di artigianalità con cioccolatini di ogni fattura, piccoli e preziosi, preferiti, tris di nocciole, cremini, ripieni al liquore, ma soprattutto gianduiotti e giacomette. I gianduiotti in due versioni, quelli classici fatti a macchina e quelli modellati ed avvolti a mano nella carta dorata dalle giandujere. Una tecnica unica, frutto di lunghi anni di esperienza, ci raccontano che occorrono almeno cinque anni per ottenere la manualità necessaria, con il solo utilizzo di spatola e coltello per levigare la pasta, modellarla e tagliare i gianduiotti nel classico formato da 12 grammi fino agli oversize che raggiungono i 2 chilogrammi.

Accanto al gianduiotto, inventato dalla Caffarel-Prochet-Gay in occasione del Carnevale 1865 e così chiamato dalla maschera torinese, la Giacometta sagomata come il cappello di Gianduja, realizzata rigorosamente a mano con zucchero, cacao in pasta, burro di cacao e granella di nocciola. Con questa squisitezza nel 2013, l’azienda ha vinto la medaglia d’oro all’International Chocolate Awards, una competizione indipendente che riconosce l’eccellenza nella produzione del cioccolato finissimo.

(Il cioccolato Giordano compie 120 anni)

Una novità dell’azienda sono gli Alpinluce, un sottile guscio di cioccolato colato a mano che accoglie un ripieno di crema aromatizzata con Erbaluce di Caluso passito, il Revej di Carlo Gnavi, un modo per rendere omaggio ad un prodotto della zona del Canavese, dove ha sede il loro laboratorio, un vino speciale d’antica fama come definito dal prof. Dalmasso. Non siamo ancora a Pasqua, ma non possiamo dimenticare la tradizione delle uova di cioccolato decorate con la «ghiaccia» colorata di zucchero e albume d’uovo. Da Giordano le realizza Angelo, un allievo di Guido Bellissima, un artista della vecchia scuola torinese di confetteria, di cui si ricordano le meravigliose uova pasquali, esposte nelle vetrine del Caffè Torino di piazza San Carlo, con la riproduzione in miniatura di chiese, monumenti, giardini, carrozze, palazzi d’epoca.

Da fornitori della Casa reale, a Maestro del Gusto per la Camera di Commercio di Torino, all’esportazione dei loro prodotti in tutta Europa, ma anche in Giappone, tanti i successi che premiano la loro artigianalità, la selezione delle materie prime, la raffinatezza del prodotto ed il packaging esclusivo.

Per informazioni: www.giordanocioccolato.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Union Camere

Senna
Prugne della California

Electrolux
Molino Spadoni
Italmill