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La pasta 100% italiana non si tocca, le vendite salgono del 23%

Malgrado il forte incremento di vendite per le confezioni con dicitura “100% grano italiano” si getta discredito sulla materia prima tricolore. Manca trasparenza su grani esteri in etichetta.

 
06 novembre 2020 | 12:32

La pasta 100% italiana non si tocca, le vendite salgono del 23%

Malgrado il forte incremento di vendite per le confezioni con dicitura “100% grano italiano” si getta discredito sulla materia prima tricolore. Manca trasparenza su grani esteri in etichetta.

06 novembre 2020 | 12:32
 

Non toccate la pasta 100% italiana e con lei il grano duro che la compone. A cadenza regolare sorgono polemiche che tendono troppo spesso a svalutare la qualità del grano duro nazionale, ma la risposta sulla sua qualità arriva dall’incremento delle vendite a doppia cifra (+23%, dati Ismea), per le confezioni di pasta con dicitura “100% italiana” sull’etichetta. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, il discredito gettato sulla materia prima sembra solo strumentale a mantenere bassi i prezzi pagati agli agricoltori.

Volano i consumi di pasta 100% italiana - La pasta 100% italiana non si tocca,le vendite salgono del 23%

Volano i consumi di pasta 100% italiana

Picco di vendite per il grano italiano
Negli ultimi anni, il livello qualitativo del grano italiano ha raggiunto picchi notevoli sia nel contenuto proteico, che nel peso ettolitrico, andando incontro alle richieste dell’industria pastaria. I produttori hanno anche investito in pratiche agronomiche virtuose, con forte aumento dei costi di produzione. Ma nonostante il picco della domanda di pasta 100% di semola di grano duro italiano, sempre più apprezzata dai consumatori e determinato anche dal boom di acquisti durante il lockdown, i prezzi all’origine del grano duro nazionale continuano a essere ingiustificatamente bassi.

Cia: Serve maggiore trasparenza
Nessuna criminalizzazione da parte di Cia per le imprese che decidono legittimamente di approvvigionarsi di grano importato, ma occorre maggiore trasparenza nell’etichettatura. Cia non ritiene, dunque, coerenti le recriminazioni sulla qualità dei grani italiani, da chi non ha interesse a fare chiarezza sull’origine estera della materia prima sulle confezioni.

La lotta del Made in Italy all'estero
Una lotta - di stampo tutto italiano - che bene non fa alla valorizzazione in genere di tutti i prodotti Made in Italy. Una maggior solidità a livello nazionale potrebbe forse garantire più peso a livello internazionale, quando l’Unione europea o singoli Paesi provano a gettare discredito sulla Dieta mediterranea tra etichette a semaforo, italian sounding e concorrenza sleale che gioca sui prezzi e le etichettature di dubbia fattura.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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